L’agitazione che scuote il mondo finanziario e bancario italiano in queste settimane estive è molto distante dai veri problemi degli italiani, i quali, si trovano a lottare contro la caduta di valore dei salari e la caduta dei valori minimi di riferimento etico nazionale; avevamo deciso di non occuparcene se non di sfuggita nelle pagine dedicate alle categorie di interesse specifico ma urgono però alcune spiegazioni e commenti che sono sullo stomaco dei “non addetti ai lavori” (il 99% degli italiani), ma che non riescono ad essere espressi compiutamente, a parte una generale sensazione di repulsione di tipo quasi fisico nei confronti degli alieni protagonisti di questa soap opera finanziario-bancaria.
In poche parole il quadro della situazione è questo: alcuni soggetti dispongono di un surplus monetario di quantità inimmaginabile.
Questi soggetti sono divisi in due categorie:
1-coloro che dispongono da sempre di somme immani perché da decenni sono i protagonisti della scena bancaria e assicurativa che ha prodotto (SEAT, Cirio, Parmalat; tango bond, bolla e-commerce) in pochi anni il totale depauperamento ed esproprio dei risparmi delle famiglie italiane;
2-coloro che (approfittando di connessioni politico-amministrative e massoniche soprattutto a livello locale, che gli hanno permesso di investire a colpo sicuro) hanno approfittato nel corso dell’ultimo anno del riflusso del risparmio verso la proprietà immobiliare e sono diventati immensamente e improvvisamente ricchi grazie al cosiddetto “boom del mattone”.

Questi due gruppi contrapposti (ma in cui non mancano collusioni e sovrapposizioni) sono in guerra feroce. La guerra feroce riguarda il controllo di
1-le maggiori banche italiane,
2-il maggior quotidiano italiano con i suoi annessi e connessi nel mondo dei media.

I politici fanno le mammolette e si scandalizzano a gettone, cioè solo quando vengono fuori le magagne delle cordate avversarie.
Ogni gruppo sponsorizza (o per meglio dire controlla) settori politici trasversali agli schieramenti. Così una certa sinistra giustizialista a intermittenza si scandalizza (giustamente) delle telefonate “clientelari” tra il controllore delle banche e…addirittura sua moglie (siamo in Italia!).
Escluso i giornali berlusconiani, vengono opportunamente occultate le telefonate altrettanto clientelari e forse anche più gravi, tra il presidente delle Cooperative Assicurative Comuniste UNIPOL (impegnata nel tentativo di acquisizione della strategica BNL-ex banca di stato) e il capo dei giudici della Procura di Milano che fu addirittura Presidente del tribunale che giudicò Berlusconi!

A questo punto, tutti noi comuni cittadini italiani ci chiediamo: perché è tanto importante investire miliardi, guadagnati chi sa come, nell’acquisto di un quotidiano (che notoriamente produce solo perdite) o di alcune banche?
Per le banche la risposta è semplice. Nell’ultimo congresso dell’ABI (Associazione Bancaria Italiana) è stato dichiarato che il sistema bancario italiano, nell’anno fiscale 2004, a fronte di una generale sofferenza del mondo produttivo nazionale ed ad un calo generalizzato del PIL, produceva un incremento di profitti annuali pari al 6%. Si parla di miliardi.
Mentre le aziende falliscono le banche incrementano i profitti del 6% .
Da dove vengono tutti questi soldi?
Dalle aziende italiane che le banche hanno contribuito a far fallire!
Attraverso una politica di credito miope e clientelare, con tassi d’interesse usurari, con i costi di gestione dei conti correnti più alti del mondo, si è attuata la distruzione del patrimonio economico italiano.
In definitiva possiamo affermare che le banche, cioè l’usura legalizzata, sono oggi l’unico business che ha successo in Italia.

E i quotidiani? Qui la risposta si complica, perché i quotidiani (forse più ancora delle televisioni) influenzano, soprattutto se sono “autorevoli”, come il massonico “Corriere della Sera”, le scelte di quella ristretta èlite di cittadini che possiede ancora qualche soldo da investire.
Con una subdola politica di articoli mirati, di sensazionali reportage su questo o quel fenomeno, orientano occultamente l’ignaro pennuto verso investimenti truffa (azioni, immobili, futures) che lo porteranno alla rovina.
Ricordate il laicissimo giornalista Pirani de La repubblica inquisito perché con articoli trappola, pagati profumatamente dagli interessati, orientava gli investitori in azioni e indirizzava i loro capitali verso la truffa SEAT-Pagine Gialle e la bolla speculativa dell’E-commerce?
A questo è lampante che speculazione bancaria e massaggio delicato del cervello dell’investitore vanno di pari passo.

Ma esiste un ben peggiore tentativo di controllo delle menti che si realizza attraverso i quotidiani e si rivolge alla massa più numerosa dei lettori che non investono, ma che votano. L’autorevole giornale, pian pianino, interviene sul loro stato d’animo e li indirizza a votare lo schieramento voluto.
La messa in opera di queste strategie è pagata dai politicanti complici attraverso favori su favori prestati alle banche e agli altri istituti della corruttela finanziaria.
Le vittime sacrificali sono le poche imprese veramente produttive.