Al voto
di VALENTINO PARLATO
E'da qualche tempo che si parla di «declino» del sistema Italia. Il prodotto interno lordo che non cresce, il deficit commerciale che cresce, i consumi che ristagnano. Insomma la macchina è bloccata. Due giorni fa abbiamo avuto la diagnosi dei medici della Standard & Poor's: il malato è proprio grave. E come sempre quando la malattia si aggrava, ci sono i deliri. Non è solo l'economia che va male, ma si sono scatenati tutti gli istinti che più animali non è possibile. Scalate di banche, scalate torbidissime per il Corsera, accordi (poi fortunatamente rotti) tra i protagonisti del capitalismo italiano e anche (e questo è ancora più grave) del governo. Mi riferisco all'intesa tra De Benedetti e Berlusconi nella quale il conflitto di interessi era macroscopico. L'accordo, fortunatamente è saltato, ma resta il segno: il segno di uno stato delle cose nel quale tutto è possibile. Viviamo in una situazione assolutamente precaria e imprevedibile, tale che anche Prodi è costretto ad affermare che «presentare il programma definitivo adesso sarebbe sciocco e suicida». La confusione sotto il sole è grande, ma la situazione è pessima e pericolosa. Pericolosa non solo per l'economia, il lavoro, etc, ma anche per la democrazia: le tentazioni autoritarie crescono.
Viviamo in una situazione senza governo o di pessimo malgoverno. Berlusconi sa bene che il suo regno è finito, tenterà tutto il possibile per sopravvivere e viviamo la pericolosa situazione di un paese senza governo e, aggiungo, senza neppure programmi.
In questa situazione sarebbe una misura di salute pubblica (il Presidente della Repubblica ha mandato messaggi in tal senso) anticipare le elezioni. Aspettare fino a giugno o luglio dell'anno prossimo sarebbe suicida, e non solo per l'economia, ma per tutto il resto. Avremmo davanti mesi nel corso dei quali può accadere tutto e il contrario di tutto. Anche il fronte del centro sinistra potrebbe provocare sorprese niente affatto gradite e utili.
Una pressione delle forze politiche del centro sinistra e della società per anticipare le elezioni entro l'anno in corso sarebbe utile se non addirittura provvidenziale. La gravità della situazione italiana - non più declino, ma caduta libera - richiede un governo confermato dall'elettorato, tale da avere la possibilità e la forza di contrastare la caduta. La maggioranza degli italiani ormai si rende conto che in questa situazione stare ad aspettare è esiziale. Esiziale innanzitutto per il paese, ma anche per le forze di centro sinistra che con più di una ragione si sentono candidate al governo, che sarà un governo difficile. Aspettare può solo aggravare i conflitti, latenti e palesi nello schieramento di centro sinistra.
Accelerare i tempi con l'anticipo delle elezioni sarebbe una salutare frustata alle forze del centro sinistra. Si accelererebbero i tempi del programma, si definirebbe più nettamente la fisionomia del governo futuro, si supererebbero le attuali risse intestine e, forse, potremmo fare a meno anche delle primarie che, annunziate per ottobre, arriverebbero troppo tardi e troppo cariche di risentimenti e spiriti di vendetta. Viviamo in una situazione nella quale il famoso «generale tempo» lavora contro di noi.