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    Thumbs down Pronto onorevole, ci dà una mano?

    LE INTERCETTAZIONI
    Fiorani, Gnutti, Ricucci e Consorte
    "Pronto onorevole, ci dà una mano?"
    Parlamentari e membri del Governo mobilitati dai "concertisti"
    di ORIANA LISO MARCO MENSURATI E FERRUCCIO SANSA


    Giovanni Consorte
    numero uno di Unipol
    MILANO- Omissis. Omissis. Omissis. Sono almeno cento le telefonate tra Fiorani, Gnutti, Ricucci e membri del Parlamento e rappresentanti del Governo. Decine di chiamate dalle utenze del Senato e della Camera, decine di numeri cellulari intestati a onorevoli, di colloqui che, appena riconosciuti dagli investigatori della Guardia di Finanza, sono stati scrupolosamente secretati.

    Le intercettazioni dell'indagine sulle scalate Antonveneta-Bpl-Rcs sono anche questo: la testimonianza di una rete fitta e consolidata di rapporti tra il "Palazzo" della politica e i nuovi finanzieri d'assalto. Certo, gli omissis - come prevede la legge - spesso impediscono di conoscere il contenuto delle conversazioni. Ma non basta lo stesso: i protagonisti della scalata nelle loro conversazioni parlano tra loro, si vantano delle conoscenze, fanno nomi. L'oggetto delle conversazioni è spesso lo stesso: "Onorevole, ci aiuti", si sente dire. Magari con la postilla: "Qui è in gioco l'interesse dell'economia italiana".

    La vera "regina degli omissis" è probabilmente lei, Cristina Rosati. In appena 35 pagine di intercettazioni la moglie di Antonio Fazio colleziona 8 omissis in 14 giorni (soprattutto con Ivo Tarolli, deputato Udc) di conversazioni controllate. Insomma la "Governatora" si dimostra figura di primo piano anche nel tessere rapporti, capace di mettere in contatto, mediare.

    I "re" delle scalate Antonveneta e Bnl non fanno differenze, dai gradini più alti del potere scendono giù, fino agli onorevoli meno noti, ma non per questo inutili. Certo, c'è Emilio Gnutti che la notte del 12 luglio si vanta di essere a cena con Berlusconi. Ma gli scalatori delle Borse sono bipartisan. Un incontro a destra e uno a sinistra. C'è Giovanni Consorte (il numero uno di Unipol) che il 7 luglio, giorno decisivo per le sorti dell'Opa su Bnl, si sente spesso, molto spesso, con Piero Fassino. E dopo appena un'ora con Marco Follini. Lo stesso Consorte che due giorni dopo, l'8 luglio, riceve i complimenti del presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo (centrosinistra).

    C'è Fiorani che riceve le insistenti chiamate dell'ufficio del segretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta. Frequentazioni continue, amicizie che si consolidano, mentre una avanza una nuova "razza padrona", dove i protagonisti sono quarantenni e gli incontri avvengono al largo della Costa Smeralda. È l'8 luglio quando Ricucci parlando con una collaboratrice di nome Morena racconta: "Ho parlato con Cicu (Salvatore Cicu, sottosegretario alla Difesa), vuole andare in barca". E due giorni dopo la stessa Morena informa: "Capo, l'aereo con l'onorevole è tornato a Roma".

    Ci sono figure note, a cominciare dall'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, evocato da Cristina Rosati in una conversazione con Fiorani: "Tonino ha incontrato Cossiga. Il Presidente gli ha detto di stare tranquillo che interverrà pubblicamente". Ma non solo, il nome di Cossiga finisce sulla bocca anche di personaggi molto meno istituzionali. Il 2 luglio alle 15.19 Roberto D'Agostino chiama Ricucci e gli riferisce che la stessa mattina lo cercava Cossiga. Ricucci risponde: "L'altra sera ero a cena con Claudio e abbiamo chiamato il presidente Cossiga". D'Agostino conclude con una raccomandazione: "Chiama Cossiga a casa".

    Ministri, sottosegretari, segretari di partito. Ma non solo. Il quadro si compone anche di decine di figure apparentemente secondarie, spesso in realtà influenti, a cominciare dallo "zio Romi", riportato nei brogliacci soltanto perché i finanzieri ritenevano si trattasse di Romiti. In realtà è Romano Comicioli, senatore factotum del Cavaliere. Ecco la figura del "Professore" (forse proprio Prodi), che viene spesso evocato nelle conversazioni, ma mai indicato per nome. Poi fa una rapida comparsa l'ex ministro Salvatore Cardinale. È una girandola di telefonate, incontri romani, pranzi, feste. Niente di illecito, almeno a prima vista.

    Un mondo che si muove a un livello superiore rispetto a quello conosciuto attraverso gli atti pubblicati sino ad ora, che lo sovrasta e lo protegge. Sotto al quale continuano ad agitarsi le solite cose, invidie, gelosie, eccessi, complotti. A partire dall'affare Unipol.

    "IL MPS HA FATTO UNA CAVOLATA STORICA"
    8 luglio ore 20.36
    Giorgio Cirla, manager Antonveneta, parla con Gnutti di Giovanni Consorte.
    Gnutti: "Gianni sta facendo l'altro (verosimilmente la scalata Bnl, ndr)"
    Cirla: "A Gianni, per l'altra cosa, servirebbe un partner bancario e penso che lo cercherà dopo, ma non capisco come mai il Monte dei Paschi alla fine si sia staccato. Mi sembra una cavolata storica".
    Gnutti: "Neanch'io che ci sono dentro riesco a capire il motivo".

    LE PRIME INCOMPRENSIONI CON CALTAGIRONE
    16 luglio ore 19.21
    Giovanni Consorte telefona a Emilio Gnutti.
    Consorte: "Sto avendo dei problemi con Caltagirone. Spero che finita questa operazione non dovrò più avere a che fare con lui. Caltagirone non sa nemmeno come funziona la Borsa".
    Gnutti: "Nessuno sa come funziona una Borsa".

    "A CASA ABETE E GERONZI" IL VERO PIANO PER BNL
    14 luglio ore 19.32
    Stefano Ricucci espone a un amico non ancora identificato i suoi progetti: "Lunedì mattina incasso 408 milioni di euro e rimango nel consiglio di Bnl per i prossimi tre anni. Abete, Giovanni, e forse Geronzi se ne vanno a casa".
    Il 18 luglio, parlando sempre di Bnl, Ricucci rincara la dose: "Abete e Della Valle andranno a casa, Consorte sarà l'amministratore e tutta la governance farà parte di Unipol. Io, Coppola e Statuto saremo fra gli amministratori".

    PER BNL CONSORTE HA ELUSO LE NORME
    24 luglio ore 8.50
    Gnutti parla al telefono con Manuela (non meglio identificato) a proposito di Gianni Consorte.
    Manuela: "Secondo me sono stati firmati dei patti parasociali con put a qualsiasi prezzo e si tratta di un portage. Credo che Consorte abbia eluso le norme.".
    Gnutti: "Zitto. È meglio non parlare al telefono".

    LA SCALATA UNIPOL E IL PASCOLO DEI CONCERTISTI
    6 luglio ore 20.42
    Ricucci chiama Fiorani e gli dice: "Ho mandato tutto su al dottor Belloni, se domani mattina ci sono comunicazioni da fare ci sentiamo, sarò tutto il giorno a Roma, alle tre ho la riunione del pascolo". Andando avanti nella conversazione, si capisce che la riunione è tra i concertisti. Ricucci: "Mi ha chiamato anche Ettore (Lonati, ndr) e domani alle 15 ci vediamo tutti in riunione da me". Fiorani: "Qual è l'ordine del giorno?". Ricucci: "È la vendita o meno del pacchetto del 27 e mezzo per cento alla Unipol al prezzo convenuto".

    "ORA COMPRIAMO BNL POI ASSUMIAMO MILLE SEGRETARIE"
    11 luglio 19.26
    Ricucci parla con un certo Nicola, che lavora in Unipol con Consorte. Parlano di un finanziamento per Magiste e Ricucci dice a Nicola di preparare i documenti e gli chiede il numero di fax privato per spedirgli la delibera. Ricucci scherza dicendogli: "Non hai neanche una segretaria?" e Nicola risponde che ora devono risparmiare ma appena si (parola non comprensibile) Bnl "hai voglia di segretarie".

    11 luglio ore 10.58
    Ricucci chiama Luigi e gli dice di predisporre un contratto di vigilanza armata per la tenuta della Cacciarella e aggiunge: "Fai il contratto con Claudio Lotito (il presidente della Lazio, ndr) che è un mio amico e mi fa buoni prezzi". Dopo pochi minuti lo stesso Ricucci chiama Lotito e gli chiede di passare dal suo studio per fare il contratto di vigilanza.

    "QUEL LANZICHENECCO DI DELLA VALLE"
    30 giugno ore 16.35
    Un giornalista chiama Ricucci per dirgli che il giorno dopo sarebbe uscito su Il Mondo un pezzo su di lui, con un titolo in copertina in cui viene definito "lanzichenecco". La cosa infastidisce molto Ricucci che aggiunge: "Piuttosto è una definizione giusta per gente come i Della Valle, che sono d'accordo con Montezemolo e Abete". E, commentando un articolo sull'Espresso, dice: "Se questa gente parla con cose di poco conto, io faccio i fatti. Stasera comunicherò alla Consob che ho il 21 per cento di Rcs". Alla fine prendono accordi per un'intervista sulla storia con Anna Falchi.

    (13 agosto 2005)
    Ibrahim

  2. #2
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    Predefinito Re: Pronto onorevole, ci dà una mano?

    Dalla "Stampa" articolo di Lucia Annunziata:
    Una istantanea, un momento della nostra classe dirigente colto e immortalato nel tempo: su cui, senza ipocrisia, dobbiamo soffermarci tutti, e in particolare la sinistra.
    La prima cosa da dire è che le intercettazioni della fitta rete di telefonate con cui si prepara l’operazione Bnl non svelano nulla di illegale, nemmeno nel più ampio senso. Naturalmente, questo giudizio potrebbe cambiare, dal momento che non tutti i materiali sono stati resi pubblici.
    Tuttavia, come spesso già è successo in passato, le conversazioni raccontano comunque il «modo» di operare, di agire, di pensare di una classe dirigente - e spesso sono devastanti perché nel sollevare così drammaticamente il velo della privacy mettono alla prova la coerenza fra pubblico e privato.

    Da questo punto di vista, cosa ci rivela il brogliaccio fatto filtrare dai magistrati? Davanti a noi abbiamo il frenetico movimento di un manager, Consorte, che sta costruendo via telefono, in una virtuale diretta con i politici, una delle più grandi operazioni economiche dei nostri giorni: ai politici dà informazioni, ne sollecita consigli e appoggi. Con la stessa intensità i politici sono coinvolti nei contatti con lui. E attraverso queste conversazioni, in maniera diretta e indiretta, viene restituito con molta fedeltà quanto feroce sia, dentro la politica oggi, la lotta intorno a questa vicenda: c’è Fassino che appoggia Consorte, e c’è Rutelli che sollecita una ferma presa di posizione contro Consorte; c’è Berlusconi che viene informato, e ci sono le inquietudini di Letta e Prodi su come andrà a finire. Ma in questo senso, le intercettazioni confermano solo quello che anche pubblicamente sapevamo: che intorno alla Bnl si sta giocando una partita che a seconda delle sue conclusioni (se vince o no Consorte) avrà influenza sul panorama della politica nel nostro Paese, che Ds e Margherita sono in questa partita su sponde diverse, così come su sponde diverse sono i manager e gli uomini d’affari entrati nel gioco. Ma, appunto, tutto questo ci era già chiaro: attraverso interviste, tutti i protagonisti del mondo politico e industriale - da Della Valle a Fassino, da Montezemolo a Rutelli - avevano già pubblicamente espresso il proprio pensiero e preso posizione. Per quanto come sempre spettacolari nella loro diretta esposizione degli stati d’animo e delle parole, queste intercettazioni aggiungono dunque poco alla tela della trama.

    Tuttavia, dal momento che esse coinvolgono in buona parte leader del centrosinistra, cioè di forze politiche che hanno messo al centro della propria identità il rifiuto del conflitto di interessi, cioè della commistione fra affari e politica, il materiale pubblicato obbliga anche a chiederci esattamente dove la sinistra pone oggi questa linea di divisione fra i due campi. In una intervista, il leader dei Ds Fassino ha ripetuto proprio ieri di pensare che il rapporto fra imprese e politica rimane quello di «rispettare fino in fondo l’autonomia dell’impresa offrendo un quadro di regole certe e uguali per tutti». Opinione assolutamente condivisibile. Nel caso Unipol, la domanda è se il centrosinistra tutto - da Fassino a Rutelli - stia o no varcando la soglia di questa autonomia. Se è normale infatti che i politici parlino con gli industriali, che seguano attentamente il mondo degli affari, non è giusto (e qui è la linea della autonomia) che essi determinino il gioco con «appoggi» che possano creare o disfare gli equilibri nel momento della decisione.

 

 

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