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    Predefinito L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Cuoi e buoi dei paesi tuoi di Eugenio Benetazzo

    Pubblicato il 05/12/2009

    Mamma mia dammi cento lire che in America voglio andar. Chi non l'ha sentita canticchiare almeno una volta nel corso della sua vita, un motivetto canoro ormai di vecchia data che ricorda un'epoca ormai passata in cui chi era giovane sognava di andaresene via dall'Italia per trovare un posto di lavoro. Forse l'anno venturo qualche rapper italiano (confido in Fabbi Fibra) proporrà un rifacimento musicale all'industria discografica per lo scenario italiano, magari qualcosa del tipo "Mamma mia dammi 1000 euro che all'estero me ne voglio andar". L'Italia è stata assogettata al dictat delle privatizzazioni e della concorrenza sleale: si è fatto l'impossibile per distruggere quello che è stato costruito dal dopoguerra ad oggi, soprattutto il cosidetto vantaggio competitivo italiano non esiste più. Interi distretti industriali messi in ginocchio e decimati per aver abbracciato il pensiero globalizzante.

    Mi fanno ridere queste farse politiche (rosse, nere, azzurre e verdi) che ora lanciano moniti sui livelli occupazionali in Italia, mi sembra di vedere una banda di piromani che grida "al fuoco, al fuoco". Nessuno di loro è più attendibile o credibile, spero che presto uno tsunami elettorale li spazzi via nel dimenticatoio per sempre, assieme a tutte le loro beghe di partito e le deliranti notizie di gossip. Ho intervistato in questi giorni alcuni imprenditori dei distretti conciari italiani, Arzignano (Vicenza) e Santa Croce sull'Arno (Pisa): ormai non hanno più lacrime per piangere. Migliaia di imprese non esistono più, cancellate anagraficamente come i database colpiti da un virus informatico. Siamo forse l'unico paese al mondo che non si difende, che consente l'ingresso indiscriminato tanto di lavoratori quanto di merci (alimentari e non) che compromettono sia i postii di lavoro italiani e sia i prodotti tipici italiani. Chi si approvigionava del prodotto finito italiano adesso si rivolge altrove per prodotti meno costosi realizzati in Oriente, con inquietanti interrogativi sullo sfruttamento degli allevamenti intensivi e sull'inquinamento ambientale. A questo bisogna inoltre aggiungere tutti gli imprenditori conciari che continuano a fare "resistenza" confidando nella vocina interiore che suggerisce loro di resistere perchè la cosidetta "crisi" presto finirà. Per resistere sono disposti a iniettare a fondo perduto denari e risparmi che avevano accantonato negli anni prima ritenendo che in un prossimo futuro lo scenario migliorerà. Certo che muterà, ma in peggio. Purtroppo anche loro finiranno male nonostante le loro buone intenzioni.

    In Italia si è verificato proprio questo: fino a quando la torta era grande, c'era spazio e successo per tutti, mentre ora che siamo passati da un mercato concorrenziale ad uno competitivo, si è vista la differenza tra chi sa fare impresa e chi è imprenditore improvvisato. Ormai le cronache imprenditoriali si sprecano: anche il distretto della concia verrà sacrificato e centinaia di migliaia di posti (tra diretto ed indotto) saranno polverizzati. Purtroppo non si recupereranno mai più. A questo punto vorrei sapere come si dovranno riciclare o reinserire le persone che si troveranno senza occupazione. Alcuni giorni fa rincasando in treno, ascoltavo di nascosto le conversazioni di un gruppo di studenti universitari di Milano, che idealizzavano sul loro radioso futuro (secondo le loro aspettative) e sulla loro futura professione (e remunerazione). Poveri illusi. MI sembrava di ascoltare le esternazioni ed i sogni plagiati dei partecipanti di "Amici" condotto da Maria De Filippi. Inutile arrabbiarsi con queste generazioni di ragazzi, poco più che ventenni. La colpa non è loro, ma eventualmente dei loro stessi genitori, che hanno appoggiato ed osannato tanto a destra quanto a sinistra falsi profeti (da Prodi a Berlusconi), i quali hanno svenduto il futuro di questo paese e compromesso il benessere delle future generazioni.


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    Eugenio Benetazzo ..::.. Cuoi e buoi dei paesi tuoi

  2. #2
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Ormai dovremmo parlare di una mutazione genetica per il nostro tessuto socioeconomico: il turbocapitalismo ci sta presentando i conti. E siamo appena agli inizi. Chi continua a profetizzare la fine di questa cosidetta "crisi" temo che non abbia veramente ancora compreso che cosa stia accadendo. L'Italia è un paese manifatturiero (per quello che rimane) ed esportatore, questo significa che per esserci veramente ripresa questa deve realizzarsi al di fuori dei nostri confini, consentendo alla nostra economia di seguire a traino. Tra meno di quindici anni saremo catapultati al quindicesimo posto su scala planetaria, non saremo più un paese industrialmenete rilevante, ma uno stato depresso in lento e silenzioso declino. Direi proprio silenzioso perchè di giovani a gridare ce ne saranno sempre meno: sempre tra quindici anni oltre il 40 per cento della popolazione avrà un'eta superiore ai sessant'anni. Da Bel Paese un tempo, presto saremmo denominati come il cimitero degli elefanti. La contrazione della capacità produttiva industriale che si è verificata in questi ultimi mesi ci ha proiettati ai livelli di produttività di oltre quindici anni fa (non penso che si riuscirà mai più a recuperare questi livelli).

    Il futuro è piuttosto delineato, chi è vecchio vivrà con quei quattro soldi messi da parte e chi è giovane si troverà a doversi inventare la vita di tutti i giorni, lavorando a missione e a singhiozzo: già tra cinque anni almeno 1/5 se non 1/4 delle aziende italiane si estinguerà o si ritirerà dal mercato, lasciando un profondo vuoto a livello occupazionale. Non dimentichiamo inoltre come le pesanti situazioni di default finanziario che stanno vivendo le imprese italiane presto si riverserà proprio sui bilanci delle stesse banche che adesso (grazie alle strepitose opere di privatizzazione riguardanti appunto lo stesso sistema bancario italiano) continuano a dettare legge su chi vive e chi dovrà estinguersi. Chi pensa di replicare il modello inglese per assorbire gli esuberi occupazionali, puntando quindi tutto sul terziario (settore dei servizi) probabilmente si è laureato per corrispondenza in Economia Davanti e Commercio Dietro presso l'Università per Barbieri. A livello nazionale non vi è una forza politica che si faccia portavoce di esigenze di protezionismo nei confronti dei nostri gloriosi ed invidiati distretti industriali, l'unica risorsa che avevamo ovvero la distintività ed originalità della manifattura italiana è stata brutalmente sacrificata per permettere a paesi come la Cina di assorbire, copiare e far morire le nostre tipiche produzoni, diventando nel frattempo la grande fabbrica del pianeta. A mio modo di vedere l'unica salvezza potrebbe essere un incredibile e improvviso cambio di governance politica che faccia emergere un "tribuno del popolo" stile Lula in Brasile, che contrasti e metta fine a questo dictat economico che sta portando il paese al suicidio industriale, sociale ed economico.

    Eugenio Benetazzo ..::.. Tagli e dettagli

  3. #3
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    bisognerà sfruttare l'unico oro rimasto: il patrimonio artistico.

    il problema è che con questa classe dirigente siamo messi malissimo.

  4. #4
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Siamo forse l'unico paese al mondo che non si difende, che consente l'ingresso indiscriminato tanto di lavoratori quanto di merci (alimentari e non) che compromettono sia i postii di lavoro italiani e sia i prodotti tipici italiani.

    Mi spiace per Benetazzo ma qui si dimostra ababstanza ignorante e qualunquista.


    1) l'ingreso indiscriminato di lavoratori stranieri con cifre da incubo è tipico di tutto l'Occidente ex ricco, a partire da USA e Gran Bretagna, gli inventori della globalizzazione, che ne soffrono al pari nostro.

    2) la rinuncia ad ogni forma di protezionismo anche ...

    Benetazzo nei suoi discorsi, peraltro abbastanza centrati su altre cose, dimostra di peccare di provincialismo nel giudicare l'Italia, in realtà altri paesi sono nella stessissima barca. E altri stanno peggio di noi, Grecia e Islanda in primis, l'Inghilterra si rumoreggia rischio default etc.
    Salus Padaniae suprema lex.
    Chi porta una svastica e dice di voler difendere la Padania, l'Italia o l'Europa, se non è un ragazzino di sedici anni giustamente incazzato ,è un adulto imbecille o un provocatore al servizio del nemico.

  5. #5
    de-elmettizzato.
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    CHIUDETE LE MOSCHEE ! ABBATTETE I MINARETI!
    Preferisco di no.

  6. #6
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    CHIUDETE LE MOSCHEE ! ABBATTETE I MINARETI!
    se vuoi i negri li concentriamo tutti a casa tua.

  7. #7
    de-elmettizzato.
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Citazione Originariamente Scritto da costantino Visualizza Messaggio
    se vuoi i negri li concentriamo tutti a casa tua.
    Ho mangiato lenticchie stasera. Non gli converrebbe.
    Preferisco di no.

  8. #8
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Miles Visualizza Messaggio
    Ho mangiato lenticchie stasera. Non gli converrebbe.
    facciamo domani allora.

  9. #9
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Citazione Originariamente Scritto da belenos Visualizza Messaggio
    Siamo forse l'unico paese al mondo che non si difende, che consente l'ingresso indiscriminato tanto di lavoratori quanto di merci (alimentari e non) che compromettono sia i postii di lavoro italiani e sia i prodotti tipici italiani.

    Mi spiace per Benetazzo ma qui si dimostra ababstanza ignorante e qualunquista.


    1) l'ingreso indiscriminato di lavoratori stranieri con cifre da incubo è tipico di tutto l'Occidente ex ricco, a partire da USA e Gran Bretagna, gli inventori della globalizzazione, che ne soffrono al pari nostro.

    2) la rinuncia ad ogni forma di protezionismo anche ...

    Benetazzo nei suoi discorsi, peraltro abbastanza centrati su altre cose, dimostra di peccare di provincialismo nel giudicare l'Italia, in realtà altri paesi sono nella stessissima barca. E altri stanno peggio di noi, Grecia e Islanda in primis, l'Inghilterra si rumoreggia rischio default etc.
    Certo, anche le altre nazioni europee non sono certamente ben messe (proprio ieri sulla Stampa c'era un articolo che descriveva il declino senzxa precedenti della middle class britannica, al punto che sono in aumento i furtarelli per arrivare a fine mese e Brown ha chiesto la decurtazione del 20% degli stipendi dei dipendenti pubblici, cosa che prima o poi arriverà anche qui) ma è indubbio che la situazione italiana (senza veri ammortizzatori per chi non ha lavoro) sia in prospettiva peggiore per i lavoratori, visto che pure io penso che una volta che le fabbriche chiudono sarà molto difficile vederne aprire di nuove....
    A meno che non ci si esalti, come vedo fare nei telegiornali e su alcuni quotidiani, per l'aumento di richieste per parrucchieri, camerieri, ecc.
    Con questo non voglio assolutamente sputare su alcuni lavori (ogni lavoro, se onesto, è dignitoso) ma a mio avviso sono il segnale del declino dell'Italia manufatturiera e produttiva, che permetteva a numeri enormi di persone di milgiorare la propria situazione.

    Ovviamente, tutto cambia se ci riferisce alle elités, ai privilegiati, agli amici-degli-amici: per questa gente essere in fase di boom o recessione non fa nessuna differenza, bene stanno e ancor meglio staranno.

    La questione è che dall'inizio degli anni '90 una classe di politicanti infami, in Italia come in tutta Europa, ha martellato in ogni modo ed occasione sul fatto che la globalizzazione avrebbe rappresentato una nuova Età dell'Oro per tutti gli europei, demonizzando chiunque mettesse in discussione questa falsa visione, mentendo a milioni di cittadini.
    Ovviamente, moltissimi ci sono cascati...

    Per questo penso che il supporto alla filosofia della decrescita e la contemporanea resistenza al turbocapitalismo debba essere accentuata. La perdita di una visione più globale, pur nell'ottica nazionalista, sarebbe deleteria per la lotta di resistenza.

  10. #10
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    Predefinito Rif: L'analisi di Benetazzo sulla tragedia occupazionale in Italia

    Citazione Originariamente Scritto da Autonomia Nazionale Visualizza Messaggio
    La questione è che dall'inizio degli anni '90 una classe di politicanti infami, in Italia come in tutta Europa, ha martellato in ogni modo ed occasione sul fatto che la globalizzazione avrebbe rappresentato una nuova Età dell'Oro per tutti gli europei, demonizzando chiunque mettesse in discussione questa falsa visione, mentendo a milioni di cittadini.
    Ovviamente, moltissimi ci sono cascati...
    stai tranquillo che x salvare il culo saranno i primi a dire che la globalizzazione è uno schifo e l'europa ha prosperato in altri modi...

 

 
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