COLONIA - Oggi alle 12 il Papa visiterà la sinagoga di Colonia, una delle più antiche della Germania, completamente distrutta dai nazisti nel 1938 durante la “notte dei cristalli” e ricostruita nel 1959. La visita nasce dall’invito formulato dalla comunità ebraica di Colonia a Ratzinger all’indomani della sua elezione al soglio di Pietro. E’ la seconda volta che un Papa visita un tempio ebraico da quando Giovanni Paolo II si recò alla sinagoga di Roma nell’aprile del 1986.
La visita, dunque, suscita aspettative e speranze nella comunità ebraica tedesca. “Speriamo che la visita di oggi sia un segno per il futuro - commenta Michael Rado, del comitato direttivo della sinagoga di Colonia - nonostante gli sforzi della Chiesa negli ultimi anni, nella testa di molte persone è ancora diffuso l’antisemitismo di matrice religiosa”. “Se il Papa compie il passo di visitare la sinagoga rende chiaro una volta per tutte che nella Chiesa non ci può essere posto per questo antisemitismo” continua Rado.
Il fatto che papa Ratzinger sia tedesco per gli esponenti ebraici non è un elemento particolarmente decisivo. “Guardiamo a lui come al Papa - spiega Ebi Lehener, un altro esponente del tempio di Colonia - come al capo della Chiesa cattolica e non tanto come a un tedesco, forse per lui visitare una sinagoga del suo paese è anche più facile”.
Il rabbino Natanael Teitelbaum sottolinea il fatto che “oggi siamo qui non solo come comunità di Colonia, ma anche come popolo ebraico”. E anche se il cerimoniale prevede più spazi liturgici che momenti di conversazione, “le parti avranno occasione per dimostrare rispetto reciproco”. “Possiamo tutti - sottolinea il rabbino - imparare gli uni dagli altri, non necessariamente su temi religiosi, ma anche in altri campi, come per esempio la convivenza, o gli aspetti etici, o l’impegno per la pace”.
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