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  1. #81
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    Predefinito A New Orleans uccide l'effetto serra

    in queste ore la Casa Bianca sta nascondendo all'opinione pubblica mondiale ciò che la comunità scientifica internazionale ha previsto da anni, ovvero che il surriscaldamento del Pianeta è dovuto allo scellerato modello di sviluppo neoliberista

    A New Orleans uccide l'effetto serra, non Katrina. Firmato: Rifkin

    Il presidente della FET a «Sbilanciamoci!»: Bush nasconde quel che gli scienziati sanno
    Cristiano Lucchi*
    Jeremy Rifkin, presidente della Foundation on Economic Trends, ma soprattutto guru dell'economia all'idrogeno è impietoso nei confronti del suo paese, gli Stati Uniti. Intervenendo al Forum di Sbilanciamoci! L'impresa di un'economia diversa (in corso in questi giorni nella periferia romana del Corviale) ha chiuso la sua conferenza con parole molto dure contro George W. Bush: «A New Orleans siamo stati colpiti dall'effetto serra e non da un semplice uragano. E in queste ore la Casa Bianca sta nascondendo all'opinione pubblica mondiale ciò che la comunità scientifica internazionale ha previsto da anni, ovvero che il surriscaldamento del Pianeta è dovuto allo scellerato modello di sviluppo neoliberista. L'unica lezione che possiamo cogliere da questa tragedia è che finalmente adesso può aprirsi uno spiraglio per discutere seriamente di sostenibilità ambientale anche negli Stati Uniti».
    Jeremy Rifkin ha impostato la sua conferenza sulle differenze tra il sogno americano, individualista e autosufficiente, e il sogno europeo, comunitario e alla ricerca di uno stile di vita all'insegna del benessere diffuso. «Oggi l'economia degli Stati Uniti sta per frantumarsi, siamo usciti dall'ultima recessione dotando ogni americano di una carta di credito. L'attuale crescita mette le radici nei consumi di coloro che spendono soldi che non hanno. Per la prima volta, nel 2005, negli USA ci saranno più persone che hanno aperto una procedura individuale di fallimento che laureati».

    Rifkin mette sotto accusa l'indifferenza sociale degli Stati Uniti. «Solo l'11% del PIL viene impiegato nella spesa sociale, mentre in Europa è, nonostante tutto, ancora al 26%. Molti indici di benessere ci dicono ormai che la società europea è migliore di quella americana. A partire dal livello della scuola primaria e secondaria, del sistema sanitario pubblico che da noi non è più un diritto sociale ma un privilegio di pochi, della durata media della vita, superiore in Europa, o della mortalità infantile, in questo caso inferiore».

    Rifkin coltiva a Corviale il sogno europeo, ricordando come, dopo 2.000 anni di violenze, in soli 50 anni siamo stati capaci di vivere in pace e di unire le forze dei rispettivi paesi costituendo l'Unione Europea. «Avete davanti a voi una grande opportunità per diventare i protagonisti mondiali in campo economico e politico. Un'opportunità che gli USA non hanno più e per la quale né India né Cina possono competere. Si tratta del denaro che non avete speso, che è impiegato nei risparmi e che può essere investito per sostenere il welfare e un'economia al servizio della persona. E' necessario a proposito essere molto chiari su un punto. - afferma l'economista statunitense - Questo: non esiste nessuna correlazione negativa tra diritti sociali, qualità della vita, ammortizzatori sociali e la promozione di un'economia positiva».

    Ma Giulio Marcon, portavoce di Sbilanciamoci! , non cede alla lusinga: «Attenzione a non scivolare definitivamente nel sogno americano - ammonisce - anche in Italia il credito al consumo sta crescendo a livelli vertiginosi, questo perché le famiglie faticano a mantenere gli stili di vita di pochi anni fa. E' necessario per questo che i cambiamenti proposti da Rifkin e che la campagna Sbilanciamoci! sostiene da anni, vengano tradotti rapidamente in politiche concrete. Se l'Unione vincerà le prossime politiche questa dovrà essere la strada obbligata per dare un futuro al paese e alle prossime generazioni».

    *Ag. Metamorfosi

  2. #82
    Forumista junior
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    Predefinito New Orleans travolta dall'effetto serra

    New Orleans travolta dall'effetto serra

    Nei documenti ufficiali dell' Onu e non solo delle associazioni ambientaliste da anni si scrive che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come gli uragani
    Prudentemente -o signorilmente? – di fronte all’enormità della evacuazione di New Orleans non si sono ancora fatti udire con forza i commenti ambientalisti sulla probabile causa dell’intensità dell’uragano. Ma da anni - nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite e non solo delle associazioni ambientaliste - si va dicendo che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come appunto sono gli uragani. Sul giornale on line del Massachussets Institute for Technology si riporta in questi giorni uno studio realizzato dal docente in meteorologia Kerry Emanuel, della stessa Università. Negli ultimi trent’anni c’è già stato circa un raddoppio del potenziale distruttivo degli uragani, dovuto almeno in parte al riscaldamento globale, dice il Mit. E per il futuro , scrive freddamente Emanuel, “ il riscaldamento globale unito a un aumento della popolazione costiera porterà a un aumento delle perdite umane dovute a questo fattore nel 21 esimo secolo”. Non esplicita se si riferisce solo al Sud del mondo o anche agli Usa…“Sono ormai evidenti le tendenze al cambiamento nelle regioni degli uragani, dovute al riscaldamento globale. I cambiamenti coinvolgono l’intensità degli uragani, la loro forza e la quantità di pioggia che portano con sé. Rimane incerto solo l’effetto sul numero degli uragani.”: questo lo scrive, intanto, il climatologo statunitense Kevin Trenberth sul numero di giugno 2005 di Science. “ La maggior parte degli uragani che colpiscono la costa degli Stati Uniti nascono nell’area tropicale dell’Atlantico Settentrionale, dove è stato più netto l’aumento dela temperature della superficie del mare nell’ultimo decennio. Mentre il vapore acqueo sugli oceani a livello mondiale è aumentato del 2% dal 1988. Superficie marina più calda e più vapore acqueo forniscono più energia alle tempeste che alimentano gli uragani. E’ invece il numero degli uragani che forse non è in aumento, lo si constata empiricamente negli ultimi anni e teoricamente I modelli computerizzati sono discordanti per quanto riguarda l distribuzione del vento che può spingere alla formazione degli uragani.”
    Evidenze scientifiche sempre più riconosciute, e che sono nei fondamenti culturali di decisioni politiche sempre più allargate come il protocollo di Kyoto, non possono portare a dire con certezza che questo specifico uragano Katrine sia provocato dall’aumento delle emissioni di C02. Ma la consapevolezza di questi legami si sta allargando anche negli Stati Uniti. Quattro stati del Nord Est degli Usa hanno deciso un loro parziale protocollo di Kyoto. Quattro sindaci di altrettante città sono riusciti, dopo anni di preparazione ed istruttoria, e con l’aiuto di Greenpeace e Friends of the Earth, a far aprire un procedimento giudiziario per “procurato effetto serra” contro l’agenzia federale Usa che ha finanziato recenti progetti petroliferi. Se fosse altrettanto battagliero potrebbe farlo anche il sindaco di New Orleans.

  3. #83
    proteus
    Ospite

    Predefinito

    E' chiaro a tutti
    che in caso di divergenze scientifiche di opinione
    in relazione a temi controversi come l'inquinamento
    elettromagnetico e il riscaldamento della terra
    dovuto all'attività umana.....

    è chiaro a tutti che la scienza e la politica
    ricorrono giustamente al metodo della precauzione
    come prevenzione di rischi possibili.

    E' così che si fa,
    come indica Kyoto e come indicano
    gli scienziati e i politici non irresponsabili.

    E poi ci sono quelli a cui non frega nulla dei rischi...
    ma questo non è scientifico né ragionevole.

  4. #84
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    Predefinito Re: New Orleans travolta dall'effetto serra

    In Origine Postato da Dragorosso
    New Orleans travolta dall'effetto serra

    Nei documenti ufficiali dell' Onu e non solo delle associazioni ambientaliste da anni si scrive che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come gli uragani
    Prudentemente -o signorilmente? – di fronte all’enormità della evacuazione di New Orleans non si sono ancora fatti udire con forza i commenti ambientalisti sulla probabile causa dell’intensità dell’uragano. Ma da anni - nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite e non solo delle associazioni ambientaliste - si va dicendo che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come appunto sono gli uragani. Sul giornale on line del Massachussets Institute for Technology si riporta in questi giorni uno studio realizzato dal docente in meteorologia Kerry Emanuel, della stessa Università. Negli ultimi trent’anni c’è già stato circa un raddoppio del potenziale distruttivo degli uragani, dovuto almeno in parte al riscaldamento globale, dice il Mit. E per il futuro , scrive freddamente Emanuel, “ il riscaldamento globale unito a un aumento della popolazione costiera porterà a un aumento delle perdite umane dovute a questo fattore nel 21 esimo secolo”. Non esplicita se si riferisce solo al Sud del mondo o anche agli Usa…“Sono ormai evidenti le tendenze al cambiamento nelle regioni degli uragani, dovute al riscaldamento globale. I cambiamenti coinvolgono l’intensità degli uragani, la loro forza e la quantità di pioggia che portano con sé. Rimane incerto solo l’effetto sul numero degli uragani.”: questo lo scrive, intanto, il climatologo statunitense Kevin Trenberth sul numero di giugno 2005 di Science. “ La maggior parte degli uragani che colpiscono la costa degli Stati Uniti nascono nell’area tropicale dell’Atlantico Settentrionale, dove è stato più netto l’aumento dela temperature della superficie del mare nell’ultimo decennio. Mentre il vapore acqueo sugli oceani a livello mondiale è aumentato del 2% dal 1988. Superficie marina più calda e più vapore acqueo forniscono più energia alle tempeste che alimentano gli uragani. E’ invece il numero degli uragani che forse non è in aumento, lo si constata empiricamente negli ultimi anni e teoricamente I modelli computerizzati sono discordanti per quanto riguarda l distribuzione del vento che può spingere alla formazione degli uragani.”
    Evidenze scientifiche sempre più riconosciute, e che sono nei fondamenti culturali di decisioni politiche sempre più allargate come il protocollo di Kyoto, non possono portare a dire con certezza che questo specifico uragano Katrine sia provocato dall’aumento delle emissioni di C02. Ma la consapevolezza di questi legami si sta allargando anche negli Stati Uniti. Quattro stati del Nord Est degli Usa hanno deciso un loro parziale protocollo di Kyoto. Quattro sindaci di altrettante città sono riusciti, dopo anni di preparazione ed istruttoria, e con l’aiuto di Greenpeace e Friends of the Earth, a far aprire un procedimento giudiziario per “procurato effetto serra” contro l’agenzia federale Usa che ha finanziato recenti progetti petroliferi. Se fosse altrettanto battagliero potrebbe farlo anche il sindaco di New Orleans.
    Nei documenti ufficiali dell'ONU (leggi IPCC reports) si legge CHE NON C'E' NESSUN AUMENTO DEGLI EVENTI CLIMATICI ESTREMI.

    Per di più...

    Experts: Global Warming Didn't Cause Katrina
    Phil Brennan
    Thursday, Sept. 1, 2005
    It didn't take long for the media to blame the devastation caused by Hurricane Katrina on global warming, even though most climate experts dispute the idea.

    In the Boston Globe - owned lock, stock and barrel by the New York Times, an avid promoter of global warming – Ross Gelbspan led off by informing his readers, "The Hurricane that struck Louisiana yesterday was nicknamed Katrina by the National Weather Service. Its real name is global warming."

    He went on to claim: "As the atmosphere warms, it generates longer droughts, more-intense downpours, more-frequent heat waves, and more-severe storms. Although Katrina began as a relatively small hurricane that glanced off south Florida, it was supercharged with extraordinary intensity by the relatively blistering sea surface temperatures in the Gulf of Mexico."
    But Dr. Stanley Goldenberg, a meteorologist at the Hurricane Research Division of the National Oceanic & Atmospheric Administration (NOAA), told NewsMax.com: "I speak for many hurricane climate researchers in saying that claims like that are nonsense.
    "Katrina is part of a well-documented multidecadal-scale fluctuation in hurricane activity. This cycle was described in a heavily cited article printed in the journal Science in July 2001."
    Dr. Goldenberg's colleague at NOAA, Chris Landsea, agreed. "Hurricanes have been going on for a long, long time," he told NewsMax.com in an exclusive interview.
    "They date back to Columbus' voyages and the Chinese have been writing about typhoons for a thousand years. Hurricanes are certainly a natural phenomenon.
    "The question is are there any man made changes to hurricanes, and it's an important one to ask because we are changing the chemistry of the atmosphere. We're adding more carbon dioxide and methane and it does change the radiation and it's going to warm things up – some say a moderate amount and some say by a small amount, which is open to scientific debate.
    "We also know that hurricanes are heat engines – they extract energy from the warm tropical oceans and release that heat in thunderstorm activity."
    Even if by the year 2100 there is a doubling of carbon dioxide emissions and possibly a warming of the oceans by three degrees F., the overall change in the energy available to hurricanes would be fairly small, said Landsea.
    "Our best guess now is that in about 100 years we may see hurricanes about five percent stronger than they are today with about five percent more rain. A five percent change is so small that it would hardly be noticeable."
    Dr. Landsea concluded: "If you look at the raw hurricane data itself, there is no global warming signal. What we see instead is a strong cycling of activity. There are periods of 25 to 40 years where it's very busy and then periods of 25 to 40 years where it's fairly quiet.
    "The last 10 years have certainly been busy but it is our suggestion that what we are seeing now we have seen before in the period from the late 1920s to the late 1960s, which was extremely active with Atlantic hurricanes. If you look at the raw data it doesn't show the last 10 years to be out of the ordinary."
    Dr. William Gray, the professor of atmospheric science at Colorado State University who issues annual forecasts for the hurricane season, says the severity of hurricane seasons changes with cycles of temperatures over several decades in the Atlantic Ocean. The recent onslaught, he explained "is very much natural."
    According to Kenneth Chang, writing in the New York Times, Dr. Gray reported that from 1970 to 1994 the Atlantic was relatively quiet, with no more than three major hurricanes in any year and none at all in three of those years. Cooler water in the North Atlantic strengthened wind shear, which tends to tear storms apart before they turn into hurricanes.
    In 1995, he said, hurricane patterns reverted to the active mode of the 1950s and 1960s. From 1995 to 2003, 32 major hurricanes, with sustained winds of 111 miles per hour or greater, stormed across the Atlantic. It was merely chance, Dr. Gray told Chang, that only three of them struck the United States at full strength.
    Historically, the rate has been 1 in 3.
    Then last year, three major hurricanes, half of the six that formed during the season, hit the United States. A fourth, Frances, weakened before striking Florida.
    Said Dr. Gray: "We were very lucky in that eight-year period, and the luck just ran out."

    NOTARE - chi dice queste cose fa parte dell'IPCC.

  5. #85
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    Predefinito Re: New Orleans travolta dall'effetto serra

    In Origine Postato da Dragorosso
    New Orleans travolta dall'effetto serra

    Nei documenti ufficiali dell' Onu e non solo delle associazioni ambientaliste da anni si scrive che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come gli uragani
    Prudentemente -o signorilmente? – di fronte all’enormità della evacuazione di New Orleans non si sono ancora fatti udire con forza i commenti ambientalisti sulla probabile causa dell’intensità dell’uragano. Ma da anni - nei documenti ufficiali delle Nazioni Unite e non solo delle associazioni ambientaliste - si va dicendo che una delle conseguenze più temibili dell’effetto serra provocato dall’aumento delle emissioni dei combustibili fossili è proprio l’aumento della forza degli eventi estremi, come appunto sono gli uragani. Sul giornale on line del Massachussets Institute for Technology si riporta in questi giorni uno studio realizzato dal docente in meteorologia Kerry Emanuel, della stessa Università. Negli ultimi trent’anni c’è già stato circa un raddoppio del potenziale distruttivo degli uragani, dovuto almeno in parte al riscaldamento globale, dice il Mit. E per il futuro , scrive freddamente Emanuel, “ il riscaldamento globale unito a un aumento della popolazione costiera porterà a un aumento delle perdite umane dovute a questo fattore nel 21 esimo secolo”. Non esplicita se si riferisce solo al Sud del mondo o anche agli Usa…“Sono ormai evidenti le tendenze al cambiamento nelle regioni degli uragani, dovute al riscaldamento globale. I cambiamenti coinvolgono l’intensità degli uragani, la loro forza e la quantità di pioggia che portano con sé. Rimane incerto solo l’effetto sul numero degli uragani.”: questo lo scrive, intanto, il climatologo statunitense Kevin Trenberth sul numero di giugno 2005 di Science. “ La maggior parte degli uragani che colpiscono la costa degli Stati Uniti nascono nell’area tropicale dell’Atlantico Settentrionale, dove è stato più netto l’aumento dela temperature della superficie del mare nell’ultimo decennio. Mentre il vapore acqueo sugli oceani a livello mondiale è aumentato del 2% dal 1988. Superficie marina più calda e più vapore acqueo forniscono più energia alle tempeste che alimentano gli uragani. E’ invece il numero degli uragani che forse non è in aumento, lo si constata empiricamente negli ultimi anni e teoricamente I modelli computerizzati sono discordanti per quanto riguarda l distribuzione del vento che può spingere alla formazione degli uragani.”
    Evidenze scientifiche sempre più riconosciute, e che sono nei fondamenti culturali di decisioni politiche sempre più allargate come il protocollo di Kyoto, non possono portare a dire con certezza che questo specifico uragano Katrine sia provocato dall’aumento delle emissioni di C02. Ma la consapevolezza di questi legami si sta allargando anche negli Stati Uniti. Quattro stati del Nord Est degli Usa hanno deciso un loro parziale protocollo di Kyoto. Quattro sindaci di altrettante città sono riusciti, dopo anni di preparazione ed istruttoria, e con l’aiuto di Greenpeace e Friends of the Earth, a far aprire un procedimento giudiziario per “procurato effetto serra” contro l’agenzia federale Usa che ha finanziato recenti progetti petroliferi. Se fosse altrettanto battagliero potrebbe farlo anche il sindaco di New Orleans.

    Ecco cosa scrivono nei DOCUMENTI UFFICIALI DELL'ONU:

    PERFINO I SOSTENITORI DELLA TESI SECONDO CUI IL GLOBAL WARMING E' COLPA DELL'UOMO (leggi IPCC) ammettono che NON ESISTONO PROVE DELL'AUMENTO DI FREQUENZA E INTENSITA' DI URAGANI, TIFONI E AALTRI FENOMENI ATMOSFERICI CATASTROFICI.

    Cito dal RAPPORTO IPCC 2001 (il più recente):

    "Changes in tropical and extra-tropical storm intensity and
    frequency are dominated by inter-decadal to multi-decadal
    variations, with no significant trends over the 20th century
    evident."

    e ancora:

    "No systematic changes in the frequency of tornadoes, thunder days, or hail events are evident..."

 

 
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