Amos Luzzato(pres. comunità ebraiche) : Togliere il crocifisso dalle scuole

[Colombo da Priverno]

Consiglio di Stato - Adunanza Sezione II

Parere 27 aprile 1988

n. 63/1988



Massima.

"Le norme dell'art. 118, r. d. 30 aprile 1924, n. 965 e l'all. C al r.d. 26 aprile 1928, n. 1297 che prevedono l'esposizione del crocefisso nelle aule scolastiche non possono essere considerate implicitamente abrogate dalla nuova regolamentazione concordataria sull'insegnamento della religione cattolica."




Parere

Ministero della P.I.
Insegnamento della religione cattolica ed esposizione dell'immagine del Crocifisso nelle aule scolastiche - Quesito.

La Sezione


Vista la relazione in data 20 gennaio 1988, prot. n. 253, con la quale il Ministero della P.I. - Direzione generale istruzione tecnica - previa autorizzazione del Ministro, ha chiesto il parere del Consiglio di Stato in ordine al quesito indicato in oggetto;

Esaminati gli atti ed udito il relatore;

Premesso che: con il quesito di cui trattasi, l'Amministrazione, posto in evidenza il nuovo quadro normativo in base al quale viene impartito l'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, chiede di conoscere se le disposizioni di cui all'art. 118 del R.D. 30 aprile 1924, n. 965 e quelle di cui all'allegato C del R.D. 26 aprile 1928, n. 1297, concernenti la esposizione dell'immagine del Crocifisso nelle scuole, possano considerarsi tuttora vigenti oppure debbano ritenersi implicitamente abrogate, perché in contrasto con il nuovo assetto normativo della materia.

Considerato: In fatto ed in diritto quanto rappresentato dalla Amministrazione.

La Sezione ritiene, anzitutto, di dover evidenziare che il Crocifisso o, più semplicemente, la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendente da specifica confessione religiosa.

In disparte da ciò, sembra alla Sezione che ai fini di un più razionale esame del quesito, sia opportuno tenere distinta la normativa riguardante l'affissione dell'immagine del Crocifisso nelle scuole da quella relativa all'insegnamento della religione cattolica.

L'indagine deve mirare a stabilire, in buona sostanza, se, a parte l'indubbio significato storico-culturale cui si è prima accennato, le disposizioni citate in premessa le quali consentono l'esposizione dell'immagine del Crocifisso nelle scuole, siano tuttora vigenti oppure siano da ritenere implicitamente abrogate, perché in contrasto con il nuovo assetto normativo in materia, derivante dall'Accordo, con protocollo addizionale, intervenuto tra la Repubblica Italiana e la Santa Sede, con il quale sono state apportate modificazioni al Concordato Lateranense dell'11 febbraio 1929.

A tale riguardo, devesi rilevare che le due norme citate, di natura regolamentare, sono preesistenti ai Patti Lateranensi e non si sono mai poste in contrasto con questi ultimi.

Nulla, infatti, viene stabilito nei Patti Lateranensi relativamente all'esposizione del Crocifisso nelle scuole o, più in generale negli uffici pubblici, nelle aule dei tribunali e negli altri luoghi nei quali il Crocifisso o la Croce si trovano ad essere esposti. Conseguentemente, le modificazioni apportate al Concordato Lateranense, con l'accordo, ratificato e reso esecutivo con la Legge 25 marzo 1985, n. 121, non contemplando esse stesse in alcun modo la materia de qua, così come nel Concordato originario, non possono influenzare, né condizionare la vigenza delle norme regolamentari di cui trattasi.

Non si è quindi, tuttora, verificata nei confronti delle medesime, alcuna delle condizioni previste dall'art. 15 delle disposizioni sulla legge in generale. In particolare, non appare ravvisabile un rapporto di incompatibilità con norme sopravvenute né può configurarsi una nuova disciplina dell'intera materia, già regolata dalle norme anteriori.

Occorre, poi, anche considerare che la Costituzione repubblicana, pur assicurando pari libertà a tutte le confessioni religiose non prescrive alcun divieto alla esposizione nei pubblici uffici di un simbolo che, come quello del Crocifisso, per i principi che evoca e dei quali si è già detto, fa parte del patrimonio storico.

Né pare, d'altra parte, che la presenza dell'immagine del Crocifisso nelle aule scolastiche possa costituire motivo di costrizione della libertà individuale a manifestare le proprie convinzioni in materia religiosa.

Conclusivamente, quindi, poiché le disposizioni di cui all'art. 118 del R.D. 30 aprile 1924, n. 965 e quelle di cui all'allegato C del R.D. 26 aprile 1928, n. 1297, concernenti l'esposizione del Crocifisso nelle scuole, non attengono all'insegnamento della religione cattolica, né costituiscono attuazione degli impegni assunti dallo Stato in sede concordataria, deve ritenersi che esse siano tuttora legittimamente operanti.

P.Q.M.

Nelle suesposte considerazioni è il parere della Sezione

[Dario]

In Origine Postato da Trilateral
...I valori naturali sono solo cattolici perchè sono parte fondamentale della legge ebraica che è una legge universale .

Trilateral, ancora non ho capito se sei un finissimo umorista o se continui a dire cazzate.

Una parola definitiva da parte tua sarebbe chiarificatrice. Forse.

[turbolenza]

secondo me l; unica scuola veramente
laica e'quella che non insegna niente.
Nessun sapere, nessuna cultura trasmessa,
questa e'la unica garanzia di imparzialita

Detto questo ci sono scuole laiche , come quella francese che funzionano bene, ma li se non ci sono crocifissi ci sono altri simboli perche i simboli piu importanti sono quelli viventi e un insegnante che si prodiga per dare un buon insegnamento secondo la sua morale o la sua religione trasmette implicitamente dei messaggi morali e religiosi anche se il suo discorso esplicito riguarda materie disparate.

Il retaggio culturale di una nazione non si spazza via cosi, semplicemente levando un simbolo, esso e'ancorato in maniera forte all'essenza stessa di un popolo.

Per strappare tale retaggio esistono metodi molto piu potenti , la televisione e la ipnosi pubblicitaria per esempio, il culto del successo personale materiale che e'scandito da tutti i media all unisono

[bianconero (POL)]

In Origine Postato da Dario
Presto faremo un referendum per capire che cosa ci avete dentro alla testa.
Per togliere il crocifisso dai locali pubblici non c'è bisogno di referendum, dato che l'Italia è un paese laico. Basta toglierlo e festa finita.

Dovete abrogare una legge, mi pare.

[beppe2]

In Origine Postato da Trilateral
Sia il musulmano , sia i Bhddisti , sia gli ebrei ( poi dicono che sono ebreo ) , sia l'ateo , li rispettiamo nella loro coscienza , cioe a casa loro . Questi non possono avere nulla di pubblico a casa nostra nella societa civile in un regime antidemocratico. Non sono obbligati ad andare a messa la domenica , ma il loro credo rimane un fatto privato e lo rispettiamo qualora non venga manifestato . Piu di questo non si puo concede in uno stato basato sui valori universali che vede nel cattolicesimo l'unico sbocco della religione naturale mondiale .
L'ateo pero' si trova in una situazione peggiore perchè per lui è fondamentale la democrazia e non i valori universali dello stato .
Senza la democrazia lui non puo avere l'eutanasia, la manipolazione genetica dell'embrione , la facolta di scegliere il sesso , l'aborto , la poligamia , il matrimonio gay ..... tutti valori fatti passare per democrazia anche dai cattocomunisti o cattocapitalisti .
I valori naturali sono solo cattolici perchè sono parte fondamentale della legge ebraica che è una legge universale .

Sì, bravo, le altre religioni sono un fatto privato mentre la tua è una "legge universale" che deve permeare lo Stato...
E poi dicono dei talebani...

[Zefram_Cochrane]

In Origine Postato da Trilateral
ci sono dei valori nell'uomo , che sono catà olon , cioe di tutti .
questi li elencò la cultura ebraica tramite il popolo eletto .

TUTTE LE RELIGIONI DICONO COSì

[Banditore (POL)]

In Origine Postato da thematrix
Italian Jews’ Crucifix Stand

By Daniel Mosseri in Rome Updated: 23/Aug/2005 17:13









The leader of the Italian Jewish community has called for public displays of crucifixes to be outlawed.

In a statement released last week, Amos Luzzatto, Chair of the Italian Union of Jewish Communities (UCEI) spoke out against the symbols as irreflective of all members of society.

"We do respect the Christian people,” Luzzato said. “But a symbol of divine presence in a public school should be recognisable by the citizens of all faiths and it should address them all in an equal manner.
“Now, since every school hosts citizens with different beliefs or no belief at all, we should rather avoid displaying any symbol".

Silence broken

The new declaration broke the August quiet of Italian politics and followed Pope Benedict XVI’s homily on Assumption of the Virgin Day, August 15.

From his summer residence in Castel Gandolfo, a village on a hill close to Rome, the Pope said that it is important to continuously display the divine presence "through the cross symbol in privates homes as well as in public buildings".

Since the revision of the 1929 Lateran Pacts of between Italy and the Holy See in 1984, the issue of displaying the crucifix in public buildings such as schools, hospitals and law-courts has been controversial and the subject of much debate.

In 2000, the Court of Cassation ruled as illegitimate the presence of the crucifix in polling stations. And, in its court order four year later, the Italian Constitutional Court, recognised that "The mandatory display of the Crucifix in classrooms would violate the state’s duty of equidistance with respect to different faiths and would contradict the need for a neutral public space".

However, the Court has somehow delegated the local authorities to decide whether to display the cross or not.

Rabbi reacts

Rome’s Chief Rabbi Rabbi Riccardo Di Segni, reacted with detachment to the situation. He said: "I think there’s absolutely no new official position of the Church on the issue" he declared.

"It is important that the Pope underlined the religious aspect of the symbol. Benedict XVI is a Pope who talks very openly. In the previous controversies the defence that the crucifix is a cultural symbol is clearly not the case and we must take note of this clarification."



http://www.ejpress.org/article/2490

gurda gli rispondo citando un post di Trilateral anche se non sono solito utilizzare i post altrui...

"LO straniero, dice la legge ebraica , che è normativa della legge naturale , deve integrarsi in tutto e per tutto al popolo in cui si inserisce e per farlo deve accettare la legge naturale di quel popolo e abbandonare del tutto la sua religione . Anzi se uno straniero voleva anetrare a far parte del popolo giudaico, doveva accettare in tutto e per tutto le leggi giudiache . Questo significa fare vera integrazione !"

http://www.politicaonline.net/forum/...0&pagenumber=3

Ora, credo che la comunità ebraica sia un simbolo di come si può non integrarsi quindi le parole di Trilateral forse sono un po' anacronistiche tuttavia credo che il leader ebraico stia cercando di battere il ferro finchè è caldo e magari poter ottenere qualcosa in più o semplicemente sta dimostrando una sua insoddisfazione per avvenimenti legati ai rapporti Cattolici-Comunità Ebraiche...

[anton]

In Origine Postato da Trilateral
noi faremo un referendum e ce lo metteremo di nuovo e guai a chi lotocca ! faremo approvare contemporaneamente la pena di morte per chi osa spostarlo , cosi togliamo tanti rompiballe dalla circolazione .

PAZZO SEI !!!!!
è PROPRIO PERCHè IL CROCIFISSO NELLE SCUOLE FA CRESCERE GENTE PAZZA COME TE CHE BISOGNA TOGLIERLO.

[anton]

La Sezione ritiene, anzitutto, di dover evidenziare che il Crocifisso o, più semplicemente, la Croce, a parte il significato per i credenti, rappresenta il simbolo della civiltà e della cultura cristiana, nella sua radice storica, come valore universale, indipendente da specifica confessione religiosa.

=========
POICHè INNANZI TUTTO NON è COMPITO DEL CONSIGLIO DI STATO EVIDENZIARE QUESTO ASPETTO DEL CONTENDERE...... QUESTA AMMISSIONE DIMOSTRA COME NELL'ESAMINARE AL QJUESTIONE LA SEZIONE DEL CONSIGLIO DI STATO SI ABBANDONATA A ILLAZIONI E DECISIONI PARTIGIANE.
E COMUNQUE DEVE ESSERE LA COSRTE COSTITUZIONALE AD ESAMINARE SE LE NORME SONO ANCORA COSTITZIONALI O MENO.
MI SORPRENDE CHE NESSUNO AANCORA ABBIA IMPUGNATO LA QUESTIONE DI FRONTE ALLA CORTE COSTITUZIONALE.

[Ibrahim]

comunque a parte queste interessanti diatribe sul crocifisso, mi aspetto adesso che su Luzzato i mass-media diano la stessa eco data ad Adel Smith...

altrimenti (prego prendano doverosamente nota TUTTI i neocons) vuol dire che se ci lamentiamo di questa OMOLogAZIONe del pensiero qualche ragione c'è...