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    Predefinito L'Ateo Flew riconosce l'esistenza di Dio

    La Ragione si è fatta carne

    Nei giorni scorsi ha fatto molto scalpore la "conversione" di Anthony Flew
    perché l'accademico era il più celebre esponente dell'ateismo filosofico.
    Nel suo insegnamento - a Oxford, York, Toronto - e nei suoi famosi libri, come God and Philosopher, per anni ha contrapposto la razionalità alla fede in Dio, demolendo - da questi presupposti - ogni possibilità del soprannaturale.
    All'età di 81 anni ha ribaltato tutto: "Tutta la mia vita è stata guidata dal principio del Socrate platonico: segui le prove, dovunque ti conducano". Le ricerche dei biologi, spiega oggi, hanno mostrato una così incredibile complessità nell'organizzazione della vita che è impossibile non riconoscere
    un'intelligenza superiore. Vuole dire che non è razionalmente possibile negare l'esistenza di Dio dopo aver osservato la struttura della vita.
    Eppure ci sono ancora scienziati e intellettuali che la negano. Sembra più pregiudizio ideologico, il loro, che razionalità. Paolo VI osservò: " LaChiesa Cattolica è oggi la sola che difenda la ragione". Esagerava? Il professor Piero Bucci, a un congresso scientifico sulla "Probabilità nelle
    scienze", dichiarò: "Supponiamo che io vada in una grotta preistorica, e vi trovi incisa, su una parete, una scritta, per esempio: 'Nel mezzo del cammin di nostra vita/ mi ritrovai per una selva oscura/ che la diritta via era smarrita'. E supponiamo che io dica ai miei colleghi: in quella grotta, a causa dell'erosione dell'acqua, della solidificazione dei carbonati e dell'
    azione del vento, si è prodotta, per caso, la prima terzina della Divina Commedia. Non mi prenderebbero per matto? Eppure non avrebbero nulla da ridire se dicessi loro che si è formata per caso la prima cellula vivente, che ha un contenuto d'informazioni pari a 5.000 volte l'intera Divina Commedia".
    Il caso Flew dimostra che la ragione si sta facendo strada. E se davveroFlew sarà fedele al suo motto ("segui le prove, ovunque ti conducano") non si limiterà a riconoscere l'esistenza di un Dio lontano che ha tessuto l'universo con la sua Sapienza, ma finirà per scoprire che quel Dio lontano è venuto a cercarci. Finirà anche Flew per affacciarsi alla grotta di Betlemme
    dove quella misteriosa Sapienza si è fatta uomo.
    I greci antichi chiamavano Logos l'evidente razionalità dell'universo, l'ordine misterioso che tutto governa, dal microscopico mondo degli atomi al macrocosmo delle galassie. E San Giovanni inizia il suo Vangelo con una notizia che riguarda proprio quella misteriosa razionalità che ci salva dall
    'assurdo: "Il Logos si è fatto carne ed è venuto ad abitare fra noi". Poi aggiunge un'altra immagine per celebrare l'Incarnazione, la nascita di Gesù: "venne nel mondo la luce vera, quella che illumina ogni uomo". Tutte queste immagini - il Logos, la Ragione , la Luce - spiegano la recente "provocazione" del cardinale Ratzinger che alla Sorbona di Parigi - dunque nel tempio del pensiero francese-laicista più pretenzioso - ha spiegato: è
    il cristianesimo il vero Illuminismo.
    Qualcuno sobbalzerà: il Natale - di solito considerato dolce festa dei
    sentimenti e del cuore - come festa dell'Illuminismo e della razionalità? E'
    un concetto succulento, magari provocante. Ma che significa esattamente?
    Ratzinger (insieme a un grande filosofo, René Girard) spiega: il
    cristianesimo ha messo fine a tutte le superstizioni e le religioni. In
    effetti i cristiani, appena entrano nel mondo, vengono perseguitati nell'
    Impero romano con l'accusa di "ateismo".
    Perché sembravano "atei"? In che senso la nascita di Gesù ha sbaragliato
    tutte le superstizioni e tutti gli dèi? Perché tutte le religioni e le
    superstizioni si fondavano sulla sacralizzazione della Natura (la forma del
    cosmo), del Potere (la forma politica della vita comune) e della Violenza
    (la forma dei rapporti umani).
    Sacralizzazioni che sembravano dare un qualche ordine (profano) alla vita.
    Ma un ordine da schiavi. Il cristianesimo - dicono Ratzinger e Girard - si
    presenta come un'anti-religione: rivela che né la natura, né il potere
    statuale, sono sacri e che non esistono mai ragioni superiori per sopprimere
    vite umane o per sottometterle.
    Le religioni sono un tentativo (imperfetto) dell'uomo di innalzarsi al Cielo
    (tentativo frammisto di molti errori ed aberrazioni). Il cristianesimo è un
    movimento inverso, dall'alto verso il basso, è Dio stesso che scende sulla
    terra e spazza via gli dèi: rivela che la natura - a partire dal Sole e
    dalla Luna - non è sacra, ma è sottoposta al dominio dell'uomo ed è
    conoscibile, nelle sue leggi, dalla razionalità umana (già la Genesi ebraica
    dà questa fondamentale rivelazione). Rivela poi che neanche il potere
    mondano può pretendere gli attributi della divinità, dell'assoluto (proprio
    perché non sacrificavano all'Imperatore scattano le prime persecuzioni
    anticristiane), nessun assetto politico può pretendere la perfezione e l'
    intoccabilità, ma è un ordine terreno, laico e perfettibile sempre.
    Così il cristianesimo spalanca il mondo alla ricerca razionale dell'uomo per
    capire le leggi dell'universo e alla libertà umana che non può più essere
    sottomessa a un dominio assoluto.
    Infine con l'avvento del cristianesimo si rivela che non esiste nessuna
    sacralità della violenza, cioè nessun motivo superiore può giustificare l'
    omicidio, nemmeno Dio stesso, perché il Dio di Abramo (che si è rivelato con
    l'episodio di Isacco) è quello che rifiuta sacrifici umani e si è fatto Lui
    stesso uomo e vittima sacrificale per mettere fine così a tutti i sacrifici
    umani della storia, comunque siano ideologicamente o ritualmente motivati.
    Con Cristo entra nel mondo - per la prima volta, spiega Girard - la "pietà
    per le vittime" che - fra mille contraddizioni e retromarce - ha plasmato
    questi duemila anni ed oggi, aggiunge Girard, sta silenziosamente dilagando
    come la vera cultura globale del mondo, anche nelle civiltà non cristiane
    (da qui la loro risposta violenta e intollerante).
    Dunque per Ratzinger il cristianesimo rappresenta un'esaltazione della ragione, della libertà e del bisogno di amore. E' il vero Illuminismo. Molto spesso nelle recenti polemiche francesi o italiane sulla laicità, si torna assurdamente a contrapporre la ragione e la fede cristiana. Così condannandosi però a non comprendere la nostra civiltà. Massimo Bordin, su Radio Radicale, ha obiettato, nei giorni scorsi sull'uso che io faccio del termine "illuminismo" come connotazione del cristianesimo. "Ci manca solo" ha aggiunto Bordin "che adesso ci presenti Leonardo Sciascia come un cattolico".
    Mi dispiace per Bordin, ma non credo che Sciascia si dichiarerebbe affiliato all'Illuminismo francese. In un'intervista a Laura Lilli di Repubblica, nel 1980, lo scrittore si lamentò proprio del fatto che in Italia lo si
    considerava "un illuminista, peggio, un voltairiano" e poi spiegò: "non voglio Voltaire come padre". Certo non amava affatto il clericalismo (neanche io), ma l'agnostico Sciascia chiedeva che la Chiesa non privasse ilmondo dell'annuncio cristiano per degenerare in club umanistico: "senza annuncio chiaro e centrale della Trascendenza, senza speranza di non morire,la religione" diceva "diventa un club umanitario, un sindacato, un circolo di specialisti in etica, ma non un messaggio che appaghi i bisogni profondi del cuore umano". Sciascia volle poi morire con il crocifisso tra le mani.
    Era quell'uomo inchiodato alla croce infatti il vero Illuminismo, "la luce che splende nelle tenebre". Fidarsi di un Dio come Lui mi sembra la più alta razionalità, la somma saggezza, quella che unisce insieme la mente e il
    cuore.

    Antonio Socci, Il Giornale, 24/12/2004

  2. #2
    torquemada
    Ospite

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