Che differenza vedete tra
Elitè Aristocratico Politica Illuminata al potere
e
Comunità organizzata in maniera Gerarchica e Meritocratica ?
labile e pericolosa differenza
ma attendo vs contributi
Che differenza vedete tra
Elitè Aristocratico Politica Illuminata al potere
e
Comunità organizzata in maniera Gerarchica e Meritocratica ?
labile e pericolosa differenza
ma attendo vs contributi
Il problema non si pone. La prima cosa non esclude la seconda nè viceversa.
Dipende dai criteri di legittimazione, ovvero da dove l'èlite che detiene il potere ha tratto la sua autorità.
Presumo che si dia per scontata la doppia legittimazione 'divina' e 'volontaristica'
eheheh in effetti....:sofico:
Le due cose non mi sembrano affatto incompatibili.
Preferisco comunque una comunità organizzata e consapevole. Un fenomeno di decandenza intrinseca può azzerare una elitè (numericamente ristretta, altrimenti non sarebbe una elitè) e piombare il popolo nel caos. Questo è più difficile se tutta la comunità è organizzata in base a certi valori.
"Io nacqui a debellar tre mali estremi: / tirannide, sofismi, ipocrisia"
IL DISPUTATOR CORTESE
Possono tenersi il loro paradiso.
Quando morirò, andrò nella Terra di Mezzo.
e in base a quali criteri
il cittadino comunitario oltrepassa lo scalino e sale a cittadino elitario ?
non mi parlate di volontà divina o faraonica...altrimenti bocciati.
andiamo sul concreto.
Ultima modifica di msdfli; 10-12-09 alle 16:19
In una comunità non c'è una forte mobilità sociale. Essa è limitata. E laddove ci sia bisogno di rinnovare i membri dell'élites sarà sufficiente un'opera di forte, dura e tenace selezione.
Ultima modifica di Giò; 10-12-09 alle 16:37
Diciamo che i termini "cittadino comunitario" e "cittadino elitario" mi sanno tanto di rivoluzione francese, dove tutti in teoria erano uguali, ma c'era sempre qualcuno di "più uguale" degli altri.
La domanda pone le cose in una prospettiva falsata, oltre a denotare uno scarso spirito reazionario. Già da questo rischi la bocciatura
La questione va posta in altri termini.
Ma andiamo sul concreto, osserviamo il quadro generale, come ce lo possono dare i grandi teorici politici del passato.
Non accettando la volontà divina già si sfalsa la prospettiva, comunque si può parlare di Madre Natura: tutti gli uomini nascono diversi ed in base a tale differenza si dividono i ruoli all'interno della società (qui si parla si società normali).
Ogni essere agisce per l'intimo impulso della sua natura particolare, mirando al bene o alla forma di perfezione naturale che gli è più congeniale, e trova il suo posto in un ordine che si adegua al suo grado di perfezione (come già spiegato da Platone, Aristotele, San Tommaso, e dalla dottrina del dharma nella tradizione indiana).
Il superiore domina sempre l'inferiore e se ne serve, come Dio domina il mondo o come l'anima domina il corpo. Ma nessuna cosa, nessun essere è totalmente privo di valore, perchè ha un suo posto connaturato alla sua essenza che gli permette di svolgere il proprio ruolo in perfetta armonia con i suoi simili ed il resto del mondo.
La concezione della vita sociale si inserisce in questo schema. Come tutta la natura, la società è un sistema di fini e scopi in cui vengono effettuati scambi reciproci in vista del benessere comune, cui contribuiscono diversi tipi di funzioni: contadino, artigiano, sacerdote, etc.
A questo punto sarebbe facile dire: "voglio comandare anch'io".
Ma non è così semplice, perchè il governo è quindi una funzione come tutte le altre. Come i suoi sudditi più infimi, il reggitore è giustificato nelle sue azioni soltanto in forza del suo contributo al bene comune.
Il suo potere, che Dio gli ha dato perchè sappia ordinare felicemente la vita umana, è un ministero, un servigio che egli rende alla comunità che governa.
Il sovrano ha quindi un dovere ben definito: dirigere l'azione di ciascuna classe dello stato in modo che si possa raggiungere in esso quella vita felice e virtuosa che costituisce il fine della società.
Il governo esiste quindi per un fine morale e implica che l'autorità non sia utilizzata per arbitrio o scopi diversi dal benessere comune.
Tutto questo è lontanissimo dalla tirannide o dal governo conquistato con mezzi illegittimi forza bruta, denaro, etc.
Da ciò si può intuire la natura altamente sovversiva della democrazia, che mina le basi stesse del vivere civile e pone il potere nelle mani delle persone più inadatte al suo utilizzo.
Ultima modifica di Victimae; 10-12-09 alle 17:38