UGANDA: 1000 MORTI A SETTIMANA

Non di sola guerra muore l'uomo.


Nel distretto settentrionale di Acholi muoiono circa 1000 persone a settimana, quasi la metà sono bambini.

La causa primaria non è però la guerra contro il fanatico cristiano Joseph Koli e il suo Lra, esercito di liberazione del Signore; da anni imprendibile per il governo di Kampala.

Gran parte delle morti sono dovute a cause diverse dalla guerra, ma non per questo meno feroci.
Tra il milione e mezzo di rifugiati a causa di questo assurdo conflitto, che a tratti pare coltivato con reciproca soddisfazione dalle parti in causa, mietono vittime la malaria e l'Hiv, in un contesto nel quale la fame regna endemica nonostante le campagne di aiuto internazionali.

A versare benzina sul fuoco la decisione delle agenzie Onu di interrompere il flusso di fondi per la lotta all'Hiv.
Decisione resa necessaria dal fatto che l'organizzazione ugandese che lotta contro l'Aids, retta dalla moglie del presidente ugandese in persona, ha sposato l'approccio neo-con, e spende i fondi in campagne per l'astinenza sessuale, assecondata in questo dai pastori evangelici, impegnati a demonizzare l'uso del condom.

Tutto questo mentre viene lanciato l'allarme contro la tubercolosi, che in Africa miete mezzo milione di vittime all'anno, terza causa di morte in Africa dopo l'Aids e la fame.

L'Uganda era riuscita negli anni passati a ridurre di un terzo i contagi da Hiv, ma ora la conversione all'evangelismo della moglie del presidente ha riportato il paese tra quelli più a rischio, sulla scia delle indicazioni degli Stati Uniti, che per parte loro, e volontà di Bush, hanno dirottato i loro fondi dalle associazioni che propongono l'uso del profilattico (strumento del demonio) a quelle che preferiscono affidarsi alla propaganda della castità.

Morti di fame, di guerra e di religione; la terza piaga del ventunesimo secolo.

http://italy.indymedia.org/news/2005/08/861167.php