TELESE (BENEVENTO) - «Berlusconi ha attraversato questi dieci anni imprimendo la propria impronta alla politica e anche polarizzandola. Questa è la fase transitoria, poi la politica riprende il suo corso, le sue regole». Ieri, lunedì, aveva fatto parlare il capo della sua segreteria politica, Armando Dionisi, oggi scende in campo lui personalmente, il leader Udc, per chiedere un «grande, grande, grande cambiamento» nella Cdl. Perché «il tema della leadership non è un tabù né un sacrificio». Risultato: oggi come ieri una nota che gronda indignazione vergata da Sandro Bondi, coordinatore di Forza Italia che chiede a Marco Follini di spiegarsi meglio o di piantarla con questo «confronto paradossale» che indebolisce la maggioranza.
DUELLO - Restano giorni tesi nella Cdl, ormai quotidianamente alle prese con il duello Fi-Udc sulla questione della premiership. Quel «sono insostituibile» di Berlusconi che si mostra rassegnato «all'enorme sacrificio di ricandidarsi» suscita irritazione in Follini che arrivando alla Festa dell'Udeur ribatte che, altro che insostituibile, c'è «un ampio campo di alternative a Berlusconi». Di nomi però non ne fa, anche se qualche ora prima ci aveva pensato un altro centrista, Bruno Tabacci, a tracciare l'identikit dei possibili sostituti del premier. Quattro le opzioni fatte da Tabacci: il presidente della Camera, Pier Ferdinando Casini; il ministro dell'Interno, Beppe Pisanu; il vicepremier Gianfranco Fini; e il presidente della giunta regionale lombarda Roberto Formigoni. E Follini? Se fosse proprio lui l'anti-Berlusconi? «No, per l'amor del cielo...», si schermisce il diretto interessato.
PATTO PER IL PROPORZIONALE - Dalla kermesse udeurrina Follini spinge per la riforma elettorale e lancia un appello a Margherita e Udeur affinché in Parlamento votino a favore del proporzionale insieme all'Udc. «Credo - ha spiegato il leader centrista - che il luogo giusto dove fare i patti sia il Parlamento, ma dato che si parla di patti, insisto con un argomento che mi sta molto a cuore e che è la legge elettorale, una legge elettorale proporzionale che dia una mano a recuperare rappresentatività e governabilità».Richiesta non accolta da Rutelli.
RESTIAMO NELLA CDL - Quindi smentisce seccamente l'eventualità che l'Udc possa correre da sola alle prossime politiche se non ci sarà il cambiamento auspicato nel centrodestra. «Io sto saldamente ancorato» alla tesi «principale e non la indebolisco ragionando sulle eventualità».
Lealtà dunque alla Cdl. Parole che il portavoce di An Ronchi accoglie con sollievo: «L'impressione è che la ragionevolezza prevalga. Del resto, non potrebbe essere altrimenti». I sospetti di movimenti centripeti non sono tuttavia del tutto fugati. Sibilline, in questo senso le frasi di Rutelli, anch'egli presente a Telese. «Adesso, negli ultimi mesi di legislatura ci può essere un cambiamento: non chiedo che Follini cambi campo, ma chiedo che si faccia chiarezza su temi che interessano i cittadini», dichiara il presidente della Margherita. Che pone tre condizioni per il dialogo con l'Udc: bloccare la devolution, la legge ex Cirielli e dimettere il governatore della Banca d'Italia.
Dal sito del Corsera, 30 agosto 2005