Dal Giornale di Brescia
Franco Bassini
Il Brescia è a posto con l’Inail e quindi non ha nulla da temere per il ricorso al Tar del Lazio da parte del Napoli. Di più. Alla luce della situazione fiscale «non in regola» di una squadra iscritta alla serie A, la compagine del presidente Corioni potrebbe venire ripescata nella massima serie. Parola di Roberto Maroni, ministro del Welfare, che, raggiunto telefonicamente nel primo pomeriggio di ieri per capire quale fondatezza potesse avere il ricorso al Tar del Lazio del Napoli contro un pugno di società di serie B - tra le quali il Brescia - che non sarebbero in regola con i versamenti dell’Inail, non solo ha «assolto» la società di via Bazoli, ma aperto orizzonti fino a quel momento impensabili. Sembra configurarsi una situazione singolare, che vedrebbe un ministro della Lega «alleato» del Napoli... «Questo è falso. Io sono alleato di chi rispetta le regole. La vicenda è semplice. Circa dieci giorni fa è stata presentata un’interrogazione parlamentare che chiedeva se i contributi che le società in genere - e nel caso specifico le squadre di calcio - pagano all’Inail sono da considerarsi o meno di carattere previdenziale. L’interrogazione nasce dall’iniziativa del Napoli, che contestava alla Figc l’ammissione di squadre di serie A, ma soprattutto di B, che non avevano pagato i contributi Inail. La Figc afferma che l’Inail non è un ente di previdenza e che quindi per iscriversi era sufficiente essere in regola con i contributi pagati all’Enpals (l’Inps dei calciatori, ndr), oltre che con le tasse. Secondo il Napoli invece i versamenti all’Inail fanno parte dei contributi previdenziali. Il Parlamento ha così chiesto al ministro vigilante quale fosse la posizione corretta. Ed io, in base alla legge, una legge peraltro molto chiara, ho risposto che l’Inail è un ente di previdenza e che quindi da questo punto di vista ha ragione il Napoli ed ha torto la Figc. Successivamente il Parlamento mi ha chiesto di depositare l’elenco della situazione debitoria dell’Enpals e dell’Inail delle squadre di calcio, cosa che io ho fatto. Si ferma qui la mia azione. Contrariamente a quanto ho letto, non sono intervenuto e non interverrò mai nei confronti della Figc per suggerire di mettere dentro questa squadra o togliere quest’altra. Fesserie. (Il termine usato dal ministro per la verità è più colorito, ndr). Intendo invece rivolgermi alla magistratura per perseguire chi, all’interno della Figc, ha autorizzato le squadre a non pagare l’Inail. «Dunque nessuna alleanza mia con il Napoli. Le dico di più. In questi giorni ho rassicurato Corioni: il Brescia è in regola con l’Inail e quindi non ha nulla da temere dal ricorso del Napoli al Tar del Lazio. Anzi, proprio questa mattina (ieri per chi legge, ndr) ho telefonato al presidente del Napoli De Laurentiis e gli ho chiesto come mai avesse citato anche il Brescia nel suo ricorso. Gli ho detto che il Brescia è in regola e che quindi non aveva senso fargli perdere tempo e denaro. De Laurentiis mi ha assicurato che lunedì ne parlerà con i suoi avvocati e penso che rinuncerà al ricorso al Tar del Lazio nei confronti del Brescia. «Ma c’è molto di più. Proprio questa attività di verifica e di controllo che mi compete in quanto ministro vigilante, mi ha permesso di avere il ragionevole sospetto che ci sia una squadra di serie A non in regola. Non mi riferisco al Messina e ai suoi problemi fiscali che non sono di mia competenza, visto che mi occupo di previdenza. Da quanto ho potuto accertare, c’è una squadra di A che ha dichiarato di essere in regola ed invece pare non lo sia. Un fatto che sta emergendo in questi giorni proprio per il clamore suscitato dal mio intervento. Così fosse, e venisse confermata l’esclusione del Messina, che cosa succederebbe?». Il Brescia verrebbe ripescato in serie A. «Esatto. Aspettiamo la conclusione degli accertamenti, ma a me hanno dato per certa una situazione per cui si sarebbe autorizzata l’iscrizione in serie A di una squadra che non ne aveva i diritti. Però il nome non glielo dico» Il nome lo facciamo noi: è la Reggina. «Io aggiungo soltanto che la squadra in questione ha dichiarato di aver ottenuto dall’Agenzia delle entrate la rateizzazione del debito fiscale, come già la Lazio, ed invece a noi risulta che l’Agenzia delle entrate non l’abbia accettato. Così fosse - e così è, sulla scorta delle informazioni in mio possesso -, ci sarebbero due fatti gravi: è stata ammessa alla serie A una squadra che non ne avrebbe avuto il diritto; qualcuno ha dichiarato il falso. Il risultato di tutto questo potrebbe essere il ripescaggio del Brescia in serie A. Che sarebbe un risultato clamoroso, che peraltro nulla avrebbe a che fare con il Napoli. Per riassumere e concludere escludo da parte mia ogni volontà di nuocere alle squadre come il Brescia, come pure è stato ventilato. Ho solo risposto a una richiesta di chiarimento, che ha generato tutto questo bailamme, il quale però alla fine potrebbe risolversi in un grosso vantaggio soprattutto per il Brescia, che, ribadisco, è in regola con i versamenti e quindi non ha nulla da temere. Il Brescia non compare nell’elenco della squadre non in regola con i versamenti Inail? «In quell’elenco sono comprese anche le squadre che hanno avuto dei debiti e li stanno rateizzando. Ma questo vuol dire essere in regola. Ed è questa è la posizione del Brescia? «Esatto. Così ho chiesto al presidente del Napoli di stralciare la posizione del Brescia: si sa che è a posto ed è dunque tempo perso. Ma non ho potuto impedire che il Napoli si mettesse in azione. La cosa più interessante è però che la Figc è stata chiamata a spiegare come mai abbia ammesso la Reggina, che ci risulta non essere in regola. Finora non ha risposto, ma questo silenzio non potrà durare ancora a lungo. Qualcuno dovrà fornirci delle spiegazioni».