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  1. #1
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    Predefinito Quell'idea che tutto ritorna ....

    ... Te lo chiedo non per fare polemica politica, qui sta semmai una polemica filosofica. Parlare di valori Umani immutabili è una semplice assurdità semantica, niente di più.
    Ho provato molte volte a far ragionare chi mi proponeva certi assiomi, inutilmente spesso, di fatto pochi sono disposti a riconoscere non solo la loro personale piccolezza, ma anche la piccolezza di quanto gli sta intorno, di fronte al grande dramma cosmico.

    Quindi non cercherò più di far capire e capire, se pensare che quello che fate ha un'importanza "immanente" e che rimarrà qualcosa dei vostri valori immutabili fra qualche milione, o peggio tra qualche miliardo di anni, o se pensate che essi siano sempre esistiti (sempre altro concetto di difficile definizione, visto che il tempo stesso non esiste da sempre...) vi fa sentire meglio, fa un senso alla vostra vita allora va bene... In fondo l'uomo ha pur bisogno di credere in qualcosa. Ma riconoscere la realtà delle cose è più onesto intellettualmente, anche se forse più deprimente.


    Ho "rapito la parte più interessante dell'intervento di Rick Hunter sul 3ad sull'Eurasia, per trarne spunto per un'altra discussione, troppo delicata per inserirla in una riflessione storica.

    (By the way ho letto con attenzione il 3ad di RH su "il Dio giudaico-cristiano ", postato su POlitica internazionale ; e mi è sembrato molto interesaante - anche se, inutile dirlo, non condivido l'articolo di Paul Davies da cui trae spunto. Non sono interventuo lù, poichè mi sembrava che non c'entrasse proprio nulla con gli affari internazionali, come rilevato da alcuni. Ma provo ad approfondire il tema qui su DR ; pur consapevole del divieto di aprire polemiche religiose . Provo a danzare sull'orlo del vulcano ; se inciampo, in moderatori ben possono cancellare il 3ad).

    Se dici che i Valori, generati dall'uomo, non possono essere che contingenti come lui, sfondi una porta aperta.

    Diversa è la questione, se l'uomo possa essere anche portatore - o servitore - di valori che gli preesistono, e che quindi possono anche sopravvivere, a ciascun singolo uomo, ed anche all'umanità nel suo complesso.

    Sulla scorta di Davies, fai notare che anche l'Universo ha un inizio (che oramai siam quasi riusciti a datare ), ed una fine (che a questo punto, sappiamo essere cronologicamente più prossima del principio). Ciò peraltro ha solo differito il problema : cosa c'era "prima" dell'Universo (e, quindi , del tempo ?) Cosa ci sarà dopo ?

    Sono questioni complesse, e naturalmente non risolvibili. Convengo che, esauriti gli sforzi della Teologia e della Filosofia, una chiave di lettura può venire quasi solo dalla cosmologia.

    E' un dato di fatto oggettivo che l'Universo esiste. E' altrettanto verocimile che esiste da molti miliardi di anni (18 miliardi, sembra ora) ovvero, per meglio dire, da 1060 tempi di Planck.

    E' altrettanto evidente che non dovrebbe esistere . Data la massa conosciuta, e l'attuale velocità della luce nel vuoto, sai bene che non poteva neppure "cominciare". In realtà, un Universo dovrebbe essere "chiuso" (se prevale l'elemento massa-energia), e quindi ridursi ad un solo grumo ipercaldo ed iperdenso ; oppure essere "aperto" (completamente vuoto").

    Poichè possiamo constatare che non è così, deve evidentemente esistere un punto di equilibrio ; su cui noi ci troviamo. Questo equilibrio è l'attuale costante di struttura fine rapporto tra l'interazione nucleare e quella elettromagnetica : se anzichè essere circa 137 fosse stata circa 15, l'universo poteva durare solo qualche centinaio di migliaia di anni, e non avrebbe potuto avere elementi più pesanti del carbonio. Fosse stata 200, gli atomi non si sarebbero potuti formare, ovvero non avrebbero avuto il rapporto di densità che hanno. Poichè è quello che è, l'Universo può essere come lo conosciamo.

    Il problema è che l'Universo puà essere così, e da così tanto tempo, solo perchè è esattamente quello che è. Fosse mutata di un decimiliomesimo, noi non saremmo stati qui a parlarne. Qualcuno si è messo a calcolare le probabilità di un equilibrio casuale , ma quando si è arrivati a concludere che sono molte meno di un trilionesimo di trilionesimo, è sembrato che Alea (cui Tu sembri devoto) dovesse lasciare il campo.

    Il Dio Giudaico-cristiano rappresenta naturalmente un elemento di spiegazione : se l'Universo doveva essere così, le costanti universali sono state volute ad hoc . Come giustamente hai osservato, ciò trasloca, ma non risolve il problema.

    I devoti del caso possono trincerarsi oramai solo dietro lo scudo delle probabilità. Esisterebbero - nel Multiverso - infiniti Universi : di cui effettivamente la grande maggioranza esiste solo per un miliardesimo di secondo, per cui non ne parla nessuno. Raramente, un Universo genera condizioni di equilibrio che gli consentono una lunga sopravvivenza, ed eccoci qwui a discuterne su POL. Consentimi di dire che anche questo approccio trasloca, ma non riscolve il problema.

    In effetti, non credo che esista una soluzione, se le costanti dell'Universo sono costanti . Sembra però che tali non siano : ad esempio, la velocità della luce c doveva essere molto più veloce (pressochè istantanea) quando l'Universo era più giovane (ed anche più corto , quindi). Come potrebbe evincersi dal fatto che, ora che l'Universa accelera la sua espansione, c sembra rallentare.

    L'unica soluzione che vedo, è che man mano che l'Universo invecchia (creando spazio ed energia del vuoto , che supera - da pochi miliardi di anni - e poi sovrasterà la massa-energia) anche le costanti di velocità e di struttura si riducono :sono ad attivare quello che gli astronomi definiscono un nuovo big-crunch . Da cui scaturirà (abbiamo già capito come) un nuovo Universo : più massiccio (e, quindi, più complesso e longevo) dell'attuale.

    Non vedo altra possibilità di spiegare l'attuale equilibrio. Immagina una bilancia, su cui due mani versano grani : una sul piatto destro, l'altra sul sinistro. L'equilibrio - ,più o meno precario - esiste , per l'attività convergente (ma concorrente) dei due. Per raggiungere l'equilibrio "perfetto ", le mani aggiungono grani sempre più piccoli : ma essendo questi "discreti" (almeno quantisticamente), l'equilibrio perfetto non potrà mai essere raggiunto. Ma, tanto più i grani son numerosi e minuscoli, tanto più viene avvicinato.

    L'attuale Cosmologia definirebbe queste due mani "luce" e "vuoto". Ma io potrei chimarle destra e sinistra, oppure Yin e Yang : elemento effusivo (luce) e ricettivo-fertile (spazio-vuoto). Ma anche se non le chiamo per nulla, spero di aver chiarito il concetto.

    Ora lasciamo l'infinitamente grande , e torniamo a noi. Siamo piccoli grani, nelle mani degli Dei. Contingenti ? Certamente. Ma non è contingente il nostro scopo, l'equilibrio cosmico. Quanto a noi, se è certo che dobbiamo andarcene, dovremo certamente tornare. Poichè, se ogni Universo (ciclo) è più grande, lungo ed equlibrato del precedente (ma basterebbe scrivere "più complesso"), contiene Tutto ciò che c'era nel precedente, più qualcosa (ovvero : "migliorato"). Sotto tale profilo, non siamo contingenti : noi torneremo.

    O , per dirla con i nostri Dei, Baldur ritornerà . Ove essi erravano, è nella convinzione che la Luce potesse - o dovesse - vincere la sua battaglia con le tenebre. Io credo che la consapevolezza sia : capire ciò che si è, e quindi divenirlo, combattendo la propria battaglia (aggiungendo il proprio minuscolo grano) pur sapendo che non si può, e non si deve vincere.

    Se questo passaggio dall'infinitesamente grande all'umano (quaranta ordini di grandezza) non Ti è bastato, scendiamo di altri venti ordini di ghrandezza : sino alle cellule del nostro corpo. Esse si riproducono, e molte - individualmente - muoiono, mentre noi restiamo vivi.
    Ma - sinchè noi siam vivi, e gli organi di cui esse eran parte vitali - sono effettivamente morte ? Analogamente : è morto l'uomo i cui marcatori genetici sopravvivono nella progenie, e il cui operato in maggiore o minore misura "riecheggia nell'eternità" ?

  2. #2
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    Decima Regio, hai un messaggio privato.

  3. #3
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  4. #4
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    Predefinito Re: Quell'idea che tutto ritorna ....

    Testo originale scritto da Decima Regio
    [B]...
    Questo post è stupendo. Anche poeticamente.

  5. #5
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    Testo originale scritto da Meridius
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    Sono questioni di una complessita' tale, che la mente umana, da sempre, cerca di risolvere, con fatica, ma costantemente.
    Credo che il ruolo della coscienza umana, o diciamo della intelligenza in se', anche di altre forme di vita, sia sottovalutato, in relazione agli sviluppi degli scenari cosmici.
    In poche migliaia di anni l'uomo e' riuscito ad incidere sulla vita del pianeta terra, con tecnologie tali, che in certi casi limitano o contengono le forze naturali, come le dighe per esempio.
    Poi e' stato capace di liberare energie formidabili come l'energia atomica, inoltre e' andato sulla luna, andra' su marte, e poi la cibernetica, e poi. . . . .
    Insomma nulla vieta, che con il continuo progresso e forme di intelligenze sempre piu' evolute, anche extraumane, oppure operanti in realta'virtuali soggettive, L'evoluzione dell'universo possa essere addiritura fermata o controllata.
    Questa per esempio e' la teoria dello scienziato Frank Tipler, nel suo famoso libro LA TEORIA DEL PUNTO OMEGA-LA FISICA DELL'IMMORTALITA.
    Avremo mai, le risposte sul mistero della nostra esistenza ?
    Sull'origine del Tutto?
    Forse la risposta parte gia' dalla evoluzione della nostra conoscenza.
    Wallace_60

  6. #6
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    Concordo con Mr. Davvero un post splendido...

  7. #7
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    Testo originale scritto da C@scio
    Concordo con Mr. Davvero un post splendido...
    Grazie mille ad entrambi, ma naturalmente anche la mia allegoria della bilancia (peraltro sarebbe stato più corretto parlare di pendolo) è vulnerabile alla medesima critica portata ai creazionisti, o ai "giocatori di dadi". Cui chiediamo "dov'era Dio prima del tempo" o "donde viene il Multiverso".

    Ed è naturalmente che la pendolarità tra luce e vuoto , spiega l'espanasione e la contrazione dell'Universo, ma non ci può aiutare a capire da dove viene il pendolo. Il problema viene spostato, ma non risolto.

    Riportata a livello umano, però, aiuta a vivere. La tensione tra due diversi crea costantemente un quid pluris , una complessità maggiore ; qualcosa che discende dai due Archetipi, dalla loro cobinazione, ma è ulteriori rispetto ad essi.

    Un Dio unico, onnisciente ed omnicomprensivo per definizione, non può creare nulla di Altro da Sè (e , per ricaduta non può riversare il proprio amore, o il proprio odio, su null'altro che Sè).
    La definizione che darei, di un Ente soprannaturale e divino, che non può generare altro che la propria perpetuazione, e non può amare altro che Sè, non è esattamente quella di Dio, ma al contrario ....

  8. #8
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    Lo stesso credo si possa dire per un popolo, un "volk": muoiono i singoli uomini, le parti contingenti dello stesso, ma un "volk" può vivere per sempre.
    Riaffiorano i ricordi degli anni di passione
    ritorna il vecchio sogno per la rivoluzione.
    Racconti senza fine di gente che ha pagato
    non puoi mollare adesso la lotta a questo stato.
    La rivoluzione è come il vento, la rivoluzione è come il vento.

  9. #9
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    Testo originale scritto da Fenris
    Lo stesso credo si possa dire per un popolo, un "volk": muoiono i singoli uomini, le parti contingenti dello stesso, ma un "volk" può vivere per sempre.
    Infatti le SS giuravano tra l'altro : "sono solo un anello della infinita catena della parentela".

    Ovviamente, Rick Hunter potrebbe risponderTi (lo prevengo io), che "sempre" e "infinita", riferiti a vicende umane, vanno intesi nel senso relativistico di "assai duraturo", "persistente per molte generazioni, più di una semplice vita umana".
    In senso assoluto , "sempre" non appartiene neanche alla sopravvivenza della specie.

  10. #10
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    Testo originale scritto da Fenris
    Lo stesso credo si possa dire per un popolo, un "volk": muoiono i singoli uomini, le parti contingenti dello stesso, ma un "volk" può vivere per sempre.
    Un po' come il cervello.
    I neuroni muoiono, ma nel complesso, grazie a nuove connessioni, il cervello continua a pensare.
    Sconcertante e' pero' il fatto che un neurone, a livello elementare pur essend solamente un ammasso di molecole di carbonio, e scendendo ancora in basso, non altro che atomi, sia coinvolto nella coscienza.
    Puo' un atomo pensare?
    Probabilmente no.
    Ma allora come e' possibile che un ammasso di atomi, per quanto organizzati in un sistema complesso (il cervello), possono pensare?
    E se possono farlo gli atomi di carbonio, perche' non quelli al silicio di un computer?
    Ma credo che stiamo andando fuori argomento, per quanto affascinante, ovvero, la futura capacita' dei computer di pensare.
    E' bene comunque che ogni tanto simili argmenti, per quanto non attinenti alla militanza politica, vengano sviscerati dai camerati.
    Se non altro si evita di litigare!
    Wallace_60

 

 
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