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Discussione: Italia e Yugoslavia

  1. #1
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    Predefinito Italia e Yugoslavia

    Ieri su telefriuli è stato trasmesso un dibattito a cui partecipava Gian Antonio Stella (oltre che una Bindi inascoltabile, oltre che inguardabile, ed Alemanno).
    Stella ha fatto le seguenti osservazioni:
    - il popolo italiano è un popolo con un'alta tendenza a dividersi ed a schierarsi in fazioni anche feroci. Oltre alla "guerra civile italiana" del periodo post - fascista, Stella elencò cruentissime battaglie medievali combatte tra città vicine (Verona e Padova, Firenze/Pisa, ...).

    - Stella riportò un episodio raccontatogli dall'ex calciatore Sinisa Mihailovic. "Un giorno bussa a casa Mihailovic il miglior amico di Sinisa (ma di diversa etnia) persona che aveva vissuto assime a Sinisa, mangiato nella sua casa, giocato assieme, e dice "voi domani: via".
    La famiglia Mihailovic non prende sul serio l'avvertimento (in virtù dei lunghi anni di amicizia), il giorno dopo il ragazzo si ripresenta, entra in casa, estrae una pistola e spara a tutte le foto di Mihailovic e ripete "voi, domani: via".
    Il giorno seguente una ruspa abbatte casa Mihailovic.

    Io credo che l'Italia corra lo stesso rischio tra settentrionali e meridionali.
    Uno dei miei migliori amici d'infanzia era calabrese ma credo che mi comporterei esattamente come l'"amico" di Mihailovic.

    Una nazione che non è in grado di far rispettare le sue stesse leggi a tutti i suoi cittadini, semplicemente, non è una nazione.

    Un "popolo" in cui 1/3 della popolazione vive di regole proprie (in contrasto e violazione di quelle nazionali, con episodi di parassitismo tollerati piò che se fossero legalizzati) semplicemente: non è un popolo.

    Il problema non è la questione "settentrione/meridione", quella è una conseguenza, il nocciolo della questione è l'ingiustizia (perpetrata a danno delle Genti del nord) da uno stato incapace di far rispettare le leggi a una larga parte dei suoi cittadini che vivono in uno "stato diverso", con valori diversi che sono quelli di un "antistato" che distrugge lo stato italiano. Il lavoro nero, la gestione pubblica in mano alla criminalità organizzata.
    Una criminalità organizzata che uccide i membri del suo stesso popolo. Il camorrista che sversa i rifiuti tossici sui campi del napoletano non si riconosce in nessun popolo (nemmeno in quello meridionale). Si riconosce in un "clan", in una "tribù". Un organizzazione socio- culturale di questo tipo (le cui manifestazioni nella società civile sono le "raccomandazioni" da parte di un potente a cui va, successivamente reso il favore) sono l'antistato. Noi in Italia abbiamo uno stato medievale all'internodi uno stato "moderno" (moderno = stato nazionale ottocentesco).

    Stati che hanno valori rovesciati ed antitetici:
    - il poter violare impunemente le regole come manifestazione e dimostrazione di potere e rango (esaltata dalla popolazione): più violi le regole più vali: riesci ad ottenere prima una visita in ospedale? Sei una persona che vale (non un imbroglione che se ne frega di chi sta anche peggio di lui). Analogo discorso per la ricerca di amicizia con il potente per avere favori e dimostrare di valere ("sono amico del tal capoccia, ergo: valgo).

    Valori esattamente opposti a quelli di una nazione civile, fondata sul rispetto delle regole come fonte di tutella essenziale per tutti i cittadini (dal primo dei primi all'ultimo degli ultimi).

    Non si tratta solo di valori opposti ma di una cultura clanica che distrugge una nazione civile e la sua popolazione sana.

    Il discorso di Napolitano è per nulla incoraggiante. Napolitano afferma la necessità di "aiutare il sud".
    Quale sud? Se è quello dei commercianti che hanno denunciato il racket a Casal di Principe assoltuamente sì, non certo il sud del racket, dell'assistenzialismo e dell'imbroglio contiuno.

    Fino a quando, per vigliaccheria, si contiunuerà a parlare in termini generici la situazione è destinata a peggiorare, perchè quando non si differenzia, con forza, l'onesto dal disonesto, si rafforza il disonesto e si annienta l'onesto.

  2. #2
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    state tranquilli ... qui non succederà come nei balcani

    l'itaglia sta diventando un'immensa teronia dove tutti cercano di aggrapparsi allo stato, imbrogliare, fare lavoro in "nero" o tirare a campare con la politica e le amicizie, mentre le mafie stanno penetrando anche nella Padania più profonda
    gli stessi giornalisti che blaterano di legalità e mani pulite sono a livello del terzo mondo, asserviti ai partiti o ai poteri forti come nelle repubbliche sovietiche

  3. #3
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    state tranquilli ... qui non succederà come nei balcani

    l'itaglia sta diventando un'immensa teronia dove tutti cercano di aggrapparsi allo stato, imbrogliare, fare lavoro in "nero" o tirare a campare con la politica e le amicizie, mentre le mafie stanno penetrando anche nella Padania più profonda
    gli stessi giornalisti che blaterano di legalità e mani pulite sono a livello del terzo mondo, asserviti ai partiti o ai poteri forti come nelle repubbliche sovietiche
    Il punto è: che razza di vità è questa? Senza prospettive, senza futuro, senza lasciare nulla di utile ma lasciando il deserto.
    Il senso di appartenenza ad un popolo dovrebbe essere quello che spinge a lavorare bene (a essere un buon imprenditore, un buon commerciante, un buon artigiano, un buon operaio, un buon insegnante) per lasciare qualcosa di utile alle nuove generazioni.
    Aldilà delle considerazioni etiche la prospettiva di vita che descrivi è "insulsa": che cosa hai fatto in tutta la vita? Cosa hai lasciato di buono (non mi riferisco a te ma scrivo una domanda generica).
    Un artigiano che insegni il mestiere ad un giovane ha comunque trasmesso le sue conoscenze al suo popolo, e il giovane artigiano ne trasmetterà di ancora migliori quando istruirà, a sua volta, un apprendista, e così via.
    In questo modo un Popolo progredisce.
    La prospettiva che descrivi tu (e che mi trova d'accordo quasi totalmetnte) è quela non di un popolo ma di un insieme di individue che vivono sprecando l'esistenza. Un'esistenza destinata ad essere sempre più misera al passare delle generazioni.

  4. #4
    Lumbard
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Citazione Originariamente Scritto da Tyr Visualizza Messaggio
    Il punto è: che razza di vità è questa? Senza prospettive, senza futuro, senza lasciare nulla di utile ma lasciando il deserto.
    Il senso di appartenenza ad un popolo dovrebbe essere quello che spinge a lavorare bene (a essere un buon imprenditore, un buon commerciante, un buon artigiano, un buon operaio, un buon insegnante) per lasciare qualcosa di utile alle nuove generazioni.
    Aldilà delle considerazioni etiche la prospettiva di vita che descrivi è "insulsa": che cosa hai fatto in tutta la vita? Cosa hai lasciato di buono (non mi riferisco a te ma scrivo una domanda generica).
    Un artigiano che insegni il mestiere ad un giovane ha comunque trasmesso le sue conoscenze al suo popolo, e il giovane artigiano ne trasmetterà di ancora migliori quando istruirà, a sua volta, un apprendista, e così via.
    In questo modo un Popolo progredisce.
    La prospettiva che descrivi tu (e che mi trova d'accordo quasi totalmetnte) è quela non di un popolo ma di un insieme di individue che vivono sprecando l'esistenza. Un'esistenza destinata ad essere sempre più misera al passare delle generazioni.
    il problema è che i Padani hanno perso la loro identità a causa della massiccia immigrazione dal sud, dal dover tirare la carretta itaglia e per la miopia politica che risale agli albori della storia

    p.s. a Milano, invece di dedicare qualcosa ad un grande Lombardo come Gianfranco Miglio, stanno omaggiando con la toponomastica un furfante di nome bettino craxi
    Ultima modifica di sciadurel; 05-01-10 alle 19:10

  5. #5
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Uno scenario come quello yugoslavo in Italia non si verifichera' perche', considerando che come Stato l'Italia esiste da molto piu' tempo della Yugoslavia, se fosse necessaria una guerra civile volta alla dissoluzione del paese, questa si sarebbe gia' verificata.

  6. #6
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    il problema è che i Padani hanno perso la loro identità a causa della massiccia immigrazione dal sud, dal dover tirare la carretta itaglia e per la miopia politica che risale agli albori della storia
    quoto
    p.s. a Milano, invece di dedicare qualcosa ad un grande Lombardo come Gianfranco Miglio, stanno omaggiando con la toponomastica un furfante di nome bettino craxi
    Very good point. Incredibile.
    L'occasione fa l'uomo italiano

  7. #7
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    se non ricordo male, la guerra civile in Jugo non è inziata con la secessione (indolore) della Slovenia. sono quattro gatti che non confinano neanche coi serbi. la guerra è cominciata quando la croazia se n'è andata. c'era non solo un lungo confine tra le due repubbliche, ma in croazia ci sono le Kraine, abitate da serbi in gran maggioranza. i poveri serbi si sono visti privati di tutte le solite prebende e non si sono trovati d'accordo. il motivo però non era solo economico, ma verteva sulle Kraine.

  8. #8
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Citazione Originariamente Scritto da sciadurel Visualizza Messaggio
    il problema è che i Padani hanno perso la loro identità a causa della massiccia immigrazione dal sud, dal dover tirare la carretta itaglia e per la miopia politica che risale agli albori della storia

    p.s. a Milano, invece di dedicare qualcosa ad un grande Lombardo come Gianfranco Miglio, stanno omaggiando con la toponomastica un furfante di nome bettino craxi
    Non solo come Padani ma anche come "nazioni locali" (in una federazione padana). Una delle poche eccezioni sono i Friulani che tutelano il loro popolo da anni (da prima che nascesse la lega); associazioni filologiche e culturali, "fogolars furlans" (una unica associazione che riunisce TUTTI i Friulani all'estero), stampa di dizionari in lingua locale, trasmissioni di approfondimento (non solo cabarettistiche) in lingua locale.
    Vedo il confronto tra Veneti e Friulani (essendo di genitori Veneti, nato e risiedente in Friuli): i Veneti hanno un patrimonio storico, culturale e di valori che stanno sprecando.
    Risultato: la ragazzina trevisana che va in bagno, si fotografa le parti intime e rivende le foto ai compagni per comprarsi gli abitini firmati o il non riuscire a passare in auto per le vie di Treviso perchè intasate per il culto dell'aperitivo pomeridiano di gruppo (non ricordo il nome),
    Lo stato italiano non si è preoccupato di trasmettere valori ma ha operato per distruggere quelli delle comunità locali per timore di perdere la sovranità.
    Da questo punto di vista i movimenti autonomisti locali ("Liga Veneta", "Movimento Friuli", "Lega Lombarda") furono un patrimonio etico per il Paese.
    La lega si sta limitando alle questioni economiche (intercettazioni di fondi pubblici, buona amministrazione, federalismo fiscale) mentre il vero problema è la trasmissione e la "coltivazione" di valori.
    Il problema del meridione è la mancanza di valori e la cultura del disvalore per il quale è giusto farsi mantenere dallo stato (cercando contemporaneamente di fotterlo - in una ottica di "giusta rivalsa nei confronti di ipotetici ladrocini sabaudi"-). Con questi valori i soldi non basteranno mai (e, infatti, non bastano mai).
    Il rischio è che la lega diventi il partito dei "terroni del nord", applicando al nord, gli stessi disvalori messi in atto dalla classe meridionale (senza nemmeno bisogno di creare un partito): intercettare fondi pubblici.
    Il vero problema è coltivare valori che consentano di creare ricchezza e prosperità.Valori che i Veneti hanno (ma stiamo andando verso "avevano") che i Friulani hanno (ma anche qui la forma verbale sta andando verso l'imperfetto) al pari degli altri Padani.

  9. #9
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    Citazione Originariamente Scritto da Krn Visualizza Messaggio
    Uno scenario come quello yugoslavo in Italia non si verifichera' perche', considerando che come Stato l'Italia esiste da molto piu' tempo della Yugoslavia, se fosse necessaria una guerra civile volta alla dissoluzione del paese, questa si sarebbe gia' verificata.
    Dopo aver visto un medico meridionale, umiliare un settentrionale, durante una visita per una invalidità, dicendogli "le cartelle cliniche si possono contraffarre" (il paziente ha raccolto la documentazione medica, ha risposto dicendo "a Treviso non si fa" e se ne andato) non avrei problemi a sgozzare un meridionale con le mie mani.
    Non so quanto quanto quello che tu affermi sia vero. Secondo me non lo è affatto.
    Fino a quando questo stato italiano corrotto (e meridionalizzato nella sua pubblica amministrazione) favorirà una parte della popolazione ai danni dell'altra, l'odio monterà sempre più.
    La lega si è fatta carico di una responsabilità enorme, se non riuscirà a riequilibrare le ingiustizie (in tempi brevissimi) la situazione degenererà.
    E manca poco se si tiene conto della crisi economica e della pressione esterna costituita da una immigrazione criminale (che approfitta e prospera sulla corruzione dello stato "italo/meridionale").

  10. #10
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    Predefinito Rif: Italia e Yugoslavia

    L'Italia non è nata bene . purtroppo è nata male.

    La Sicilia, pur di non darla vinta alla città capoluogo ( Napoli) ha preferito farsi conquistare da Garibaldi e dai suoi, ben sapendo che così avrebbe ottenuto maggior impunità di quanto non sarebbe successo se avesse accettato gli ordini napoletani.

    Lasciamo stare la retorica della conquista garibaldina. Garibaldi era il gran maestro della massoneria italiana ( anche se questo viene poco ricordato) e quindi agiva non come un pazzo isolato o semi isolato, ma con l'autorità che gli derivava dal suo "status".

    Il problema non è quello della conquista, ma quello che è successo dopo.

    Ho letto qualche tempo fa la dolorosa istoria di un giovane professore piemontese che arivò in Sicilia con il suo regolare incarico o meglio la sua regolare catttedra in un piccolo paese siciliano. Era la fine dell'estate. Di lì a pochi giorni avrebbero dovuto esserci gli esami di riparazione. In pratica il direttore della scuola a cui lui era stato destinato gli chiese, ben prima del giorno stabilito i testi dei compiti d'esame che avrebbe assegnato ai rimandati. Poichè il giovane piemontese si rifiutò iniziò la repressione da parte del Direttore ( o preside) di detta scuola.

    Angherie a non finire. Dall'alloggio alla sospensione dello stipendio... ma venedo a mancargli il sostentamento, detto giovane contrasse malattie che lo portarono alla morte.

    Questa è la storia dell'integrazione (mancata) tra piemontesi e siciliani.
    Ultima modifica di DanielGi.; 06-01-10 alle 08:59

 

 
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