NEW ORLEANS - L'effetto serra? Chissà. Ma certo non
sono dovuti all'effetto serra i colpi di mitragliatore
sparati contro gli elicotteri di soccorso, lo stupro
di bambine nello stadio pieno di senzatetto, la
demente violenza - indotta dalla sete, dalla brama di
saccheggio, dalle crisi di astinenza da crack dei
giovani gangster negri - che perfeziona l'inferno
d'acqua che fu New Orleans.
Questo è il sogno americano tramutato in incubo:
l'esito apocalittico della civiltà dell'auto e dello
spreco, dell'individualismo, delle armi da guerra in
libera vendita e della convinzione che il possesso di
un mitragliatore sia la miglior garanzia di
sopravvivenza nel disastro comune.
L'esito del "più mercato meno Stato", della
glorificata "iniziativa privata", del liberismo
globale che promette di farti giungere ogni merce di
cui hai bisogno da ogni parte del mondo (basta che
paghi), della "massima efficienza del capitale
investito" che ha sconsigliato di tenere grandi scorte
di carburanti (i magazzini sono un costo inoperoso);
dell'iniquità sociale che nessuno là vuol vedere, e
che degrada i negri a bestie primitive, animate da
voglie elementari.
La civiltà che imbalsamava i morti, ora è piena di
morti che vengono lasciati lì dove sono caduti,
coperti da un asciugamano, perché non c'è terra dove
seppellirli.
Nella civiltà ossessionata dall'igiene ora i vivi
convivono accanto ai cadaveri che si gonfiano,
nell'umido subtropicale.
La pestilenza incombe; la supermodernità armata e
arrogante, sicura dei suoi metodi organizzativi, si
decompone in un'atroce, primitiva "età oscura".
Da decenni l'America sogna di essere protagonista
dell'Apocalisse: dalla parte della "luce" contro le
"tenebre" altrui, ovviamente. Evangelici aspettano la
"grande tribolazione", sicuri che loro saranno
salvati, "raptured", rapiti al cielo; i survivalisti
si sono ben preparati, ammassando in cantina arsenali
e buone scorte di proiettili.
Ora vediamo a cosa serve tutta questa preparedness.
Da mesi, esercitazioni colossali in vista
dell'inevitabile nuovo attacco terroristico, prove
continue di coordinazione tra autorità ed enti di
soccorso; un fremito della natura e il crollo di
qualche argine - innalzato per la hubrys di abitare
terre che la natura ha posto sotto il livello del mare
- e tutte le esercitazioni non sono servite a nulla,
la preveggenza organizzata si rivela risibile.
L'effetto serra provocato dall'uomo? E' ancora
un'arroganza, pensare che l'uomo tecnologico sia così
potente.
Troppe cose ignora dei sommovimenti secolari che
avvengono sotto la terra a centinaia di chilometri,
dell'effetto sul clima dell'attività solare, del
magnetismo che cambia (e su cui non abbiamo alcun
potere).
Sappiamo solo che il mondo è spesso cambiato nei
secoli, sotto l'azione delle sue forze titaniche: la
creazione è ancora in corso.
Civiltà di cui ignoriamo tutto sono sepolte sotto
sabbie o flutti.
Ottomila anni fa il Sahara ospitava un lago con
ippopotami, di cui restano pitture rupestri.
Alessandro Magno trovò l'Afghanistan, che oggi è una
secca lunare, coperta di foreste.
Quel che vediamo è che, basta un mezzo grado di
aumento delle temperature, ed enormi energie si
accumulano negli oceani, e i fenomeni naturali
diventano estremi. Dove pioveva poco la siccità morde
di più, dove pioveva ora sono uragani e tifoni. Le
Alpi che 20 anni fa sorvolavano ed erano oceani di
ghiaccio, ora sono guglie terrose.
Mi pare più scientifica l'ipotesi più antica: che sia
iniziata la "retribuzione" per i peccati dell'uomo,
gli aborti a milioni, le guerre del forte contro i
deboli, le menzogne pubbliche divenute verità, la
fiducia nel potere luciferino della tecnologia
violenta.
Che sia l'inizio della "tribolazione" prevista dalle
apparizioni della Vergine, che la "pazienza" stia
esaurendosi.
Isole che furono inferni per galeotti sono diventati
mèta di vacanze, milioni di turisti le visitano (con
l'aria condizionata) dimentichi dei loro pericoli,
sicuri che la tecnica ne terrà a bada le febbri e i
marciumi che li rendevano inabitabili.
Luoghi traversati per secoli solo da intrepidi
avventurieri che vi perdevano la vita sono
destinazioni da turismo di massa, per masse di conigli
che si sentono sicuri dei mezzi che pagano: aerei,
condizionatori, vaccinazioni.
Omosessuali platinati percorrono i luoghi della
miseria globale per comprarsi ragazzini.
Ricchi decrepiti ci vanno a comprarsi reni e cuori
strappati.
E' la punizione?
O è solo la natura che si riprende, col gesto di un
suo dito, quel che era suo?
Mi pare più scientifico rileggere le profezie dei
"tempi ultimi". Ne pullulano i testi sacri, di cui la
Chiesa si vergogna.
Descrivono l'attualità meglio della CNN: "è caduta, è
caduta Babilonia la grande! E' diventata rifugio di
demoni, carcere di ogni spirito immondo, carcere di
ogni uccello impuro...chè del vino provocante della
sua fornicazione bevvero tutte le genti, con il lusso
sfarzoso di lei arricchirono i mercanti della terra".
Così l'Apocalisse, (18, 2-3).
E abbiamo dimenticato le sette coppe versate?
La prima, provoca "una piaga maligna e perniciosa
sugli uomini che portano il marchio della bestia".
La seconda, trasforma il mare in "sangue come di un
morto", infetto.
La quarta fa sì che il "sole avvampi gli uomini col
fuoco".
La quinta "offusca il regno della bestia", sì che gli
uomini "gridavano dal dolore delle loro ulcere".
Si ricordi le sesta, versata "sul fiume Eufrate: la
sua acqua si essiccò in modo da lasciar via libera dai
re dell'Oriente": non è la superpotenza arrogante
arrivata coi suoi esplosivi e i suoi assassini
sull'Eufrate?
Non vengono sfidati "i re dell'Oriente" per millenni
imprendibile, i regni inviolati del Pamir e del Gobi?
A meno che questi re non siano Gog e Magog, che
sciameranno verso Occidente prosciugando tutte le
acque.
Di questo sciame selvaggio parla anche il Corano:
nella Sura Al-Khaf si ricorda che Alessandro, il
Bicorne di Macedonia, elevò in Afghanistan un muro di
ferro e di rame per tener lontane le orde di Gog e
Magog.
Alessandro è il giusto prototipo dell'imperatore
universale, il cui regno passerà nei secoli a Roma
giusta, e da essa alla Chiesa "romana".
Tutto ciò è dimenticato.
Gli imperi non sono più giusti, non difendono più uno
spazio sacro e un ordine fondato sulla volontà divina.
Non sono più la mistica unione di "trono" e "altare":
sono parodie, fondate sulla pura forza.
Non fanno più argine ad alcuna barbarie.
Ho visto quel muro di ferro e rame: ferro, i pasthun
ariani e bianchi, rame i mongoli e tagiki rossicci.
Forti, invincibili, per secoli non hanno permesso che
l'Afghanistan, misterioso centro del mondo, fosse
violato dalle forze atee.
Ora sono ridotti a polvere disperata.
Lo dice la sura: un giorno il muro del Bicorne sarà
ridotto a polvere, e Gog e Magog berranno fin le acque
del Giordano.
Cristo ci avvisò: "quando vedrete l'abominio della
desolazione posta sul luogo sacro - chi ha orecchi
intenda - fuggite sui monti...chi è sul terrazzo non
scenda a prendere il mantello...guai alle donne
incinte e allattanti in quei giorni. E pregate che non
accada d'inverno".
D'inverno, col petrolio a 200 dollari il barile, come
faremo?
Ogni testo sacro contiene annunci dell' "ora", perché
Dio non ha voluto che alcun uomo ne fosse sorpreso.
Come abbiamo visto, il Corano ha i suoi: la fine verrà
"quando il cielo sarà metallo fuso e le montagne come
lana", quando "gli astri saranno sparpagliati, e i
mari rovesciati, e le tombe scoperchiate"... "quando
le pagine verranno dispiegate, e il cielo scorticato,
e la 'fornace' accesa".
"Quando alla bimba sepolta viva verrà chiesto: per
quale peccato sei stata uccisa? ": il giorno in cui le
vittime innocenti saranno, per giunta, vilipese e
incolpate (Gesù, similmente: "per il sovrabbondare
dell'iniquità verrà meno la carità").
In quel giorno, "ogni nutrice dimenticherà chi
allattava, ogni donna abortirà, e gli uomini" saranno
"ebbri senza essere ebbri".
Non siamo forse noi?
Come non riconoscerci nel celebre Hadit? "l'ultima ora
non giungerà prima che tra due uomini [o popoli] si
scateni una grande lotta; tutti e due predicheranno la
stessa cosa...non verrà finché gli uomini non abbiano
costruito edifici di smisurata altezza...finché non
scaglieranno frecce contro il cielo".
In quell'ora, "colui che passerà vicino a una tomba
non dica: a Dio piacesse che fossi al posto di colui
che è sepolto".
I vivi, ripete ogni tradizione, invidieranno i morti.
Alla fine, il "sole" sorgerà ad Occidente: il
rovesciamento del ciclo, la fine di un mondo.
Come prepararsi? Confessarsi, comunicarsi per essere
pronti. Perché l' "ora" verrà "come il ladro nella
notte".
E invocare la Misericordia sui morti e i vivi, sui
colpevoli e sugli innocenti.
Come insegnò Gesù a santa Faustina, in preparazione
della Sua venuta: "eterno Padre, ti offro il Corpo e
il Sangue, Anima e Divinità del tuo amatissimo Figlio
Gesù Cristo, in riparazione dei peccati nostri e del
mondo intero".
E' la sola scienza che conta.
Maurizio Blondet