Infortunatami sul posto di lavoro per una frattura ad un piede che mi ha costretto ad un mese di immobilità assoluta e ad almeno un altro per riabilitazione, sapendo che l'INAIL non risarcisce pressoché nulla, nulla chiedo. Ma essere lasciata in pace per loro forse sarebbe troppo. Mi mandano due prospetti di risarcimento infortunio per circa 1.200 euro aggiungendo che il rimborso sarebbe arrivato a casa.
Vabbè, mi dico, aspettiamo.
Ma visto che non arrivava niente sollecito, scrivo e mail e mi si dice che è facoltà del datore di lavoro (nel mio caso l'ENEL) corrispondere al posto dell'INAIL la somma dovuta.
Vabbè, riattendo.
In busta paga però non c'è nulla né nulla mi arriva a parte.
Riscrivo una raccomandata dopo e-mail che la responsabile della sede INAIL Roma Laurentino non si è degnata di prendere in alcuna cionsiderazione, al mio sindacato che rimane muto (come sempre) e ASPETTO. Passano nel complesso MESI.
E legittimamente assumo comunque impegni su quella somma anche perché, non contenti, mi mandano un altro prospetto di una piccola integrazione.
Con mia somma stupefazione apprendo dalla responsabile INAIL di Roma Laurentino che si assume chissà perché l'onere di rispondere anche per l'ENEL (com'è servizievole...) che l'ENEL ha già corrisposto in quanto ha continuato a versarmi lo stipendio e che il risarcimento previsto dall'INAIL è stato versato dall'Istituto all'ENEL!
Insomma l'infortunio l'ho avuto io per responsabilità ENEL, l'INAIL risarcisce l'ENEL ed io non vedo una lira!
Ma ched'è il mondo all'incontrario di cui parlava Paolo Rossi?!