Apro appositamente questo thread per consentire un dibattito sull'iniziativa.
Apro appositamente questo thread per consentire un dibattito sull'iniziativa.
E' sempre simpatica l'idea di fare della strada insieme a qualcun'altro. Soprattutto quando potrebbe trattarsi di vecchi amici.
Ma la domanda che sorge spontanea è PER ANDARE IN CHE DIREZIONE ?
Oppure si tratta di mettersi a camminare insieme e poi decidere con calma da che parte andare?
Se la risposta è la seconda delle due mi sembra più che una idea politica la fissazione degli ex fidanzatini.
Forse le anime repubblicane sono davvero diverse e sono alternative una all'altra: una è moderata e riformista, l'altra è progressista.
Forse è bene che stiano separate e anzi forse il problema è di separarle in maniera più chiara e più facilmente comprensibile alla gente.
A quel punto, quando la separazione sarà chiara a tutti sotto il profilo ideologico, le varie aggregazioni e le singole personalità torneranno a raccogliersi nell'una o nell'altra direzione.
Non sono un bipolarista per forza, ma in questo caso ritengo che la spaccatura del 2001 -per quanto dolorosa- sia stata una svolta storica positiva, perché ha sanato un equivoco che ci portavamo dietro da decenni.
Lucio, attenzione.
La lettera aperta non auspica un ricongiungimento col PRI, ma con tutte le anime repubblicane che non ne condividono la linea. Molte di queste stanno già nel centrosinistra, governando localmente con la sinistra. A meno che tu non suggerisca uno sdoppiamento "a sinistra" dei repubblicani. Cosa che credo né tu, né io vogliamo.
Ah, in effetti devo aver frainteso io.
Comunque per me il nodo rimane lo stesso.
Non tutti coloro che sono usciti dal PRI sono usciti perché il PRI si metteva con An e con FI.
Molti hanno abbandonato perché hanno colto -a torto o a ragione- una "perdita di identità".
Molti dopo aver abbandonato non sono andati da nessuna parte.
Penso che il nodo di tutto sia rendersi conto della avvenuta messa in luce di un (forse da sempre esistente) doppio Repubblicanesimo e cercare di analizzarlo per capire dove si vuole andare e con chi.
Te la dico tutta: la maggior parte di coloro che sono usciti dal PRI e non hanno aderito alla chiamata della Sbarbati sarebbero più che contenti di tornare in un PRI con un differente gruppo dirigente e magari posizionato in un "centro moderato".
Non è il mio caso.
Io credo in un Repubblicanesimo di sinistra-sinistra.
Catilina (e i suoi compagni-alter ego), Lucrezio, CriticaLiberale, Sacher.tonino, Echiesa e Arsenio, non ho le vostre mail e non ho potuto mandarvi direttamente il documento.
Contattatemi pure sulla mail privata, se volete. (Non su POL in pvt, perché ho la casella piena).
Non penso che il discorso che fai sia generalizzabile a tutti gli esterni. So di gruppi e di persone che non se la sentono di entrare (o non possono) per difficoltà di tutt'altro genere, che esulano dalla linea politica. Anche per questo, chiudere con il capitolo di Bari (ed è la sola cosa che si chiede concretamente col documento) può aiutare a fare chiarezza su questo percorso.Citazione da Intervento Principale di by LUCIO
Ah, in effetti devo aver frainteso io.
Comunque per me il nodo rimane lo stesso.
Non tutti coloro che sono usciti dal PRI sono usciti perché il PRI si metteva con An e con FI.
Molti hanno abbandonato perché hanno colto -a torto o a ragione- una "perdita di identità".
Molti dopo aver abbandonato non sono andati da nessuna parte.
Penso che il nodo di tutto sia rendersi conto della avvenuta messa in luce di un (forse da sempre esistente) doppio Repubblicanesimo e cercare di analizzarlo per capire dove si vuole andare e con chi.
Te la dico tutta: la maggior parte di coloro che sono usciti dal PRI e non hanno aderito alla chiamata della Sbarbati sarebbero più che contenti di tornare in un PRI con un differente gruppo dirigente e magari posizionato in un "centro moderato".
Non è il mio caso.
Io credo in un Repubblicanesimo di sinistra-sinistra.
Le diatribe e gli strascichi personali spesso hanno poco a che fare con le idee. Togliamo di mezzo l'ostacolo, e magari verranno fuori solo i nodi politici.
Poi, a margine del discorso, io credo che se sognamo di diventare una grande forza laica e repubblicana, che tragga spunto dai valori e da una storia che sono stati e continuano ad essere comuni a tutti, possiamo anche pensare ad un partito con anime diverse. E' un segno di vitalità, e soprattutto un modo per crescere.
Non mi piace per niente e mi fa anche un po' di vergogna partecipare ad un discorso del genere.Citazione da Intervento Principale di by Paolo Arsena
. . . Togliamo di mezzo l'ostacolo, e magari verranno fuori solo i nodi politici.
L'aspirazione ad una riedizione del PRI come partito che gode di un "diritto di strapuntino" è presente, ma credo non prevalente tra coloro che militano nell'MRE.
Credo che come repubblicani, di tutte le osservanze, sia indispensabile evitare alcuni difetti caratteriali tipici del nostro partito: la presunzione, i personalismi, l'inconcludenza (tipo i consigli che vengono impartiti AGLI ALTRI su quel che bisognerebbe fare quando non si fa neanche la propria minima parte).
C'è un paradosso nell'appello di Arsena.
Paradossalmente sono proprio coloro che provengono dal PRI che, a mio parere, causano più problemi, perché si portano dietro gli strascichi e i rancori del passato e perché sono convinti che i tempi del PRI com'era un tempo (cioè un partito piccolo ma con un radicamento solido, soprattutto in certe zone, e senza problemi di mera sopravvivenza) non siano anroa passati del tutto.
Infatti ho rivolto l'appello a 360 gradi.
Presumo che chi lo sottoscriverà, voglia considerare superato ogni retaggio congressuale, e affrontare eventuali problemi di unificazione su basi diverse, senza doversi rinfacciare più nulla di quell'assise.
Quel che è stato è stato, la verità è che oggi ci ritroviamo tutti dalla stessa parte. Allora, vediamo se ci sono le condizioni per metterci insieme. Vediamo se la cosa interessa, se ci sono affinità politiche, volontà comuni per il futuro.
Se non ci sono, si potrà prendere atto serenamente di una inconciliabile differenza di vedute tra repubblicani diversi. Se ci sono, invece, tanto meglio: saremo più forti.
L'importante è non fermarsi (come spesso, anche incosciamente, si è fatto e si fa) di fronte al "Ma tu a Bari..."
Il senso del documento è tutto qui.
Se molti di noi riterranno utile fare questo sforzo, firmando l'appello, secondo me sarà un passo importante e soprattutto utile, per potersi parlare.