di Paolo Pillitteri


Anche l’ultimo editoriale del quotidiano-istituzione di Via Solferino, pur liquidando la debolezza delle primarie perché artificiose, non va alla radice di questa incredile bufala. Che riguarda certamente quel Romano Prodi, già ministro con Giulio Andreotti allora ma che ora aborre il “centro” ed è perciò tacciato d’ipocrita impudenza da un P. F. Casini risceso in campo nell’inconsueto eppure efficace ruolo di punta.

Ma tocca soprattutto quei Democratici di sinistra che prestano le loro masse al set delle Primarie dove tutto è stato predisposto e predeciso, proprio come in una fiction di Agostino Saccà. Loro sono fatti così, preferiscono il film, lo sceneggiato, la soap, insomma tutto ciò che intendiamo per finzione, pur di non affrontare la realtà che li riguarda direttamente.

E che li colloca come la vera, grande , unica anomalia europea: postcomunisti che si rifugiano sotto l’ombrello del Partito Socialista Europeo continuando nel rifiuto di chiamarsi socialisti italiani per paura del fantasma di Craxi e, dunque, incapaci di diventare la grande, credibile forza alternativa.

Eccoli dunque costretti, senza la denominazione di origine controllata, a ricorrere ad un “vecchio” ministro della Dc nonchè patron dell’Iri per ottenere un lasciapassare credibile per interposta persona.

In compenso, devono organizzargli la scenografia e le comparse delle Primarie in nome dell’unità e, intanto, sono costretti a subire la concorrenza di quel movimentista di Rutelli sul versante moderato e riformista.

Last but not least, hanno dovuto sorbirsi prediche moraliste prodian rutelliane su Consorte, Ricucci and Co.

Tutto questo perché? Perché non si decidono a fare politica in proprio come una qualsiasi forza socialdemocratica europea, senza più subire i ricatti delle estreme massimaliste o giustizialiste. Senza aver bisogno di primarie.

Senza soprattutto, ricorrere all’interposta persona.

In Europa, funziona così.E il bipolarismo va. Qui da noi, no.Appunto.