Vertice ad Arcore in serata. Bossi ha imposto la sua posizione
Bankitalia passa lo stop della Lega
'Il governo non prenderà iniziative'
"La situazione resta ferma a venerdì scorso"
Berlusconi e Fazio
Sconfessato Siniscalco: non potrà fare i "passi formali"
ROMA - "La situazione resta ferma a venerdì scorso. Il ruolo del governo è esaurito. Altre iniziative metterebbero a rischio l'indipendenza di Bankitalia". E' la decisione presa da Berlusconi e Bossi nel vertice conviviale di questa sera ad Arcore. Questa, almeno, l'interpretazione di Roberto Calderoli che era presente alla cena insieme a Tremonti, Maroni, Cé e il figlio di Bossi, Renzo.
La Lega, dunque, ha imposto un colpo di freno alla vicenda del governatore Antonio Fazio e delle sue possibili dimissioni. E, dalla tavolata di Arcore, esce completamente sconfessato (era assente) il ministro dell'Economia Domenico Siniscalco. Il titolare dei conti pubblici, infatti, aveva annunciato "prossimamente passi formali su Fazio" e, ieri, Berlusconi era sembrato schierarsi dalla sua parte: "La posizione di Siniscalco è fondata" aveva detto il premier. Sembrava anche che Bossi avesse dato il via libera rimettendosi alla decisione del premier.
Sembrava, perché oggi la situazione si è di nuovo ribaltata. Prima, Bossi ha fatto sapere di non aver cambiato idea: "La Lega sulla questione di Fazio e della Banca d'Italia ha una sua posizione precisa e questa posizione la spiegherò oggi stesso a Berlusconi - ha tuonato Bossi il senatùr a cui i titoli dei giornali che annunciano lo 'scaricamento' di Fazio da parte del governo non sono piaciuti -, oggi parlo con Berlusconi e gli espongo la nostra posizione". Poi la cena e la decisione dell'esaurimento del ruolo del governo sulla questione. Come dire: non ci saranno le "iniziative formali di Siniscalco" e Fazio può restare al suo posto. Sempre che (ad Arcore c'erano solo i leghisti) gli altri alleati della coalizione siano d'accordo e sempre che Siniscalco accetti la decisione.
Con ogni probabilità, dunque, la soluzione del caso Bankitalia prenderà ancora tempo e, quindi, Siniscalco e Fazio saranno entrambi presenti all'Ecofin di Manchester di fine settimana, in un clima di gelo reciproco.
Resta il fatto che Bossi ha deciso di non lasciare solo il Governatore e già dal mattino Maroni si è incaricato di far sapere che i lumbard restano fermi alla decisione presa nell'ultimo Consiglio dei ministri: varo della riforma di Bankitalia ma nessuna conseguenza per gli attuali vertici di via Nazionale.
In giornata l'ambasceria di Gianni Letta a palazzo Koch avrebbe confermato a Fazio una linea più possibilista del premier: il Cavaliere, secondo quanto riferito dal senatore Udc Tarolli (uno degli uomini più vicini al governatore), avrebbe assicurato attraverso il suo sottosegretario di essere stato male interpretato.
Una nota di palazzo Chigi in serata ha però respinto questa interpretazione, definendo "un fatto indecoroso" i pettegolezzi sul colloquio tra Letta e Fazio.
Ciampi assiste in silenzio, ma anche con preoccupazione, agli sviluppi dello scontro attorno alla "sua" Banca d'Italia: in gioco c'è il prestigio di palazzo Koch ma anche il futuro di molte grandi operazioni avviate all'ombra del governatorato Fazio, dalla banca del Nord a cui punta la Lega alla scalata di Unipol alla Bnl. Siniscalco sembra contare sulla comprensione del Colle.
Ma non è chiaro che tipo di appoggio si possa aspettare a questo punto il ministro dell'Economia dai partiti, dopo aver preannunciato iniziative formali per giungere alle dimissioni di Fazio: l'opposizione è schierata compatta per un passo indietro del Governatore, Fini e La Malfa concordano, il resto della coalizione di centrodestra sostanzialmente temporeggia nell' incertezza della via d'uscita.
L'unico punto fermo sembra la ferrea determinazione di Fazio di non lasciare libera la poltrona perchè, a suo giudizio, non ne esistono i motivi: in altre parole è come se il Governatore chiamasse indirettamente in causa le forze politiche, sfidandole a dimostrare che la massima autorità monetaria italiana si sia mossa in contrasto con le regole. Ne deriva un totale stallo politico: nessuno è in grado di prevedere cosa possa succedere.
La tentazione dell'opposizione è quella di addossarne alla maggioranza tutte le responsabilità, pur con i rischi del caso. In questo senso, Violante è tornato a ribadire che in Italia la vera questione morale è Berlusconi, mentre i Ds non avrebbero nulla da rimproverarsi.
Dichiarazioni che suscitano l'indignazione di Forza Italia: un tentativo di forzare la mano, commenta Bondi, affossando la possibilità di dare vita al "bipolarismo mite" di cui parla Fassino.
(6 settembre 2005)
Disgustoso
Sono a tanto cosi' dall'astensione...