ECUMENISMO: CARD. KASPER, "BUONI" I RAPPORTI CON ORTODOSSI E "TRADIZIONALISTI", "DIFFICOLTÀ" CON GLI EVANGELICI

"Un'occasione favorevole per fare un bilancio attendibile" sulla "collaborazione" tra cattolici ed alti cristiani, divenuta in questi 40 anni "sempre più intensa" in campo biblico. Così il card. Walter Kasper, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’unità dei cristiani, ha definito la "Dei verbum", presentando oggi ai giornalisti il Congresso internazionale "La Sacra Scrittura nella vita della Chiesa" (Roma, 14-18 settembre) per iniziativa della Federazione Biblica Cattolica e del citato dicastero pontificio. Rispondendo ad alcune domande dei giornalisti sullo "stato di salute" dell’ecumenismo, il porporato ha definito "su una buona strada" i rapporti con la Chiesa ortodossa russa e quelli con "le cosiddette chiese tradizionaliste", che "leggono la bibbia più degli evangelici". Anche se con questi ultimi, ha precisato Kasper, "non c’è un pieno consenso, esistono molte convergenze e la collaborazione è ottima". Con gli evangelici, invece, "non solo quelli nordamericani, ma soprattutto i pentecostali molti diffusi nell’America del Sud", è nato "un nuovo problema per l’ecumenismo": "Tra gli evangelici – ha spiegato infatti il vescovo – alcune correnti sono fondamentaliste e non accettano i metodi storico-critici di lettura della Bibbia". Quanto ai lefebriani, ricevuti di recente in udienza da Benedetto XVI, Paglia ha ricordato che "il problema non sta solo nella lingua latina o nell’Eucaristia, ma nel modo in cui si concepisce il rapporto tra la Chiesa ed il mondo moderno". Anche qui la "questione aperta" è quella del metodo storico-critico, a volte "abusato" anche dai cattolici: "Sta a noi – ha concluso Kasper – trovare un nuovo equilibrio, partendo dal fatto che la Bibbia si legge nella Chiesa ed appartiene al popolo di Dio".


Agenzia Sir