Domandone

[Roscetta]

Secondo voi le persone agiscono in conformità della loro natura o del loro essere(come sosteneva la metafisica classica:"operari sequitur esse")o l'essere della persona appare il frutto della sua azione e il risultato della sua libertà("esse sequitur operari")?(si è capito cosa ho detto?)

[Napoléon I]

Originally posted by Roscetta
Secondo voi le persone agiscono in conformità della loro natura o del loro essere(come sosteneva la metafisica classica:"operari sequitur esse")o l'essere della persona appare il frutto della sua azione e il risultato della sua libertà("esse sequitur operari")?(si è capito cosa ho detto?)

Le persone agiscono in base alla loro natura.
Le loro azioni, tuttavia non possono fare altro che rivelare al propria natura, ovvero essendo azioni umane, rivelano una natura umana. Cristo, invece, poichè aveva due nature, agiva sia rivelando la propria natura umana (mangiava, beveva) sia quella divina (operava miracoli, è risorto da morte).
L'unica natura che le persone hanno è quella umana, le azioni, di conseguenza, non possono che essere umane ed essere rivelatrici di tale natura.

[Thomas Aquinas]

L'agire è sicuramente conseguenza della propria natura, la rivela: l'atto rivela la persona (nel caso dell'uomo ad es.)
Dal punto di vista della personalità morale si può dire che ciò che si è è conseguenza del proprio agire, se compio tante buone azioni divento virtuoso, se compio azioni di altro genere divento vizioso: in questo si vede l'immanenza dell'azione, che, oltre che sulla realtà, incide anche sul soggetto morale stesso, modificandone la personalità, e rendendoci genitori di noi stessi.
Quindi due punti di vista:
ontologico - operari sequitur esse
personalità morale - esse sequitur operari
L'elemento forte è quello ontologico, quello variabile è l'inclinazione morale, che è poi un habitus, una disposizione, che ci si forma.

[codino]

Senza dimenticare il primato della volontà ed il libero arbitrio.
Tutto sommato possiamo dire, rispondendo a Roscetta, che sono vere entrambe le cose. L'agire è conseguenza della propria natura, ma una retta volontà può contribuire ad agire al meglio della propria natura e, di conseguenza, a migliorarla.
In termini moderni (così per una volta mi "denaftanilizzo" anch'io) si potrebbe parlare di feedback positivo. Ovvero di circolo virtuoso (oppure vizioso, nel caso contrario e malaugurato, che le proprie azioni contribuiscano a degradare il proprio essere)

[Thomas Aquinas]

L'essere non si degrada, è connaturato, ontologico, si degrada quando muori. E' la personalità morale a cambiare.
Mi permetto di dissentire circa la tesi del primato della volontà: nihili volitum quin cognitum, fatta salva l'originaria sinergia di intelletto e volontà.

[Roscetta]

Originally posted by Thomas Aquinas
L'essere non si degrada, è connaturato, ontologico, si degrada quando muori. E' la personalità morale a cambiare.

scusa l'ignoranza ma non è PERSONALITA'=ESSERE?

[Thomas Aquinas]

No, sono due piani distinti.
Uno è il piano delle inclinazioni morali, della personalità, dell'abito che ci si forma, cioè delle tendenze che si acquistano. L'abito è nell'ordine delle qualità, è un accidente quindi, si dice della sostanza, che invece rimane stabile.
Io posso essere più o meno virtuoso, ma sempre uomo rimango, non è che divento una scimmia (o peggio: una donna )






la parte tra parentesi è una carina battuta

[uva bianca]

Originally posted by Roscetta
scusa l'ignoranza ma non è PERSONALITA'=ESSERE?

guarda a psicologia si fa un esame che verte solo su questa cosa, si chiama "psicologia della personalità" appunto, non ti dico che burdello potresti aprire con questa cosa...

[Roscetta]

Originally posted by uva bianca
guarda a psicologia si fa un esame che verte solo su questa cosa, si chiama "psicologia della personalità" appunto, non ti dico che burdello potresti aprire con questa cosa...

quindi se un giorno la mia prof di psicologia dovesse leggere questa discussione......mi sono giocata un qualsiasi voto superiore al 18??????
ok,finiamola qua!!!

[Thomas Aquinas]

Io parlavo di personalità morale, non di altre cose, delle quali, con gioia, non mi occuperò mai.