Voi di Officina99... l'altra campana
Mandato da Free Mercoledì, 07 Settembre 2005, 15:00.
Officina 99 esiste da più di vent'anni, prima che “espropriassero proletariamente” il locale del quale si discute e si è discusso in questi mesi, né avevano occupato un altro sempre a Gianturco, quartiere in cui si trova l'Officina, più piccolo ed angusto. Ci sono stato nella prima “officina”, quando probabilmente il Signor Sepe era un bebè, eravamo in tre, io e due amici ("compagni"). Entrammo, ci guardammo intorno... e scappammo.
Officina99 non è quel che si dice, né ciò che dovrebbe essere, ossia un punto di riferimento per il quartiere, che surroghi o supporti, in un modo o in un altro, le istituzioni e certi loro compiti, che manchino oppure no. Basterebbe domandarsi (cosa che ho spesso chiesto al Signor Sepe) cosa hanno fatto i duri e puri del «centro» nei confronti delle varie amministrazioni locali, a partire dal caro Sgovernatore nonché celeberrimo sindaco Bassolino, sui tanti problemi che in quest'ultimo decennio si sono più che aggravati. Hanno sostenuto il falso Rinascimento! Fanno battaglie per il lavoro e contro il precariato? Bassolino è il principale sostenitore del “precariato”, oltre che mancato riformatore, a suon di P38, da Ministro del Lavoro... e il famigerato «Pacchetto Treu»?
Basterebbe anche chiedersi cosa avrebbero fatto invece, nelle stesse condizioni, se quelle istituzioni locali fossero state di segno politico opposto.

Officina99 è un «laboratorio politico» dove si fa solo ed esclusivamente politica e si arruolano nuovi militanti. Di spettacoli, di concerti, di “studi”... se ne fanno ma solo per loro stessi e per l'indottrinamento politico verso altre ignare prede e qualche volta di illegalità, come per la «spesa proletaria» o anche con la festa della marijuana tenutasi qualche mese fa, con tanto di manifesti affissi.

Illegale l'esproprio dei locali (è falso che fosse abbandonato, fu occupato non appena si rese libero) illegale la festa, illegale le vendite di “consumazioni”, “illegale” sostenere di rappresentare il faro in un quartiere, visto che a frequentarlo ci sono solo i militanti e nuovi adepti. Basterebbe guardare la facciata esterna del locale (imbrattato a più non posso), per rendersi conto quanto abbia rivalutato, la presenza dei militanti, quel locale e lo stesso quartiere. Le piante officinali sono difficili da produrre... e l'Officina in questione, produce molte malepiante.

Oltre ad Officina99 (che diede il nome al gruppo 99Posse), c'è un altro Centro Sociale in città che si trova in una delle zone più belle di Napoli, nei pressi di Piazza del Gesù, ai limiti del centro storico e vicino Piazza Municipio. E' quello del beneventano no-globalizzatore Caruso, si chiama Ska. Nacque anch'esso espropriando (sempre proletariamente!) gli ex locali adibiti a segreteria, dell'adiacente Facoltà di Architettura. Anche in quel caso non c'era abbandono, ma l'occupazione fu fatta dopo poco che i locali furono resi liberi dall'Università. Non so a chi appartengano quei locali, se allo Stato, a qualche privato o ente, ma se a Gianturco quartiere periferico e degradato un'Officina non si nota più di tanto, nel centro storico della città, nei pressi di importanti monumenti e chiese (Chiesa del Gesù Nuovo, Chiesa di Santa Chiara, col famoso Chiostro maiolicato) meta di turisti, quel locale con le solite scritte rosse verniciate sull'esterno, le bandiere, gli striscioni, falci, martelli e stelle, sono un vero e proprio insulto all'estetica e alla bellezza del posto, oltre che al semplice buon gusto. Anche in via Calata Trinità Maggiore, il centro sociale Ska ha recuperato una zona, un quartiere?

Molti non a caso, quel «centro», lo hanno ribattezzato Centro Sociale Ska... rafaggi.

I “ragazzi” dei centri e i centri stessi, per varie ragioni molti (a dx come a sx) non li sopportano, a partire dalle istituzioni. Ma c'è un tornaconto a sx, uno scambio di “cortesie”, che la politica dei mestieranti utilizza nei loro confronti e viceversa. Loro, i “ragazzi”, fanno la loro politica, concedono la loro militanza a supporto di quei politicanti, direttamente o indirettamente, con manifestazioni anti questo e anti quello, con la propaganda al “dettaglio” e rinfocolando anche il sentimento mai spento in molti, per le vecchie icone, per le oscene dottrine politiche, che fidelizzano ancora il voto. Sono pur sempre un bagaglio di voti e risultano quindi utili al loro potere, per questo all'esterno li coccolano... ma al loro interno non li sopportano.
In cambio ricevono l'immunità su tutto, compreso l'abusiva occupazione dei locali, sfociata nell'incredibile acquisto da parte del Comune dei locali e a loro abusivamente concessi. Ricordiamoci dei lamenti sui famigerati tagli del governo agli enti locali. In fondo sono anche loro pedine, attori del teatro della politica, strumenti del potere, ma convinti di essere il nuovo, la forze del domani, così come lo erano convinti tanti altri prima di loro, finiti poi in qualche segreteria di partito o dietro qualche scrivania o ancora nella borghesia dal ricordo proletario. Buonanotte!

Sembra comunque che la partita non sia finita, ci sono una serie di ricorsi fatti contro l'acquisto e la concessione stessa dei locali di Gianturco, ai ragazzi «senza se e senza ma», ma solo quando gli conviene però.

Free