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  1. #21
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    e continuiamo a doverci scusare di qualcosa...stanno CULTURALMENTE vincendo...

  2. #22
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    In origine postato da Red River
    Lascia che sia Norberto a rispondermi, ché la domanda la ho fatta a lui.....

    Tu, del secondo post che ho fatto, quello sull'attualizzazione della Resistenza, che cosa ne pensi?

    Io non sono uno di quelli che pensa che l'antifascismo sia una cosa superata, certo non dobbiamo pensare di vedere ritornare un duce che parla dal balcone, attualmente non c'è bisogno di fare un colpo di stato.

    Il discorso che fai sulla tolleranza è interessante, perchè è sotto i nostri occhi come ormai la parola "relativismo" stia doventando una brutta parola, manco fosse parte del gergo degli scaricatori di porto. Come ho già detto oggi per far diventare il relativismo una parolaccia non gli serve l'olio di ricino e il bastone, basta applicare la regola base della propaganda "se non segui le parole della fallaci (sotituire pure con ratzinger, pera, ferrara...) sei contro la patria.

    Daltronde anche sul fronte revisionista si vuol far passare l'immagine dei partigiani cattiv al soldo dell'invasore angloamericano

    Staccando il discorso e andando al capitolo Pansa, il signore ha fatto bun lavoro che sarebbe anche utile, ricordare che dalla Resistenza purtroppo sono venute anche cose che ne negavano i valori. Il signor Pansa però estende a tutta la resistenza colpe di cui sono colpevoli i singoli individui, dimenticando che le cose di cui parla nel suo libro davanti al tribunale del CLN erano punibili con la fucilazione.

    Paolo

  3. #23
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    Sì, fondamentalmente, l'analisi di episodi dubbi della storia della Resistenza, che macchino in qualche modo l'importanza di quel momento storico, hanno un senso storiografico, più che politico....

  4. #24
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    In origine postato da Kowalsky
    Io non sono uno di quelli che pensa che l'antifascismo sia una cosa superata, certo non dobbiamo pensare di vedere ritornare un duce che parla dal balcone, attualmente non c'è bisogno di fare un colpo di stato.

    Il discorso che fai sulla tolleranza è interessante, perchè è sotto i nostri occhi come ormai la parola "relativismo" stia doventando una brutta parola, manco fosse parte del gergo degli scaricatori di porto. Come ho già detto oggi per far diventare il relativismo una parolaccia non gli serve l'olio di ricino e il bastone, basta applicare la regola base della propaganda "se non segui le parole della fallaci (sotituire pure con ratzinger, pera, ferrara...) sei contro la patria.

    Daltronde anche sul fronte revisionista si vuol far passare l'immagine dei partigiani cattiv al soldo dell'invasore angloamericano

    Staccando il discorso e andando al capitolo Pansa, il signore ha fatto bun lavoro che sarebbe anche utile, ricordare che dalla Resistenza purtroppo sono venute anche cose che ne negavano i valori. Il signor Pansa però estende a tutta la resistenza colpe di cui sono colpevoli i singoli individui, dimenticando che le cose di cui parla nel suo libro davanti al tribunale del CLN erano punibili con la fucilazione.

    Paolo
    Dal 27 Aprile del 45 il CLN fu soverchiato ancora peggio di quanto era stato dopo il Settembre del 43 dai comunisti di obbedienza moscovita che prima scatenarono la guerra civile e poi si abbandonarono ad un'orgia di sangue che in taluna regione italiana duro' fino al 1948.

    Ci salvo solo Yalta a la presenza americana !

  5. #25
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    In origine postato da Ferruccio
    Dal 27 Aprile del 45 il CLN fu soverchiato ancora peggio di quanto era stato dopo il Settembre del 43 dai comunisti di obbedienza moscovita che prima scatenarono la guerra civile e poi si abbandonarono ad un'orgia di sangue che in taluna regione italiana duro' fino al 1948.

    Ci salvo solo Yalta a la presenza americana !
    Se i comunisti non avessero fatto la Resistenza, probabilmente saremmo diventati una colonia americana....

  6. #26
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    In origine postato da Red River
    Se i comunisti non avessero fatto la Resistenza, probabilmente saremmo diventati una colonia americana....
    Se intendi che saremmo finiti nell'area di influenza americana dopo Yalta e che dagli americani saremmo dipesi dal punto di vista economico... allora lo siamo diventati (grazie a Dio).
    Per il resto oltre ad essere comunemente accertato che la resistenza non fu solo comunista, considerato che c'erano socialisti, repubblicani, monarchici e democristiani, altrettanto accertati sono i progetti rivoluzionari dei partigiani comunisti, che si organizzarono nello stesso modo in tutti i paesi dove ci fu la resistenza; basta guardare la Grecia dove i partigiani comunisti presero le armi nel 1945 e vennero fermati militarmente da truppe inglesi e americane (con il beneplacito di Stalin che aveva dato la Grecia al blocco atlantico) mentre stavano per prendere il potere.
    In Italia non successe perchè proprio gli americani misero ai vertici del CLN ex monarchici ed anche ex fascisti che impedirono l'egemonia dei comunisti, che comunque non si diedero per vinti e in determinate zone continuarono operazioni di 'pulizia politica' fino al 1946 rifiutando di consegnare le armi. Giusto per chiarezza, il PCI ebbe una struttura militarmente organizzata, guidata da Secchia ufficialmente smantellata soltanto negli anni sessanta, anche se la documentazione della commissione stragi presieduta dal senatore Pellegrino (PCI) dimostrò come alcuni nuclei erano rimasti in piedi e si erano legati attraverso i servizi sovietici alle operazioni del terrorismo rosso, ad esempio di Einaudi.

    Se poi vuoi parlare del valore della resistenza come collante ideologico e morale di un paese che usciva da una dittatura basata sul consenso, ti do ragione, ma il santino della resistenza esiste soltanto nella propaganda.

  7. #27
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    Dobbiamo stare attenti a dividere la storiografia dalle valutazioni politiche....

  8. #28
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    In origine postato da Red River
    Dobbiamo stare attenti a dividere la storiografia dalle valutazioni politiche....
    Questa non la capisco.
    La storiografia è lo strumento utile a conoscere gli avvenimenti passati ed a ricostruirli quanto più possibile veritieri. Se la politica può prescindere dagli elementi veritieri della storia, allora diventa propaganda.
    Per capirci, quando Berlusconi giura che i sondaggi lo danno in pari con l'Unione sta facendo politica o sta dicendo una bufala? E' lo stesso voler continuare a far finta di non vedere la volante rossa o le foibe.
    Ma a cosa giova far finta di non vedere che le cose stanno diversamente da come credevamo o ci avevano detto? Io ho grande rispetto per quel periodo e per le lacrime ed il sangue versati in quella che è stata una vera e propria guerra civile, ma a chi serve continuare a dire che tutti i buoni erano da una parte e tutti i cattivi dall'altra? Allora ce n'era bisogno per ricostruire l'unità del paese, ma oggi? Serve solo a tenerlo diviso ed a dare spazio alla propaganda pro o contro questo o quell'altro che ha un effetto narcotico sull'attenzione rispetto alle cose da fare veramente.

  9. #29
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    Non ho detto che i buoni stavano da una parte e i cattivi dall'altra, ho detto che, a prescindere dalla storiografia degli episodi della Resistenza, questo avvenimento è stato la fondazione politica e istituzionale del nuovo Stato repubblicano.... quando si parla di modifiche costituzionali di ampio raggio, si ricorda sempre, o almeno i costituzionalisti ricordano sempre, che l'autorità per modificare la Costituzione venne data ai costituzionalisti del 1946 dalla guerra e dalla lotta di Resistenza, cosa che non si può dire lo stesso con chi oggi vuole modificare grandi parti della Costituzione solo perché si è svegliato male la mattina, o ha capito che potrebbe in qualche modo prenderci un vantaggio politico....

    Tenere separata la storiografia dalle valutazioni politiche vuol dire accettare i risultati della ricerca storiografica, quando sono basati su dati veri e riscontrabili, ma saper dare agli avvenimenti anche il valore politico che hanno avuto, e che hanno ancora oggi.... la Resistenza fu l'avvenimento su cui si fondò la nascita del sistema democratico costituzionale italiano, al di là delle ricerche di storiografia su come fu condotta la guerra partigiana...

    Forse l'unica differenza tra me e te è l'atteggiamento riguardo ai risultati della ricerca storiografica....

  10. #30
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    In origine postato da Red River
    Non ho detto che i buoni stavano da una parte e i cattivi dall'altra, ho detto che, a prescindere dalla storiografia degli episodi della Resistenza, questo avvenimento è stato la fondazione politica e istituzionale del nuovo Stato repubblicano.... quando si parla di modifiche costituzionali di ampio raggio, si ricorda sempre, o almeno i costituzionalisti ricordano sempre, che l'autorità per modificare la Costituzione venne data ai costituzionalisti del 1946 dalla guerra e dalla lotta di Resistenza, cosa che non si può dire lo stesso con chi oggi vuole modificare grandi parti della Costituzione solo perché si è svegliato male la mattina, o ha capito che potrebbe in qualche modo prenderci un vantaggio politico....

    Tenere separata la storiografia dalle valutazioni politiche vuol dire accettare i risultati della ricerca storiografica, quando sono basati su dati veri e riscontrabili, ma saper dare agli avvenimenti anche il valore politico che hanno avuto, e che hanno ancora oggi.... la Resistenza fu l'avvenimento su cui si fondò la nascita del sistema democratico costituzionale italiano, al di là delle ricerche di storiografia su come fu condotta la guerra partigiana...

    Forse l'unica differenza tra me e te è l'atteggiamento riguardo ai risultati della ricerca storiografica....
    però, vedi, sostieni di fatto le premesse che sostengo io: allora il collante nazionale furono la guerra e la resistenza, allora dovette essere l'epopea del popolo in armi che si riscatta dal passato fascista e mette le basi per un futuro democratico.
    Oggi la repubblica è cresciuta abbastanza da potersi permettere di distinguere e la resistenza non è più il collante ideologico che la tiene insieme. Anche per questo è necessaria un'operazione di chiarificazione, per evitare che la verità storiografica comprometta il presente politico ingessandolo a categorie che sono solo nella testa di pochi (noi compresi).

 

 
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