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  1. #1
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    Predefinito La Lega cerca nell'estrema destra una "nuova identitá"?

    La Lega, e ancor prima le varie leghe nazionali, espressero sin dalla loro nascita l' esigenza di riscoprire e/o riaffermare le radici dei popoli che pretendevano di rappresentare. Il fattore identitá e quindi la diversitá rispetto all' altro (nel loro casogli itagliani, lo stato itagliano) era l' asse portante di tutta la loro politica e dei programmi che in base ad essa vennero disegnati.
    L' anlisi che presentavano era quella di una situazioni di identitá oppresse, quasi negate o tergiversate dalla sottocultura dello stato padre-padrone che rincoglioniva i nostri figli tra marcette di Mameli, una tristissima retorica patriottarda, l' eterna falsa contrapposizione destra - sinistra e una scuola veteromarxista che ammantava di paroloni questo orrendo teatrino.
    L' obbiettivo fu sempre, come minimo, riformare lo stato, ovvero indebolirlo, togliergli poteri, allentare i lacci che ci tenevano strangolati, togliergli prerogative e levargli la borsa con i nostri denari che ci toglieva a mo' d' usura per mantenere il sistema. Cosí si parlava di autonomismo, che poi evoluzionó in federalismo e altre varianti sul tema. Peró di fondo, alle leghe, alla Lega, al cuore di ogni militante e nelle parole dei dirigenti v' era qualla parola che oggi non é piú lecito pronunciare: andarsene, via da Roma, secessione. Perché tale sentimento primordiale non morí mai in seno alla base? Perché per quanto muli o politici da bar (come piace definirci la stampa e pure qualche leghista "riformato") i piemontesi, lombardi, veneti etc che aderirono a quelle leghe/Lega sapevano benissimo che il sistema da dentro non é riformabile. Che non ci sono santi né madonne (immaginiamoci i Bossi o i Calderoli) che possano strappare al leviatano romano uno straccio di riforma.
    Nel momento che la schizofrenia assiologica della dirigenza Leghista sceglie Roma si trova con l' asse portante della sua storia di traverso: l' identitá. Come gestirla? Come favorirla? Come salvarla? Come darle nuova forza, spirito e speranze?
    Roma e i suoi palazzi sin dai tempi di Cesare le identitá o le distruggevano, o le assoggetavano o le annacquavano...
    Cosí, per salvarsi, per mantenere un collante seppur ormai filiforme che dia all' identitá un ruolo, una causa, una casa, una battaglia, la dirigenza in preda a strani deliri si ritrova a gravitare su un nuovo mondo di identitá, un mondo che peró non gli é mai appartenuto: l' integralismo cattolico, l' oscurantismo piú dogmatico, le paranoie antimassoniche (attenzione, qui non dico che la massoneria non esista!), il complottismo (arabo, giude, comunista e saper che altro)...In altre parole sconfina in un limbo che fu storicamente campo di battaglia dei mille microgruppi della destra estrema, da quella bombarola a quella filosofica, a quella revisionista, a quella panslava e via dicendo.
    In realtá qual'é l' unico punto in comune tra questi universi e la Lega (il vecchio asse della Lega)? Il bisogno di preservare l' identitá. Peró sono identitá lontanissime perché divise da un fossato invalicabile: noi nascemmo da ripudio, rifiuto, vergogna, schifo, disprezzo per l' itaglia e l' itaglianitá intesa come fattore d' orgoglio, d' unione di spirito, terra e sangue. Loro l' esatto opposto. Peró ora Bossi & Co. glissano su questa macroscopica frattura e sguazzano nel turbinio di fenomeni che neppure conoscono, maneggiano concetti che neppure hanno mai approfondito e lo si vede quando devono affronatre temi che vadano oltre l' assegnazione delle cariche interne o governative.
    Per certi versi sembra di assistere a un goffo tentativo di trasmutogenesi nei concetti identitari della destra estrema o destra sociale, o nazionalrivoluzionaria con annesso un cattolicesimo da inquisizione spagnola. Peró le identitá non si possono rubare o prendere a prestito, mescolarle o farne frullati. Quelle elabrate da certa destra hanno basi e studi, decenni di critiche interne, divisioni, lotte, rivisitazioni e sono tutt' ora in evoluzione (non sto parlando di skinheads...) peró son volte ad un obbiettivo che non é mai stato il NOSTRO. O lo é diventato di grazia signor Bossi?

    Paolo

  2. #2
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    Predefinito Re: La Lega cerca nell'estrema destra una "nuova identitá"?

    In origine postato da Wotan
    La Lega, e ancor prima le varie leghe nazionali, espressero sin dalla loro nascita l' esigenza di riscoprire e/o riaffermare le radici dei popoli che pretendevano di rappresentare. Il fattore identitá e quindi la diversitá rispetto all' altro (nel loro casogli itagliani, lo stato itagliano) era l' asse portante di tutta la loro politica e dei programmi che in base ad essa vennero disegnati.
    L' anlisi che presentavano era quella di una situazioni di identitá oppresse, quasi negate o tergiversate dalla sottocultura dello stato padre-padrone che rincoglioniva i nostri figli tra marcette di Mameli, una tristissima retorica patriottarda, l' eterna falsa contrapposizione destra - sinistra e una scuola veteromarxista che ammantava di paroloni questo orrendo teatrino.
    L' obbiettivo fu sempre, come minimo, riformare lo stato, ovvero indebolirlo, togliergli poteri, allentare i lacci che ci tenevano strangolati, togliergli prerogative e levargli la borsa con i nostri denari che ci toglieva a mo' d' usura per mantenere il sistema. Cosí si parlava di autonomismo, che poi evoluzionó in federalismo e altre varianti sul tema. Peró di fondo, alle leghe, alla Lega, al cuore di ogni militante e nelle parole dei dirigenti v' era qualla parola che oggi non é piú lecito pronunciare: andarsene, via da Roma, secessione. Perché tale sentimento primordiale non morí mai in seno alla base? Perché per quanto muli o politici da bar (come piace definirci la stampa e pure qualche leghista "riformato") i piemontesi, lombardi, veneti etc che aderirono a quelle leghe/Lega sapevano benissimo che il sistema da dentro non é riformabile. Che non ci sono santi né madonne (immaginiamoci i Bossi o i Calderoli) che possano strappare al leviatano romano uno straccio di riforma.
    Nel momento che la schizofrenia assiologica della dirigenza Leghista sceglie Roma si trova con l' asse portante della sua storia di traverso: l' identitá. Come gestirla? Come favorirla? Come salvarla? Come darle nuova forza, spirito e speranze?
    Roma e i suoi palazzi sin dai tempi di Cesare le identitá o le distruggevano, o le assoggetavano o le annacquavano...
    Cosí, per salvarsi, per mantenere un collante seppur ormai filiforme che dia all' identitá un ruolo, una causa, una casa, una battaglia, la dirigenza in preda a strani deliri si ritrova a gravitare su un nuovo mondo di identitá, un mondo che peró non gli é mai appartenuto: l' integralismo cattolico, l' oscurantismo piú dogmatico, le paranoie antimassoniche (attenzione, qui non dico che la massoneria non esista!), il complottismo (arabo, giude, comunista e saper che altro)...In altre parole sconfina in un limbo che fu storicamente campo di battaglia dei mille microgruppi della destra estrema, da quella bombarola a quella filosofica, a quella revisionista, a quella panslava e via dicendo.
    In realtá qual'é l' unico punto in comune tra questi universi e la Lega (il vecchio asse della Lega)? Il bisogno di preservare l' identitá. Peró sono identitá lontanissime perché divise da un fossato invalicabile: noi nascemmo da ripudio, rifiuto, vergogna, schifo, disprezzo per l' itaglia e l' itaglianitá intesa come fattore d' orgoglio, d' unione di spirito, terra e sangue. Loro l' esatto opposto. Peró ora Bossi & Co. glissano su questa macroscopica frattura e sguazzano nel turbinio di fenomeni che neppure conoscono, maneggiano concetti che neppure hanno mai approfondito e lo si vede quando devono affronatre temi che vadano oltre l' assegnazione delle cariche interne o governative.
    STRA-IPER-SUPER-ULTRA-Quoto.

    E aggiungo, ribadendo:
    1) CHI ha sempre e giustamente tentato di far passare il messaggio che roma-polo e roma-ulivo sono uguali, e che destra e sinistra sono 2 concetti superati, fuorvianti e utilizzati dal divide-et-impera itagliano? BOSSI!!! Da qualche anno, invece...
    2) Perchè il deficit di capacità comunicativa della LN non è mai stato colmato, né verso l'esterno né verso l'interno (cioè i militanti)?
    3) CHI ha sempre tentato di far passare il concetto che il sistema itagliano non è riformabile dall'interno? BOSSI!! Da qualche anno, invece,...
    Iunthanaka
    Conte della Martesana

  3. #3
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    Predefinito

    E giustoper chiarire un paio di punti: la mia critica non va assolutamente verso certa destra, quella che oggi come ieri visse di stenti e tra mille problemi vicino o lontano dal MSI e oggi lontanissima da AN. Anzi credo che molte loro pubblicazioni siano state in tempi non sospetti illuminanti su quello che oggi si sta realizzando, in itaglia e nel mondo. Ammiro la loro onestá itellettuale e la loro coerenza che sempre han pagato a caro prezzo. E s' intenda che non parlo di naziskin da stadio, di veterofascisti o coatti da eia eia alalá alalá...
    In ogni caso costoro scelsero una identitá che per il loro stesso progetto ideale nega la nostra, la deve negare, perché la sacralitá della Roma Imperiale convive con i valori dell' esperienza di Saló, di un Europa delle Aquile dove le NAZIONI cosí come stanno sono soggetti storici-culturali intoccabili. E credo che giá qui é evidente, chiaro come il sole, che non possimo credere in una identitá, la nostra, un giorno concessa per "decreto imperiale"...

    Paolo

  4. #4
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    Bisognerebbe andare a Congresso prima delle elezioni (cosa che dovrebbe avvenire secondo lo statuto, ma misteriosamente non avviene e credo che mafiosamente non avverrà...) e qualcuno che porti una mozione, un qualcosa (non so come si faccia) come quello scritto da Wotan (e magari ancora più lungo, ognuno potrebbe scrivere la sua parte) chiedendo spiegazioni sulla rotta tenuta dal movimento in contrasto con i suoi obbiettivi, l'abbandono della Cdl, il cambio (l'ennesimo, ma sacrosanto) di strategia (ritorno ai veri temi indipendentisti) e, perchè no, anche quello della vecchia e prostituita dirigenza. Ovvio che i leccapiedi non voteranno, ma qualcosa di questo genere bisognerebbe tentarlo comunque...

  5. #5
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    Concordo. Ormai la via politica non potrà portare, direttamente, all'obiettivo statutario.
    Il sitema è all'autodistruzione. Bisogna aspettare; al momento giusto occorrerà essere pronti a occupare il nostro posto.

  6. #6
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    giustissimo quello che scrive wotan!

    Per quanto riguarda congrassi e mozioni per un rinnovamento interno da "movimento politico normale" ho poche speranze...
    verticismo, culto della personalità, servilismo la fan da padrone rendendo irriformabile il movimento secondo i passaggi statutari.

    L'unica speranza è un vero terremoto elettorale (aimè ) e vedere rotolare teste (in primis del dentista)

  7. #7
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    Terremoto elettorale? Ma non ci sara', perche' il 5.5% e' assicurato.
    E' lo stesso 5.5% che ha sempre preso il MSI per 40 anni.
    La Lega potrebbe tirare a campare con quello per sempre,
    o almeno finche' rimane al governo o nella CdL
    con relativi privilegi e quote garantite di sottogoverno
    e portaborse, o amministratori provinciali.

    Il terremoto potrebbe venire se la Lega si ritrova con quel 5.5%
    all'opposizione e senza piu' la protezione interessata
    di babbo Silvio. In quel caso molti cadregari post-democristiani
    se ne andranno, e la dirigenza dovra' scegliere se
    tornare alla politica trasversale padana (contro roma,
    non per la dx o sx itagliana) o gettarsi definitivamente
    su quello che Paolo chiama "l' integralismo cattolico,
    l'oscurantismo piú dogmatico, le paranoie antimassoniche,
    il complottismo" e aggiungo io, la difesa della nostra
    grande patria itagliana contro l'islam/cina/negri/etc.

    Pero', vista l'opera di svuotamento dei vecchi valori
    (e vecchi militanti) sostituiti dai nuovi, non sono ottimista
    sull'esito di quella scelta, se e quando avverra'.
    E anche se per miracolo la scelta dovesse andare in senso
    "giusto", la credibilita' del movimento sarebbe
    tale da attrarre comunque solo piu' quegli integralisti
    /complottisti/para-fascisti, non certo i padani moderati
    con una certa cultura.

    Per esempio, se la sx vince le elezioni, non penso
    proprio che una Lega all'opposizione si metterebbe
    a parlare di Padania in modo trasversale, o in mezzo/sopra
    ai due poli. Al contrario, si sposterebbe per reazione
    ancora piu' a destra, urlerebbe ogni giorno che la CdL
    non fa abbastanza opposizione, e' venduta ai massoni
    comunisti, tradisce la destra, ecc.

  8. #8
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    In origine postato da aussiebloke
    Terremoto elettorale? Ma non ci sara', perche' il 5.5% e' assicurato.
    E' lo stesso 5.5% che ha sempre preso il MSI per 40 anni.
    La Lega potrebbe tirare a campare con quello per sempre,
    o almeno finche' rimane al governo o nella CdL
    con relativi privilegi e quote garantite di sottogoverno
    e portaborse, o amministratori provinciali.

    Il terremoto potrebbe venire se la Lega si ritrova con quel 5.5%
    all'opposizione e senza piu' la protezione interessata
    di babbo Silvio. In quel caso molti cadregari post-democristiani
    se ne andranno, e la dirigenza dovra' scegliere se
    tornare alla politica trasversale padana (contro roma,
    non per la dx o sx itagliana) o gettarsi definitivamente
    su quello che Paolo chiama "l' integralismo cattolico,
    l'oscurantismo piú dogmatico, le paranoie antimassoniche,
    il complottismo" e aggiungo io, la difesa della nostra
    grande patria itagliana contro l'islam/cina/negri/etc.

    Pero', vista l'opera di svuotamento dei vecchi valori
    (e vecchi militanti) sostituiti dai nuovi, non sono ottimista
    sull'esito di quella scelta, se e quando avverra'.
    E anche se per miracolo la scelta dovesse andare in senso
    "giusto", la credibilita' del movimento sarebbe
    tale da attrarre comunque solo piu' quegli integralisti
    /complottisti/para-fascisti, non certo i padani moderati
    con una certa cultura.

    Per esempio, se la sx vince le elezioni, non penso
    proprio che una Lega all'opposizione si metterebbe
    a parlare di Padania in modo trasversale, o in mezzo/sopra
    ai due poli. Al contrario, si sposterebbe per reazione
    ancora piu' a destra, urlerebbe ogni giorno che la CdL
    non fa abbastanza opposizione, e' venduta ai massoni
    comunisti, tradisce la destra, ecc.
    Pura ragionevolezza, purtroppo...
    Iunthanaka
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  9. #9
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    qunidi come nel teatro dell'assurdo "aspettando il 2006"

  10. #10
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    Molti di voi si saranno certamente accorti.
    Il capo si sta specializzando.
    Da sette anni a questa parte si sta specializzando
    in " partecipazione a battaglie perse ".
    Quella del Governatore della Banca, lo stiamo
    apprendendo in queste ore, è solo l'ultima.

 

 
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