Guerra civile spagnola: Madrid divisa sulla memoria.

[Thomas Aquinas]

IL CASO
Dopo aver approvato un progetto per ricordare le vittime di Franco, il governo frena e ricorda anche gli uccisi dai repubblicani

Guerra civile, Madrid ci ripensa

Le ferite del passato ancora non sono rimarginate:secondo gli storici il numero dei morti oscillò fra 500mila e un milione. Fra cui migliaia di sacerdoti e religiose

Da Madrid Michela Coricelli

La memoria storica deve servire a chiudere le ferite della guerra civile, non a riaprirle. Per questo il governo spagnolo ha deciso di prolungare i tempi di un complesso progetto di "riabilitazione morale e giuridica delle vittime" (approvato lo scorso anno), estendendolo ai morti di entrambe le fazioni. Nel settembre del 2004 l'esecutivo socialista di Zapatero annunciò la creazione di una Commissione interministeriale - guidata dalla vicepremier Maria Teresa Fernandez de la Vega - con l'obiettivo di elaborare un rapporto completo sulle vittime della guerra civile (1936-39) e del franchismo. La decisione fu resa pubblica in un contesto simbolico: un consiglio dei ministri celebrato a León, dove il nonno di Zapatero - un capitano fedele alla Repubblica - venne fucilato. Il progetto rispondeva alle vecchie (e disattese) richieste delle associazioni dedicate alla conservazione della memoria, che da decenni reclamano un riconoscimento pubblico e degli aiuti economici per portare avanti la riesumazione dei cadaveri nelle fosse comuni. L'idea iniziale era quella di restituire "dignità" storica e ufficiale alle vittime che caddero nell'oblio con la vittoria del generalissimo Franco o che furono eliminate dopo la guerra, durante la dittatura. In un primo momento non erano previsti riconoscimenti per i morti di entrambe le fazioni.
Ora però la vicepremier sembrerebbe disposta ad approfondire la questione. Il governo ha sempre sottolineato una profonda differenza fra le vittime dell'una e dell'altra parte: il franchismo ricordò i suoi caduti e li onorò con lapidi di marmo, monumenti e celebrazioni. I repubblicani - i vinti - furono dimenticati, cancellati. Pur riconoscendo questa differenza, secondo El País l'esecutivo ha deciso di inserire le vittime di entrambe le fazioni nel progetto di legge che sta preparando. Perché i processi sommari e le esecuzioni (i cosiddetti paseíllos) non furono un'esclusiva della destra: se il bando nazionale (franchista) perseguitò soprattutt o sindacalisti e repubblicani, vi furono anche numerosi casi di repressione - da parte dei repubblicani - diretti soprattutto verso membri della Chiesa. Tra le vittime della guerra e degli anni immediatamente precedenti vi furono almeno 13 vescovi, 7.000 sacerdoti e religiose e circa 3.000 laici legati ad Azione cattolica.
Il numero complessivo delle vittime del conflitto non è ancora chiaro, ma secondo gli storici oscillò fra 500.000 e un milione. L'esercito di Franco continuò una spietata repressione anche dopo il conflitto. Ma la memoria non può riconoscere vittime di prima o seconda categoria. Quando annunciò il progetto di legge, il governo socialista non sembrò rendersi conto della mole di lavoro che avrebbe comportato: in un anno la commissione ha ricevuto almeno 700 documenti e ha ascoltato il parere di 40 associazioni della memoria. Alcune organizzazioni chiedono l'annullamento dei processi sommari del franchismo (come accade con il fascismo): una decisione che comporterebbe una complessa revisione giuridica in diversi ambiti. Per quanto riguarda i simboli e le statue del franchismo, invece, il parlamento ha già approvato una legge che spinge le autorità locali a ritirarli, ma la competenza per lo più è municipale. Alcune associazioni chiedono inoltre una "Commissione della verità" simile a quella creata in paesi come Argentina o Cile. Uno dei punti più spinosi riguarda la Valle dei Caduti, il complesso monumentale dove è sepolto Franco, non lontano da Madrid. Il prossimo 20 novembre si compiono 30 anni dalla morte del caudillo: il partito comunista e i verdi chiedono che prima di quella data venga trasformato in uno spazio di memoria della repressione franchista. Fra cautela, difficoltà giuridiche e aiuti, il governo prende tempo. Le ferite sono ancora aperte: lo ha dimostrato, l'anno scorso, l'aspra polemica suscitata dalla rimozione di una statua di Franco. Al di là della politica, l'interesse per quegli anni neri si è trasformato in un fenomeno edito riale. Saggi e memorie si moltiplicano nelle librerie e nelle edicole: in questi giorni il quotidiano El Mundo e Planeta DeAgostini si sfidano con una collezione dedicata allo stesso tema. Il piccolo schermo fa la sua parte: una delle novità della stagione sarà la serie «Amare in tempi convulsi», una romantica storia ambientata nella guerra civile in onda su Tve, la televisione pubblica.



Avvenire - 13 settembre 2005

[Caterina63]

http://www.alleanzacattolica.org/ind...anteroe258.htm

una interessante cronistoria dei fatti........