Ciampi ai 200mila della marcia Perugia-Assisi: pace e lotta alla povertà
di red
Sono oltre 200 mila, a mezzogiorno, a sfilare lungo i 24 chilometri della marcia Perugia-Assisi sotto un sole dolce che accarezza le bandiere arcobaleno. Gli organizzatori sono soddisfatti. Flavio Lotti, della Tavola della pace, dice che tra Ponte San Giovanni, alle porte di Perugia, e Santa Maria degli Angeli «ci sono 15 chilometri ininterrotti di gente». «Tutte queste persone qui l'11 settembre testimoniano che in Italia c'è una cultura della pace più estesa di quella che dimostra di avere la classe politica».
Sono arrivati con 255 autobus, oltre che con i treni e i mezzi privati. E camminano discutendo di buon passo. Perché, in effetti, le idee da seduti ristagnano, hanno bisogno di confrontarsi in strada. Così si cammina e si parla. Si incontrano persone. Giuliana Sgrena, la giornalista de il manifesto rapita in Iraq e liberata da Nicola Calipari a prezzo della sua morte, parla dell’informazione vittima della guerra. «In questo momento non si può più andare in Iraq per raccontare quello che succede – dice -perché questa guerra è nata sulla falsità, sui falsi motivi, e quindi chi la fa non vuole testimoni, ma il paradosso è che non vogliono testimoni neppure coloro che dovrebbero essere interessati a far conoscere quella realtà».
Poco più in là c’è il drappello giallo e verde di Legambiente. «Non c'è pace senza giustizia. Per costruire un mondo migliore, la priorità deve essere quella di sconfiggere la povertà e in tutto il mondo è sempre più evidente il nesso tra la tutela dell'ambiente e l'impegno per la difesa dei più deboli». Parlano Roberto Della Seta, presidente nazionale Francesco Ferrante, direttore generale, Maurizio Gubbiotti, responsabile internazionale. E intanto camminano.«Dai popoli indigeni in Sud America o in Asia che si battono contro i progetti che vorrebbero devastare i loro territori - continuano- alle esperienze di comunità dei villaggi africani che portano avanti progetti di agricoltura sostenibile, sono moltissime le esperienze che tengono insieme la lotta per l'ambiente e la giustizia. C'è anche, e soprattutto, l'impegno - concludono - per uscire dalla civiltà del petrolio e rispettare gli obiettivi di Kyoto per un mondo più pulito e in pace».
.