L'11 settembre? Un'invenzione
di MATTIAS MAINIERO... Libero
La retorica di chi condanna l'islam solo una volta all'anno
Mettiamoci subito d'accordo: oggi, 11 settembre, anniversario della strage delle Torri Gemelle, dobbiamo ricordare San Giacinto o se preferite San Didimo. Scegliete il santo che vi piace di più: l'elenco è lungo e ricco di sorprese, c'è pure San Giovanni Gabriele Perboyre, martire in Cina. Se siete di sinistra, vi consigliamo il golpe militare in Cile con Pinochet che rovescia il governo, un classico che compie 22 anni. Per gli amanti del Duce: il fallito attentato a Benito Mussolini, bomba dell'anarchico Gino Lucetti lanciata a Porta Pia contro l'automobile del capo del fascismo, rimbalzata ed esplosa a terra. Ricordate ciò che volete (naturalmente senza dimenticare Lorenzo Cremonesi, rapito e rilasciato ieri nella Striscia di Gaza dai miliziani palestinesi), ma non l'attentato di New York. Per favore, evitate bagni di retorica, frasi fatte e lacrime posticce. E se siete di Milano girate alla larga dalla zona di corso Monforte. Lì, numero civico 35, Palazzo Isimbardi, ingresso libero fino ad esaurimento dei posti, oggi verrà assegnato il premio giornalistico Enzo Baldoni e con un concerto gospel la Provincia di Milano (presidente Filippo Penati, diessino, ex sindaco (...) (...) di Sesto San Giovanni o Stalingrado d'Italia) ricorderà tutte le vittime del terrorismo. E già non ci siamo: nel giorno dell'attacco all'America e dei grattacieli che vengono giù, si allarga a dismisura il ricordo, mettendoci dentro Brigate Rosse vecchie e nuove, Nar, Prima Linea, fondamentalismo islamico, treni saltati in aria, uomini politici rapiti e uccisi, un modo come un altro per diluire, annacquare e dimenticare. E allora credeteci: meglio San Giacinto o San Didimo. Se l'11 settembre deve essere questo, questo favore alla sinistra, ai resistenti, ai pacifisti, ai no global, quest'orgia di falsificazioni, apoteosi dell'enfasi e della truffa intellettuale, molto meglio cancellarlo dalla mente e soprattutto dalle commemorazioni, farlo sparire dal calendario delle tragedie planetarie. Il giorno 11 settembre, anno di terrore 2001, a New York non successe nulla: il mondo non scoprì che c'era un pazzo di nome Bin Laden che voleva annientarci tutti, annientare noi, noi occidentali, non ci furono morti nè lutti nè Borse che crollarono. L'11 settembre nacque Lola Falana, che qualcuno di voi sicuramente ricorderà, e nacque pure Brian De Palma, mentre Nikita Krusciov se ne andava al creatore, quello suo, quello che non esisteva perché lui era ateo e credeva solo al comunismo, e chissà dove sarà finito Nikita Krusciov. Cassato, dimenticato, finalmente un giorno come un altro. Così in redazione non ci arriverà più un volantino firmato "Comunità politica di avanguardia" nel quale si ricorda l'attentato e pure il "sistema giudaico-statunitense" e il "dominio del capitalismo e dell'usura" che hanno provocato "l'olocausto di milioni di vittime innocenti", e quasi quasi (forse neppure senza quasi) si dà una giustificazione all'attacco alle Torri Gemelle. Così Enzo Bianco, ex ministro dell'Interno, non potrà più approfittare dell'anniversario per dire quattro sciocchezze sul terrorismo e l'antiterrorismo e chiedere, tra l'altro, di destinare alla sicurezza le stesse risorse del 2001, quando al governo c'erano i suoi che ovviamente erano più bravi. Così, Sky non manderà in onda, per commemorare vittime e crolli, "Fahrenheit 9/11" (controverso documentario di Michael Moore che tutto è tranne che una commemorazione dell' 11 settembre) e non farà precedere la proiezione del film dall'intervento di Giuliana Sgrena, giornalista e pacifista mai tenera con gli Stati Uniti che quattro anni fa ci hanno rimesso grattacieli, vite umane e tranquillità. Questo non è un ricordo: è una vetrina degli interessi personali, la strage che torna per diventare strumento di propaganda, un'altra occasione di pubblicità gratuita. Oggi sfilano le mezzecartucce della celebrazione di parte e i bazooka della falsificazione storica: retorica e bugie, le stesse che hanno alimentato questi ultimi quattro anni. Oggi la stampa di sinistra piangerà per l'11 settembre e ci spiegherà, come già milioni di volte ci ha spiegato, che il fondamentalismo islamico tanto fondamentalista non lo è, che i kamikaze ci sono e che noi dobbiamo essere tolleranti, che non bisogna chiudere le frontiere, non bisogna fare guerra, bisogna fuggire, porgere l'altra guancia, rendersi conto che l'Iraq, dopo l'arrivo degli americani, si è trasformato in un'incubatrice del terrore, peggio dell'Afghanistan dei talebani. Ci dirà che Lorenzo Cremonesi è stato rapito (sorvolando un po' sui miliziani palestinesi che hanno sempre giustificazioni e attenuanti, che sequestrano ma solo per fare atti dimostrativi, in fondo brava gente), che Bush ha sbagliato e come Berlusconi continua a sbagliare, che Zapatero è un grande uomo, gli imam che predicano violenza sono solo capi religiosi e l'uragano Katrina è la punizione divina del satana americano che ha fabbricato pretesti di guerra e promesso vittorie impossibili. Scriverà, la stampa di sinistra, che quattro anni fa, ore 8,48 del mattino, quando quell'aereo colpì la prima delle due Torri Gemelle delWorld Trade Center di New York e quando poi arrivò l'altro aereo, eravamo tutti americani, e chissà poi perché qualche giorno dopo saremmo dovuti diventare tutti iracheni. Silenzio, oggi si gira il ricordo del giorno in cui il mondo cambiò per dare a tanti la possibilità di attaccare meglio gli Stati Uniti (e anche per dare ai miliziani la possibilità di bloccare un'auto, rapire un giornalista italiano e ricattare la stampa). L'11 settembre vero, quello che noi conosciamo, quello di Bin Laden e del fondamentalismo islamico, della morte esportata nel mondo, dell'attacco all'occidente, non esiste. Per questo noi preferiamo San Giacinto o, se volete, San Giovanni Gabriele Perboyre, martire in Cina, che non sappiamo chi sia e perché sia diventato martire, ma che sicuramente non ci racconta bugie. A proposito: Fassino, ieri, si è rivolto al governo: «Chiediamo che faccia tutto il possibile per liberare Cremonesi e restituirlo al suo lavoro e alla sua famiglia». Chissà, forse pensava che il governo avrebbe fatto solo l'impossibile. Retorica, frasi di circostanze e ricostruzioni arbitrare: è l'11 settembre. Dimentichiamocelo sul serio. "