[QUOTE]In Origine Postato da c@scista
[B]Innanzitutto ti ringrazio per il complimento.In Origine Postato da Pericle
Inannzitutto, io con quell'acceno al gossip volevo solo metterla un pò sul ridere, ma sicuramente ti era chiaro.
Quanto al fatto che Fini su questo punto la pensi come Prodi, è nei fatti.
Ma ho come l'impressione che poi da ciò tu voglia far discendere qualcos'altro, e cioè che Fini non possa essere un'alternativa, o quantomeno un'alternativa credibile, a Prodi.
Ma non è detto che due candidati alternativi debbano essere per forza in disaccordo su tutto; e poi Fini con ogni probabilità non sarà, a quanto sembra, il candidato premier della CDL; e all'interno delle coalizioni questi sono temi che dividono trasversalmente.
Ti ho forse attribuito un'obiezione che non era, per dirla con parole tue, "nelle tue corde"?
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Assolutamente no Pericle, anzi hai compreso perfettamente il senso del mio intervento "leggendomi tra le righe" (il che fa onore alla tua perspicacia visto che il mio messaggio era forse un po' oscuro).
Il punto di cui volevo discutere è che secondo me l'elettore non si trova di fronte ad una vera scelta quando le proposte portate avanti da due importanti leader politici alternativi (Fini non è il leader del Polo ma è pur sempre un aspirante a quel ruolo per il futuro, non dimentichiamolo) si differenziano solo per le sfumature.
Certo, lo so che su questo tema le coalizioni si dividono trasversalmente ma a me sembra che Fini e Prodi (ma al conto potrei aggiungere tranquillamente anche Dalema) la pensino in modo molto simile anche su molti altri argomenti.
In questo caso, la cosa che accomuna due, almeno a parole, cattolici, è un certo atteggiamento laico di fondo, che tende, pur nel rispetto di valori religiosi e nella fattispecie cattolici, a non privare le minoranze di determinati diritti.
Ma so benissimo che tu vuoi intendere altro, ovvero una critica al maggioritario (forse mi sbaglio?), che porta, secondo teorie politologiche attualmente molto in voga, ad essere tutti un pò più simili, anche tra avversari.
Nel proporzionale la scelta era più ideologica, più netta e marcata, più "dottrinaria" (ma su questo influisce, quasi solo a sinistra, anche la fine delle ideologie e la caduta del muro di Berlino, ed il fatto che in Italia l'adozione del maggioritario è temporalmente coincisa pressochè perfettamente con la caduta delle ideologie). Nel maggioritario invece quello che conta è la direzione di marcia, l'orientamento, che è sintomatizzato, appunto, dalle "sfumature" diverse (ma su alcune questioni, almeno adesso con Berlusconi, non sono solo sfumature, vedi la giustizia). Nessuno, e nel maggioritario ancora di più che nel proporzionale, vuole precludersi la possibilità di vincere le elezioni, ed a tal fine fa proposte che possono essere comprese ed accettate dall'elettorato, quindi proposte mai rivoluzionarie, ma sempre "riformiste", di riforme minime, ma pur sempre significative della natura politica di chi le avanza.
A tal proposito ti faccio il classico esempio, relativo alla domanda posta e all'esempio portato in genere dai detrattori del maggioritario: sono più a sinistra (o più a destra, se preferisci) i Democratici del Texas o i Repubblicani di New York? Su molte, probabilmente la maggioranza, delle questioni, i Repubblicani di New York sono certamente più a sinistra dei Democratici del Texas (o questi ultimi certamente più a destra dei primi, a piacimento). Questo perché nel maggioritario, che crea una politica più "laica", nel senso di "meno dottrinaria", i partiti tendono a conformarsi, autenticamente a plasmarsi, sulle condizioni socio-economico-culturali, quindi in un parola sola politiche, della regione nella quale operano. Se i Democratici proponessero in Texas quello che propongono a New York, o i Repubblicani proponessero a New York quello che propongono in Texas, si precluderebbero la possibilità di andare al governo e quindi di cambiare davvero la loro società mediante l'azione di governo. Cioè nel maggioritario, ancora più che nel proporzionale, tutti tendono a fare la "politica dei piccoli passi".
E così, in Italia, ti consiglio di non giudicare la diversità tra le due coalizioni in base a ciò che propongono in senso assoluto, ma in base alla direzione che le loro proposte adombrano e sottintendono.