Terrorista Arabo O Ebreo Americano?

[Der Wehrwolf]

di Maurizio Blondet



Adam Pearlman / Al-Amriki prima e dopo

STATI UNITI - Turbante nero in capo, il volto coperto alla araba: così appare, in un video trasmesso dalla ABC News l'11 settembre scorso, il militante di Al Qaeda: e minaccia sfracelli prossimi.
L'organizzazione colpirà, dice, «a Los Angeles e a Melbourne, ad Allah piacendo».
Il video, della durata di 11 minuti, sta facendo tremare gli americani e gli australiani (di Melbourne), sgomenti dalla vastità delle imprese della Al Qaeda globale.
Gli investigatori ritengono la minaccia «molto seria» (1).

L'FBI ha emesso un comunicato dove dice di ricercare il personaggio, che è armato e pericoloso.
Il personaggio che appare nel video è stato identificato dall'FBI come Adam Gadahn, ma il temibile guerrigliero usa altri nomi di battaglia: Abu Suhayb al-Amriki (l'americano), Yihia Majadin Adams, Yayah, e Adam Pearlman.
L'ultimo nome, in realtà, è quello vero. Adam Pearlman è un giovanotto californiano di 26 anni, il cui nonno è un chirurgo molto noto in California anche perché esponente di spicco dell'ADL, Anti-Defamation League, ossia della lobby ebraica.



Su internet sopravvive il sito che il giovane Adam si fece da sé quando era all'Università della Southern California, dove si definisce un ottimo attore, esperto di software, appassionato di ambientalismo e di musica heavy metal.
Poi, dicono i suoi familiari, si è convertito all'Islam in una moschea nella Orange County, dove avrebbe preso il nome di Gadahn, che è un'arabizzazione del biblico, ebraico Gedeone.
Fattasi crescere una barbetta islamica, è partito, assicurano i suoi, per il misterioso oriente.
Pare che viva in Pakistan, con una moglie afghana.

Vero o no, CIA e FBI giurano che il giovanotto si è intruppato con i terroristi di Al Qaeda, che lo usano come loro «portavoce» per gli Stati Uniti.
Già nell'ottobre 2004 aveva spedito un video carico di minacce pronunciate in inglese californiano; in quell'occasione, era «Azzam l'americano».
Nell'ultimo video, carica parecchio le tinte: «noi musulmani non amiamo nulla più del calore della battaglia, l'eco delle esplosioni e lo sgozzamento delle gole infedeli», proclama.
Ma sembra soprattutto preoccupato di smentire la voce insistente secondo cui Osama Bin Laden sarebbe deceduto.
No, Osama è vivo e lotta insieme a noi.
Come Elvis Presley.



Il proclama si chiude con un ricordo del capo dei dirottatori suicidi dell'11 settembre 2001: «ognuno di noi è un Mohamed Atta», dice Pearlman-Gadahn.
E forse quest'ultima frase è la più rivelativa, visto che, secondo Amanda Kelly, la spogliarellista che convisse sei mesi con Atta quando questi frequentava la sua scuola di volo in Florida, il futuro dirottatore islamico andava ghiotto di costine di maiale, beveva come una spugna, disponeva di infiniti badges che gli davano accesso a installazioni militari USA, e parlava varie lingue fra cui l'ebraico.



Insomma, il pericolosissimo Adam Pearlman Al-Amriki potrebbe essere uno dei tanti ebrei, o filo-ebrei, che di questi tempi si fanno passare per terroristi di Al Qaeda per spaventare il pubblico americano dal video e tenere opportunamente alto il livello di allarme (in Iraq, è Al-Zarqawi a recitare la parte).
La questione è indovinare se il giovanotto agisce per conto di qualche servizio, o s'è immaginato tutto per conto suo, da provocatore: dopotutto, si vanta di essere un ottimo attore, e il ritratto che dà di sé su internet è quello di un mitomane, e un po' megalomane.
Se davvero l'FBI lo ricerca, forse potrebbe provare a guardare dalle parti di Hollywood, California, da cui paiono venire parecchi «video di Al Qaeda» di ottima fattura professionale.

Maurizio Blondet



Note
1) Brian Ross, «Tape released: american Al Qaeda member warns of attacks», ABC News, 12 settembre 2005.

[Der Wehrwolf]

Il personaggio che appare nel video è stato identificato dall'FBI come Adam Gadahn, ma il temibile guerrigliero usa altri nomi di battaglia: Abu Suhayb al-Amriki (l'americano), Yihia Majadin Adams, Yayah, e Adam Pearlman.L'ultimo nome, in realtà, è quello vero. Adam Pearlman è un giovanotto californiano di 26 anni, il cui nonno è un chirurgo molto noto in California anche perché esponente di spicco dell'ADL, Anti-Defamation League, ossia della lobby ebraica.

Già nell'ottobre 2004 aveva spedito un video carico di minacce pronunciate in inglese californiano; in quell'occasione, era «Azzam l'americano».
Nell'ultimo video, carica parecchio le tinte: «noi musulmani non amiamo nulla più del calore della battaglia, l'eco delle esplosioni e lo sgozzamento delle gole infedeli», proclama.
Ma sembra soprattutto preoccupato di smentire la voce insistente secondo cui Osama Bin Laden sarebbe deceduto.
No, Osama è vivo e lotta insieme a noi.
Come Elvis Presley.

Insomma, il pericolosissimo Adam Pearlman Al-Amriki potrebbe essere uno dei tanti ebrei, o filo-ebrei, che di questi tempi si fanno passare per terroristi di Al Qaeda per spaventare il pubblico americano dal video e tenere opportunamente alto il livello di allarme (in Iraq, è Al-Zarqawi a recitare la parte).