Da Liberazione di domenica 18 settembre.

Il leghista pietoso (e inquisito)
e il leghista armato (e fesso)
Storie opposte di due politici colti in fallo


Il sindaco di Varse Aldo Fumagalli è sotto inchiesta per avere raccomandato una signora immigrata, di nazionalità sconosciuta, priva di permesso di soggiorno. La signora cercava lavoro e il sindaco Fumagalli la ha aiutata. L'accusa contro di lui, dicono i giornali, è di concussione e violazione della legge Bossi-Fini, cioè della famigerata legge anti-immigrati che è un po' la bandiera di tutti gli xenofobi europei. La notizia sta nel fatto che il sindaco di Varse è un leghista, è un leghista della prima ora, è amico personale di Bossi e cioè è uno di quelli che da molti anni pronuncia parole di fuoco contro gli immigrati. Dicono i giornali: "Predica bene e razzola male". Diciamo noi: "predica male e razzola bene".
Un altro leader leghista, Alessandro Cè, ex capogruppo della Lega alla Camera e ora assessore lombardo alla sanità, è stato protagonista di un caso di cronaca nera. Vittima, dicono i giornali, artefice, diciamo noi. Cosa è successo? Gli hanno rubato il borsello e nel borsello c'era il solito cellulare e la (solita?) pistola. Già, l'onorevole Cè - che quando parlava alla Camera dei deputati quasi sempre citava il primo e il secondo concilio di Trento, San Tommaso, papa Pacelli e il cardinal Lefevre - gira armato come un bravo di don Rodrigo. E siccome - a differenza del Griso - è un distrattone, si scorda la pistola su una sedia e se la fa rubare come un fesso. Ora la sua pistola sarà finita in mano a qualche malavitoso, e cosa ci farà questo malavitoso? magari una rapina, e poi Cè griderà allo scandalo: "Fanno le rapine! Fanno le rapine! Sono immigrati, sono meridionali, africani, negri, musulmani, zingari, arrestateli, espelleteli, frustateli!!!!).

Non sappiamo se qualche giudice, pignolo come il giudice di Varese che ha inguaiato il sindaco Fumagalli, vorrà vedere se c'è un reato nel comportamento di Cè, che gira per Milano lasciando incustodite le sue borse con le pistole, e in questo modo arma la malavita. Sappiamo però che l'idea che un deputato, un rappresentante del popolo, giri con una pistola a portata di mano e consideri dunque - tra le opzioni della sua giornata - quella di sparacchiare, per qualche motivo, addosso a qualcuno, è un'idea che ci atterrisce. E' chiaro che Cè è un tipo che predica male e razzola male.

Come vedete, non è vero che siamo faziosi. Questo giornale sa distinguere tra leghista e leghista. Esprimiamo tutta la nostra solidarietà al sindaco Fumagalli, e siamo pronti a testimoniare a suo favore: nel violare la Bossi-Fini non c'è reato, nel girare con le rivoltelle - fuori del Far West, e del diciannovesimo secolo - secondo noi il reato Cè.