Alla presentazione del suo nuovo movimento, l'eurodeputato e vice sindaco di Catania, Nello Musumeci ha annunciato che lascerà Alleanza Nazionale. «E'
Alla presentazione del suo nuovo movimento, l'eurodeputato e vice sindaco di Catania, Nello Musumeci ha annunciato che lascerà Alleanza Nazionale. «E' un partito senza democrazia - ha detto - una sorta di giungla in mano ai furbi». Toccherà adesso a Fini cercare di sanare la lacerazione.
«Lascio An, ridotto ad un partito di furbi»
L'addio dell'eurodeputato.
«Non c'è democrazia, decidono i vertici. Cuffaro? Doveva dimettersi per chiarire la sua posizione»
Andrea Lodato
Acireale. Ha faticato a prender sonno sabato notte Nello Musumeci. Ha faticato, ieri mattina, ad uscire dalla stanza della Perla Jonica dove, in totale solitudine, aveva trascorso la mattinata a leggere, rileggere, limare il discorso che doveva segnare la nascita di Alleanza Siciliana e la sua uscita da Alleanza Nazionale. Che non abbia dormito e si sia presentato nella sala Orlando con una trentina di minuti di ritardo per rifinire il discorso è poco credibile. Musumeci avrebbe anche potuto parlare a braccio, da sottile e abile oratore qual è. Ma qui più che soppesare le parole, c'era da valutare sino in fondo e sino all'ultimo le decisioni. Così quando apre bocca, a quel punto, Musumeci pur partendo da lontano non può che guardare lontano. Ci gira attorno a lungo. Poi ci arriva.
«Sì, lascio il partito. La mia è una scelta inevitabile ed ineluttabile. Fra qualche giorno presenterò personalmente al presidente del partito, Gianfranco Fini, la mia lettera di dimissioni».
Davanti a mille persone (con buona rappresentanza anche di uomini del partito arrivati da mezza Sicilia, in testa il fedelissimo Gino Joppolo (dice: «Quello con Musumeci è un progetto comune, nei prossimi giorni non escludo di iscrivermi al gruppo misto dell'Assemblea Regionale Siciliana»), l'eurodeputato calabrese Umberto Pirilli venuto ad ascoltare, il grande vecchio del Msi catanese senatore Vito Cusimano in prima fila) Musumeci non può che ripercorrere la sua storia e sfociare in quel che pensa, oggi, del suo partito.
«Ho preso atto che nel mio partito non c'è democrazia e chi la pensa in maniera diversa è condannato e poi emarginato. E' vero che in An ci sono sempre persone per bene e disposte al dialogo, ma sono isolate. Potrei continuare a vivere di rendita in An per i prossimi venti anni, ma ritengo doveroso dare l'esempio: mettere a disposizione della mia terra un impegno genuino e volontario Non si può barattare la dignità di uomo libero con un partito che è diventato soltanto un contenitore, senza democrazia, una jungla dove vince il più furbo o il branco».
Alza i toni Musumeci, che è eurodeputato del partito, che è vice sindaco di Catania e soltanto qualche mese fa incantò e riscaldò l'ultima convention della Cdl, davanti a Berlusconi. Alza i toni e tutto quel che appartiene a l'altro ieri ed a ieri, sembra trapassato. Lui, uomo di destra, della destra che fu Movimento Sociale Italiano, quello di Almirante e quello di Fini. Lui, oggi, dopo aver alzato i toni spiega a chi lo ascolta e lo applaude a scena aperta.
«Sono e resto uomo di destra nel centrodestra, ma non necessariamente nella Casa delle Libertà. Io sono pronto pronto al dialogo, comunque, e tutto questo non significa che in futuro non si possa arrivare a tornare a discutere».
Insomma, Musumeci fa più d'un passo in avanti, giudica inevitabile lo strappo sino ad annunciare la lettera di dimissioni a Fini, stupisce quando spiega che potrebbe non restare nella la Cdl. Ma, a quel punto, non andando, si capisce, a caccia di avventure non esclude la disponibilità alla discussione.
Ma se Musumeci non è tenero con il suo partito, l'affondo che indirizza al governatore della Regione, Cuffaro, non è poi tanto leggero. Si parte dalle primarie, ma dentro c'è di tutto.
«Con Cuffaro ho un buon rapporto personale, ma quello che io pongo è un problema politico. Io l'ho fatto votare alle elezioni regionali e io stesso l'ho votato, ma a lui non ho chiesto nulla e nulla ho avuto. C'è anche un'inchiesta giudiziaria in corso su di lui. Sono certo dell'innocenza e dell'estraneità ai fatti che gli sono contestati, ma chi governa una Regione deve allontanare il sospetto. Cuffaro aveva il dovere di mettersi in discussione. Le primarie non sono contro di lui, ma, anzi, vanno lette come un atto di forza per lui, che vedrebbe confermata dal consenso la sua candidatura».
La risposta di Musumeci, dunque, è oggi Alleanza Siciliana. Che cosa è che cosa sarà?
«Alleanza siciliana vuole essere uno strumento di lotta al di fuori dagli schemi tradizionali dei partiti, ormai in crisi, con una precisa identità e una precisa collocazione. E' un movimento che si rivolge ad un elettorato moderato, cattolico, laico, riformista, aperto a convergenze, contributi ed adesioni di gente che vuole venire dalla sinistra, purchè siano adesioni meditate e sofferte. Saremo presenti sul territorio con una struttura agile e leggera e tra la fine di novembre e l'inizio di dicembre celebreremo il primo congresso per approvare lo statuto e gli organi dirigenti».
Ovviamente, nel momento in cui As nasce e diventa partito si pone il problema delle alleanze elettorali. E tutto ruota attorno all'interrogativo del feeling con l'Mpa di Raffaele Lombardo. Si può fare?
«Ci sono alcuni punti di convergenza come l'autonomismo e la lotta all'egemonia dei partiti romani. Pero non condivido il tentativo di neocentrismo che, seppur muovendo dall'autonomismo, non può pensare che si possa governare dal centro, come è successo per 50 anni. In Sicilia e in Italia si governa sul centro, non dal centro. E noi, a differenza dell'Mpa, non dialogheremo con la Lega perché è un movimento che si chiude su posizioni egoistiche».
Insomma per il futuro e per le elezioni si vedrà. Musumeci, sollecitato e un po' provocato, chiude con una battuta: «So che molti non mi seguiranno, ma io non proverò rancore, ma proseguire non era più possibile: tutto quello che ho avuto l'ho avuto da solo, mi hanno fatto cadere mille volte e mille volte mi sono rialzato. Qualcuno dice che alla fine saremo quattro gatti, può darsi: vuol dire che non faremo accordi con il topo».
La Sicilia
Duro colpo per AN...