Precipita la crisi Formigoni-Lega. Rischio elezioni in Lombardia
(da affaritaliani.it)
Lunedì nero in casa Lega. A preoccupare non è né la devolution, né il caso Fazio, né la leadership nella Casa delle Libertà. A far tremare i polsi dei massimi dirigenti del Carroccio è ancora una volta la crisi in Regione Lombardia. Secondo quanto risulta ad Affari, infatti, la situazione è delicata e rischia di precipitare.
Martedì è in programma al Pirellone una riunione del Consiglio, chiamato a discutere del Dpef regionale. Un appuntamento fondamentale per il futuro della maggioranza. Tanto che un clamoroso forfait delle truppe padane spingerebbe la rottura Cè-Formigoni verso la crisi formale, senza escludere elezioni anticipate. La scorsa settimana la Lega, per bocca di Giancarlo Giorgetti, intervistato da Affari, ha alzato il tiro: ora la questione è politica. E infatti il Carroccio ha disertato le riunioni di giunta nella speranza che prima del Consiglio la questione si fosse risolta. Il problema è che il Carroccio non intende fare passi indietro, niente scuse né dell'assessore alla Sanità sospeso, Alessandro Cè, né del movimento a Formigoni.
Sull'altro fronte, il Governatore vicino a Comunione e Liberazione resta fermo sulla sua posizione, spalleggiato non solo dalla maggioranza di Forza Italia ma anche da An e Udc: scuse vere altrimenti Cè resta fuori. Nel quartier generale del Carroccio l'aria è pesante, i musi sono lunghi e preoccupati. Bossi e i suoi, infatti, sono convinti che una retromarcia a pochi mesi dal voto farebbe perdere molti voti dei cosiddetti duri e puri, soprattutto nel Bresciano, patria del vulcanico ex capogruppo padano alla Camera. Ma anche una rottura nella principale regione del Nord sarebbe un disastro, che metterebbe a rischio l'asse romano con Berlusconi.
Che fare? La situazione è davvero ingarbugliata e le elezioni anticipate non vengono più escluse nemmeno dagli uomini più vicini al Senatur. E a gettare benzina sul fuoco è arrivata anche la cancellazione della cena del lunedì sera ad Arcore tra Bossi e Berlusconi. Insomma, se son spine... pungeranno.