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    Predefinito Il no della Russia alle strategia Usa

    | Lunedi 26 Settembre 2005 - 13:06 | F.R. |

    La Russia è entrata di prepotenza nella partita chiamata "nucleare iraniano".
    Dopo aver bocciato sul nascere la bozza di risoluzione presentata tre giorni fa dall'Ue all'Onu al fianco di Cina, India, Pakistan, Brasile e Venezuela, il governo di Mosca si è opposto anche alla nuova proposta fatta circolare in queste ore dalla troika europea (Francia, Germania, Gran Bretagna). Il nuovo testo, secondo fonti provenienti dal vertice dei governatori dell'Aiea (Agenzia internazionale per l'Energia atomica) in corso in queste ore a Vienna, era formalmente più morbido del precedente e conteneva "solo" accuse al governo di Teheran, per la violazione del Trattato di non proliferazione nucleare. Evitando di parlare apertamente di deferimento davanti al Consiglio di sicurezza dell'Onu e di sanzioni economiche, i rappresentanti dell'Unione Europea credevano di riuscire ad aggirare l'ostacolo rappresentato dal blocco dei Paesi che hanno manifestato la propria opposizione alla messa in stato d'accusa di Teheran.
    Non ci sono riusciti.
    E mentre sono ancora in corso in queste ore i negoziati dell'Aiea a Vienna, fonti anonime hanno fatto sapere che il voto su una risoluzione "non è imminente", perché evidentemente non c'è alcun accordo. Notizie diffuse dall'agenzia di stampa cinese Xinhua, che segue attentamente gli sviluppi della crisi iraniana, parlano addirittura di uno forte scontro in sede diplomatica tra Washington e Mosca. Mentre gli Stati Uniti minacciano di presentare il testo originale di risoluzione che prevedeva il deferimento immediato dell'Iran davanti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, la Russia punta i piedi e pensa di proporre un documento alternativo nel quale non compare alcun accenno al "mancato rispetto" da parte dell'Iran delle richieste dell'Aiea, un termine a cui l'Europa non intende rinunciare.
    I colloqui a Vienna tra i governatori dell'Aiea continueranno anche oggi, a porte chiuse, fino a quando non verrà raggiunto un accordo.
    Intanto il governo iraniano, fermo sulle proprie legittime posizioni, attende il verdetto del vertice di Vienna e intanto ringrazia ufficialmente Pakistan e India per aver deciso di schierarsi dalla parte di Teheran in questa difficile battaglia internazionale e a margine del suo incontro con il primo ministro iraniano Manmohan Singh, il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad accusa proprio la troika europea di ''aver chiaramente violato il Trattato di non proliferazione'' accusando ingiustamente il suo Paese di essersi reso responsabile di ''mancata osservanza'' delle prescrizioni del trattato.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

  2. #2
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    Effetto Russia

    | Lunedi 26 Settembre 2005 - 126 | Paolo Emiliani |

    Qualcuno lo chiama “effetto Russia”, qualcun altro, più specificatamente, “effetto Putin”, fatto sta spira dall’est un vento benevolo che sostiene le sovranità nazionali.
    Infatti proprio la Russia di Putin è entrata a rompere l’assedio dell’Iran, progettato da Washington utilizzando l’Europa come sicario e il consiglio di sicurezza dell’Onu come arma del delitto.
    Prima Mosca ha bocciato sul nascere la bozza di risoluzione contro l’Iran presentata tre giorni fa dall'Ue all'Onu , spingendo a fare altrettanto Cina, India, Pakistan, Brasile e Venezuela; poi si è opposta anche alla nuova proposta fatta circolare dalla troika europea (Francia, Germania, Gran Bretagna).
    Un nuovo testo “più morbido”, ma altrettanto insidioso perché, se approvato, avrebbe potuto aprire la strada delle sanzioni contro Teheran.
    Lo scontro in sede diplomatica tra Russia e Usa si è quindi fatto durissimo.
    La posta in gioco sta infatti aumentando.
    Gli americani vorrebbero ergersi a padroni del pianeta, stabilire chi possa e chi non possa detenere tecnologia nucleare (anche solo a scopi civili), inserendo naturalmente nella lista degli Stati canaglia chiunque disobbedisca agli ordini.
    Il fermo atteggiamento di Mosca scompagina queste regole, riafferma il diritto alla sovranità delle nazioni ed incoraggia, nei fatti, nuovi atti di disobbedienza agli ordini atlantici.
    Del resto Putin ha inizatao a dare l’esempio già in casa sua.
    Dopo le selvagge privatizzazioni di Eltsin, con la Russia trasformata in terra di conquista per gli speculatori finanziari internazionali, Putin ha invertito la rotta; sta riportando sotto il controllo dello Stato la Yukos, per esempio, la compagnia petrolifera sorta dal nulla e diventata in pochi anni un centro di potere enorme.
    Putin ha dato la dimostrazione che tutto ciò era possibile; senza Putin, probabilmente, non avremmo avuto uno Chavez, che a sua volta è stato capace di rivitalizzare tutta l’America Latina.
    Siamo certi che in cima alla lista delle “canaglie” di Bush c’è proprio il nome del presidente russo, ma la Russia non è l’Afghanistan e nemmeno l’Iraq: è pur sempre una superpotenza, ferita, ma con tanta voglia di risorgere.
    Questo ci dimostra ancora una volta come sia mutilata l’Unione europea senza la Russia.
    L’Europa Nazione, ben diversa da questa istituzione parabancaria chiamata Ue, ha bisogno di allargarsi fino alla Russia e l’ingresso di Mosca sarebbe sicuramente benefico anche per tutte le nazioni che facevano parte dell’ex impero sovietico, che sono rapidamente terminate (tranne la Bielorussia) tra le grinfie del capitalismo più selvaggio, pagando caramente un effimero benessere “occidentale” subito trasformato in tanta povertà per il popolo a fronte di enormi ricchezze per pochissimi.
    L’effetto benefico russo arriverebbe infine fino a noi.
    Assaporare finalmente un po’ di sovranità nazionale potrebbe infine far scoprire al popolo italiano la realtà. Ovvero quella di nazione invasa ed occupata e non “liberata” come ci hanno fatto credere per oltre sessanta anni.
    "Sarà qualcun'altro a ballare, ma sono io che ho scritto la musica. Io avrò influenzato la storia del XXI secolo più di qualunque altro europeo".

    Der Wehrwolf

 

 

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