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  1. #1
    più arcipreti, meno arcigay
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    Predefinito Chi c'è dietro la pillola Ru (a parte il diavolo)?

    Vi sentireste garantiti se una ricerca sulla pranoterapia venisse
    affidata a Giucas Casella? E se una commissione d'indagine sul
    disturbo dell'identità di genere fosse presieduta da Platinette?

    Questo, grosso modo, è avvenuto a Torino con la Ru486, la pillola
    brevettata per sopprimere il concepito entro il secondo mese di
    vita: a coordinarne la sperimentazione, poi bruscamente interrotta
    dal ministro della Salute, è stato chiamato il dottor Silvio Viale,
    ginecologo dell'ospedale Sant'Anna, presidente dell'associazione
    radicale Adelaide Aglietta (pace all'anima sua, la militante del
    Centro italiano sterilizzazione aborto che in un appartamento del
    capoluogo piemontese praticava illegalmente l'interruzione di
    gravidanza con il metodo Karman, isterosuzione la chiamano i cólti,
    con una pompa per bicicletta, in sostanza) nonché consigliere di
    Exit Italia, il sodalizio pro eutanasia già inquisito per omicidio
    del consenziente. Un medico che dal 2000 si batte con tutte le sue
    forze per introdurre la Ru486 su vasta scala, manco avesse
    intravisto nella morte, anziché nella vita, la cifra della sua
    crescita professionale.

    Lo guardavo due giorni fa al telegiornale, questo dottor Viale, e
    m'impressionava la spensieratezza con cui, a uso e consumo delle
    telecamere, pescava la chiave giusta dal mazzo, apriva la
    cassaforte, afferrava uno dei flaconi di pillole affidati alla sua
    custodia e lo esibiva con orgoglio, quasi dovesse ingolosire le
    potenziali clienti. Ma che c'era da mostrare? Fossi stato nel suo
    camice bianco, avrei maneggiato quella roba con prudente riserbo,
    come si conviene a un veleno, a uno strumento di morte che - cito la
    Société suisse de gynécologie & obstétrique - «nel 5% dei casi
    provoca un'interruzione incompleta della gravidanza per cui è
    necessario effettuare un'aspirazione o un raschiamento dell'utero»
    e «in casi eccezionali fa sì che la gravidanza prosegua
    apparentemente intatta», per cui «è vivamente raccomandata
    un'interruzione chirurgica, perché i medicamenti assunti possono
    provocare malformazioni del feto». Altro che panacea incruenta e
    indolore.

    È l'intero curriculum del dottor Viale a lasciare interdetti.
    All'università di Torino rappresenta gli studenti con una lista
    chiamata «Il clistere»: sorvoliamo sugli effetti conseguiti.
    Divenuto uno dei leader di Lotta continua, viene arrestato, passa
    sei mesi in galera, esce e scappa all'estero. Nell'83 è l'unico
    latitante al processo per gli scontri culminati col rogo del bar
    Angelo azzurro, in cui morì arso vivo uno studente-lavoratore che si
    trovava lì per caso: lo assolvono per insufficienza di prove.

    Emigra nei Verdi e viene fermato dalla polizia mentre fuma spinelli
    davanti alla prefettura. Eletto in Consiglio comunale, nel '96 fa
    passare un ordine del giorno «per la sperimentazione di
    somministrazioni controllate di oppiacei» e l'anno dopo chiede lo
    stesso per l'eroina. Per convincere i colleghi meno fumati, nel '99
    organizza un «cannabis buffet» in sala consiliare e regala piantine
    di canapa indiana. Nella campagna elettorale per le regionali offre
    migliaia di bustine di cannabis, sostenendo che l'omaggio «è adatto
    per tisane, confezionare torte o insaporire arrosti».

    Candidato sindaco di Torino nel 2001, Viale inserisce nel suo
    programma «una politica innovativa sulle droghe» e, già che c'è,
    aggiunge: «Pure le attività legate alla prostituzione, sia femminile
    sia maschile, devono essere affrontate con soluzioni di tolleranza
    per tutelare la parte più debole (la persona che si prostituisce)».

    Ormai è lanciatissimo. Propone che a Torino si tengano i Giochi
    olimpici gay. Si batte per far rimuovere il crocifisso dall'aula
    civica. Reclama l'intitolazione di una strada a Che Guevara.
    Manifesta davanti all'eros center Viva Lain, frequentato da
    calciatori e divi, per invocare la legalizzazione della
    prostituzione. Lancia un appello perché sia mandata in onda a
    Domenica in l'intervista con Monica Lewinsky, la stagista che
    intratteneva il presidente Clinton nello Studio ovale.

    Riccardo Ferracini gli dedica un capitolo del libro Medici (Edizioni
    Sonda). Viale, nell'occasione, si descrive così: «La mia categoria
    si divide in due fazioni: i playboy e i frustrati. Io, ahimè,
    appartengo alla seconda, ma a dispetto dei primi confesso che loro
    raccontano un mucchio di barzellette sporche». Dal che si deduce che
    i ginecologi o sarebbero impegnati a sedurre le pazienti e a
    divertire gli amici con racconti pecorecci oppure a rosicchiarsi le
    unghie e a eseguire aborti. Bella categoria, davvero.

    Ma è sulle questioni di vita o di morte che il dottor Viale cava
    fuori il meglio di sé. L'8 marzo 2004 firma 100 ricette che
    prescrivono la cosiddetta «pillola del giorno dopo» e si mette a
    distribuirle alle studentesse universitarie: è il suo modo di
    celebrare la festa della donna. Due mesi dopo, in conferenza stampa,
    inghiotte una pillola di Norlevo («al massimo mi procurerà un po' di
    nausea», rassicura i colleghi di partito perplessi), per dimostrare
    che «non vi è alcuna obiezione medica che impedisca di vendere
    liberamente la contraccezione d'emergenza senza ricetta». E quando
    nel marzo di quest'anno Theresa Marie Schindler Schiavo, l'americana
    in stato vegetativo, viene lasciata morire di fame e di sete dopo
    una terribile agonia durata 14 giorni, detta trionfante
    all'Ansa: «Terri è finalmente libera e lo sono anche i suoi
    familiari». La coerenza, innanzitutto: attraverso Exit Italia il
    dottor Viale vorrebbe accompagnarne verso l'uscita un bel po', di
    comatosi e malati terminali, mediante la legalizzazione
    dell'eutanasia «passiva, attiva e l'assistenza al suicidio», come
    specificato in un ordine del giorno fatto approvare dal Consiglio
    comunale.

    Exit Italia è un'associazione in cui vige una straordinaria libertà
    di pensiero. Infatti il suo presidente, Emilio Coveri, mi confidò
    d'essere sì favorevole alla dolce morte ma contrario all'aborto, un
    trapasso che evidentemente giudica a basso contenuto
    zuccherino. «Ritengo che sia un omicidio, però non lo scriva, per
    favore», aggiunse spaurito. Indovinate chi temeva di mettersi
    contro.

    L'ospedale Sant'Anna pare abbia stabilito un record nazionale:
    pratica ogni anno circa 4.000 interruzioni chirurgiche, che
    corrispondono al 37% di quelle eseguite in Piemonte e al 3% di
    quelle eseguite in Italia. Una catena di montaggio, o di smontaggio,
    fate voi. Nel giugno scorso i carabinieri dei Nas hanno avviato
    accertamenti dopo che un parroco, don Piero Gallo, ha denunciato che
    feti di 5-6 mesi, usciti vivi da aborti terapeutici avvenuti nella
    divisione di ostetricia e ginecologia, vengono lasciati morire dai
    medici. A riferirglielo sono stati alcuni dipendenti dello stesso
    ospedale.

    Una delle prime gestanti ammesse a inghiottire la pillola Ru486,
    tale Carla, trentenne, ha dichiarato a Repubblica: «Non è mai
    superfluo ricordare che per una donna quella dell'aborto è sempre
    una scelta difficile e dolorosa». Parlava per esperienza personale,
    visto che nel 1995 aveva già abortito col metodo tradizionale. Sono
    ben sfortunate le donne che si rivolgono all'ospedale Sant'Anna: due
    scelte «difficili e dolorose» nel giro di soli dieci anni non si
    augurano alla peggior nemica. La prossima volta che cosa le faranno
    sperimentare?

    Intralciato nei suoi piani, il dottor Viale l'ha subito buttata in
    politica, dando del fascista a Francesco Storace con questa elegante
    perifrasi: «Un ministro del Ventennio proiettato nel XX secolo».
    Saremmo già nel XXI, ma gli veniva bene la battuta.

    Conta niente che le due pagine con cui gli ispettori ministeriali
    hanno bocciato la sperimentazione della Ru486 rechino la firma del
    dottor Nello Martini, direttore generale dell'Agenzia italiana del
    farmaco, conosciuto nella sua città - che è anche la mia - come un
    ex socialista che ha fatto carriera quand'era ministro Rosy Bindi.

    Conta niente che il procuratore Raffaele Guariniello, formatosi alla
    scuola dei noti reazionari Norberto Bobbio e Alessandro Galante
    Garrone, avesse aperto fin dal 2003 un'inchiesta sulla
    sperimentazione della Ru 486 e proprio per i medesimi motivi che
    hanno indotto Storace a intervenire.

    Conta niente che il presidente della Federazione nazionale degli
    Ordini dei medici, Giuseppe Del Barone, abbia dichiarato fin dal
    2002: «Non riesco a considerare l'adozione della pillola abortiva
    come una conquista o un segno di evoluzione e di modernità. Il fatto
    che sia adoperata da anni negli Stati Uniti e in quasi tutti i Paesi
    europei non rende meno penoso il suo uso».

    Il dottor Viale tira dritto per la sua strada: «Procediamo finché
    non arriverà la lettera del ministero: abbiamo 20 donne in lista,
    tre abortiranno domani». Cioè ieri. Oggi quante? Va di fretta, il
    dottor Viale. Il paradiso non può attendere.


    Il medico che tifa per la morte
    Stefano Lorenzetto

  2. #2
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Predefinito

    PONTIFICIA ACCADEMIA PER LA VITA

    COMUNICATO SULLA COSIDDETTA
    "PILLOLA DEL GIORNO DOPO"



    Come è noto, da pochi giorni, nelle farmacie italiane è in vendita la c.d. pillola del giorno dopo, un ben conosciuto ritrovato chimico (di tipo ormonale) che di frequente - anche in questi ultimi giorni - è stato presentato da molti addetti ai lavori e da numerosi media come un semplice contraccettivo, o più precisamente come un "contraccettivo d'emergenza", a cui si potrebbe far ricorso entro breve tempo dopo un rapporto sessuale ritenuto presumibilmente fecondante, qualora si volesse impedire la prosecuzione di una gravidanza indesiderata. Alle inevitabili reazioni polemiche di chi ha manifestato seri dubbi sul meccanismo d'azione di tale ritrovato, che non sarebbe semplicemente "contraccettivo" bensì "abortivo", è stato risposto - in maniera del tutto sbrigativa - che una simile preoccupazione appare infondata in quanto la pillola del giorno dopo ha un'azione "antinidatoria", suggerendo così implicitamente una netta separazione tra aborto e intercezione (impedire che avvenga l'impianto dell'ovulo fecondato, cioè dell'embrione, nella parete uterina).

    Considerato che l'uso di tali ritrovati tocca beni e valori umani fondamentali, fino ad interessare la stessa vita umana nel suo sorgere, questa Pontificia Accademia per la Vita sente il pressante dovere e la convinta esigenza di offrire alcune precisazioni e considerazioni sull'argomento, ribadendo per altro posizioni etiche già note, suffragate da precisi dati scientifici, e consolidate nella dottrina cattolica.

    * * *

    1. La pillola del giorno dopo è un preparato a base di ormoni (essa può contenere estrogeni, estroprogestinici, oppure solo progestinici) che, assunta entro e non oltre le 72 ore dopo un rapporto sessuale presumibilmente fecondante, esplica un meccanismo prevalentemente di tipo "antinidatorio", cioè impedisce che l'eventuale ovulo fecondato (che è un embrione umano), ormai giunto nel suo sviluppo allo stadio di blastocisti (5°-6° giorno dalla fecondazione), si impianti nella parete uterina, mediante un meccanismo di alterazione della parete stessa.

    Il risultato finale sarà quindi l'espulsione e la perdita di questo embrione.

    Soltanto qualora l'assunzione di tale pillola dovesse precedere di qualche giorno l'evento dell'ovulazione, essa potrebbe talvolta agire con un meccanismo di blocco di quest'ultima (in questo caso, si tratterebbe di un'azione tipicamente "contraccettiva").

    Tuttavia, la donna che ricorre a questo tipo di pillola, lo fa nel timore di poter essere in periodo fecondo e perciò con l'intenzione di provocare l'espulsione dell'eventuale neoconcepito; oltretutto, sarebbe utopico pensare che una donna, trovandosi nelle condizioni di voler ricorrere ad una contraccezione d'emergenza, abbia la possibilità di conoscere con esattezza e tempestività la sua attuale condizione di fertilità.

    2. Decidere di utilizzare la dizione "ovulo fecondato" per indicare le primissime fasi dello sviluppo embrionale, non può portare in alcun modo a creare artificialmente una discriminazione di valore tra momenti diversi dello sviluppo di un medesimo individuo umano. In altre parole, se può essere utile, per motivi di descrizione scientifica, distinguere con termini convenzionali (ovulo fecondato, embrione, feto, etc.) differenti momenti di un unico processo di crescita, non può mai essere lecito decidere arbitrariamente che l'individuo umano abbia maggiore o minor valore (con conseguente fluttuazione del dovere alla sua tutela) a seconda dello stadio di sviluppo in cui si trova.

    3. Pertanto, risulta chiaramente che l'acclarata azione "antinidatoria" della pillola del giorno dopo, in realtà, nient'altro è se non un aborto realizzato con mezzi chimici. Non è coerente intellettualmente, né giustificabile scientificamente, affermare che non si tratti della stessa cosa.

    Del resto, appare abbastanza chiaro che l'intenzione di chi chiede o propone l'uso di detta pillola è finalizzata direttamente all'interruzione di una eventuale gravidanza in atto, esattamente come nel caso dell'aborto. La gravidanza, infatti, comincia dalla fecondazione e non già dall'impianto della blastocisti nella parete uterina, come invece si tenta di suggerire implicitamente.

    4. Ne consegue che, da un punto di vista etico, la stessa illiceità assoluta di procedere a pratiche abortive sussiste anche per la diffusione, la prescrizione e l'assunzione della pillola del giorno dopo. Ne sono moralmente responsabili anche tutti coloro che, condividendone l'intenzione o meno, cooperassero direttamente con una tale procedura.

    5. Un'ulteriore considerazione va fatta a proposito dell'uso della pillola del giorno dopo in rapporto all'applicazione della legge 194/78 che, in Italia, regola le condizioni e le procedure per l'interruzione volontaria di gravidanza.

    Definire il ritrovato in questione un "antinidatorio" anziché, con una terminologia più trasparente, un "abortivo", permette infatti di sfuggire tutte le procedure obbligatorie che la 194 prevede per poter accedere all'interruzione di gravidanza (colloquio previo, accertamento di gravidanza, determinazione dell'epoca di sviluppo, periodo di ripensamento, etc.), realizzando una forma di aborto del tutto nascosta e non registrabile da alcuna istituzione. Tutto ciò appare, dunque, in netta contraddizione con la corretta applicazione della pur contestabile legge 194.

    6. In ultimo, di fronte al diffondersi di tali procedure, esortiamo vivamente tutti gli operatori del settore a mettere in atto con fermezza un'obiezione di coscienza morale, che testimoni coraggiosamente, nei fatti, il valore inalienabile della vita umana, soprattutto di fronte a nuove forme nascoste di aggressione agli individui più deboli ed indifesi, come è il caso dell'embrione umano.

    Città del Vaticano, 31-10-2000



    Per altri interventi sull'argomento:

    A sostegno della vita

    utilizza anche il motore di ricerca interno
    http://www.zammerumaskil.com/asostegnodellavita.html
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  3. #3
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Arrow Giovanni Paolo II dall'Enciclica Evangelium Vitae:

    «Il drago si pose davanti alla donna... per divorare il bambino appena nato» (Ap 12, 4): la vita insidiata dalle forze del male



    104. Nel Libro dell'Apocalisse il «segno grandioso» della «donna» (12, 1) è accompagnato da «un altro segno nel cielo»: «un enorme drago rosso» (12, 3), che raffigura Satana, potenza personale malefica, e insieme tutte le forze del male che operano nella storia e contrastano la missione della Chiesa.

    Anche in questo Maria illumina la Comunità dei Credenti: l'ostilità delle forze del male è, infatti, una sorda opposizione che, prima di toccare i discepoli di Gesù, si rivolge contro sua Madre. Per salvare la vita del Figlio da quanti lo temono come una pericolosa minaccia, Maria deve fuggire con Giuseppe e il Bambino in Egitto (cf. Mt 2, 13-15).

    Maria aiuta così la Chiesa a prendere coscienza che la vita è sempre al centro di una grande lotta tra il bene e il male, tra la luce e le tenebre. Il drago vuole divorare «il bambino appena nato» (Ap 12, 4), figura di Cristo, che Maria genera nella «pienezza del tempo» (Gal 4, 4) e che la Chiesa deve continuamente offrire agli uomini nelle diverse epoche della storia.

    Ma in qualche modo è anche figura di ogni uomo, di ogni bambino, specie di ogni creatura debole e minacciata, perché — come ricorda il Concilio — «con la sua incarnazione il Figlio di Dio si è unito in certo modo a ogni uomo».

    140 Proprio nella «carne» di ogni uomo, Cristo continua a rivelarsi e ad entrare in comunione con noi, così che il rifiuto della vita dell'uomo, nelle sue diverse forme, è realmente rifiuto di Cristo. È questa la verità affascinante ed insieme esigente che Cristo ci svela e che la sua Chiesa ripropone instancabilmente: «Chi accoglie anche uno solo di questi bambini in nome mio, accoglie me» (Mt 18, 5); «In verità vi dico: ogni volta che avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me» (Mt 25, 40).


    --------------------------------------------------------------------------------
    140 Cost. past. sulla Chiesa nel mondo contemporaneo Gaudium et spes, 22.

    http://www.vatican.va/edocs/ITA1217/__PY.HTM
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  4. #4
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    Tra la verità e l'errore non c'è nessuna via di mezzo, tra questi due poli opposti non c'è che un immenso vuoto. Colui che si pone in questo vuoto è altrettanto lontano dalla verità di colui che è nell'errore (J. Donoso Cortes)
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    (non) Sarete felici di sapere che la sperimentazione a Torino della Ru486 riprenderà a breve...

  5. #5
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Chi c'è dietro la pillola Ru (a parte il diavolo)?

    C'è quello che aveva profetizzato Giovanni Paolo II: LA CULTURA DELLA MORTE...leggete il seguente articolo, fa veramente rabbrividire

    Il nuovo "manifesto" di Naomi Wolf

    Non vogliamo più mentire

    Le donne si dicano la verità


    Marina Corradi www.avvenire.it

    La libertà significa che le donne devono essere libere di scegliere se stesse o di scegliere in modo egoistico. Ma non dobbiamo mentire a noi stesse su quello che stiamo facendo». La libertà è la libertà d’aborto, e chi scrive è Naomi Wolf, 43 anni, ultima generazione del femminismo americano.

    Una progressista, una democratica, una non tacciabile di essere reazionaria. Su un intervento pubblicato ora in Italia la Wolf dice una cosa semplice: «Attaccandoci a una retorica dell’aborto in cui non c’è vita né morte, intrappoliamo le nostre idee in una serie di autoillusioni e frottole (...) Dobbiamo inserire la difesa del diritto d’aborto in una cornice morale che riconosca la morte di un feto come vera morte».

    Dunque, non si discute del diritto di abortire, ma di "che cosa " sia realmente l’aborto. A partire dalla scelta di Norma McCorvey, alias Jane Roe, la donna sul cui caso la Corte Suprema decise che abortire era legale. Norma Mc Corvey ha abbandonato il vecchio fronte, dopo che si è accorta che l’"oggetto" di un’interruzione di gravidanza al secondo trimestre, ha detto, «è un bambino, ha un viso e un corpo».

    Il che è quello che hanno da sempre affermato i pro-life, brandendo le immagini di ciò che è un aborto, e per questo tacciati di terrorismo psicologico. Ma la Wolf difende quelle immagini. Che, dice, «non sono polemiche, sono fatti biologici. Lo sappiamo». «Lo sappiamo». Le donne dicano a se stesse la verità, dice Naomi Wolf, e non senza una stoccata a certa retorica femminile buonista per cui in fondo si abortisce perché non ci si sentirebbe, con "quel" figlio, buone madri.

    No, testimonia lei, io ho preso la pillola del giorno dopo «semplicemente perché ero assorbita da me stessa


    Il che potrebbe, a esser sincere, essere una non rara declinazione dell’aborto di tante donne, né disoccupate, né sole, né extracomunitarie, né disperate.

    Donne che semplicemente scelgono se stesse.

    Bene, dice il nuovo femminismo americano, è legittimo, ma ammettiamo quella vera morte, contro una sorta di de-umanizzazione del feto praticata dal femminismo storico. Anche questa è franchezza inedita. Sottesa, non aperta, questa svalutazione dell’"altro" negli anni Settanta c’è stata.

    Più nell’ideologia femminista che nel vissuto intimo delle donne che abortivano, e che tra sé e sé non riuscivano a negarsi la verità di ciò che perdevano. La prova di questa rimozione sta anche nella reazione accesissima con cui molte voci del femminismo storico hanno reagito pochi mesi fa in Italia a un saggio di una ex compagna, in cui si affermava che negli anni della battaglia si era in parte dimenticato che, nell’aborto, i soggetti in gioco sono due. Ne è venuto un putiferio. Quasi si fosse toccato un tabù.

    La novità è dunque questo atto di lealtà di un nuovo femminismo: l’aborto è morte autentica.


    Che resti legale, nella coscienza però di ciò che è davvero. Quanto poi a come conciliare questa presa di coscienza con la legalità, la Wolf introduce categorie come l’«espiazione». L’aborto male necessario, da limitare il più possibile, da emendare in una sorta di gesti riparatori verso la società. Quest’ultima idea lascia perplessi. Quella nascosta amputazione, quella negazione del proprio ethos che è l’aborto, è un dolore per molte non colmabile con le "buone azioni". Ci vuol altro, per andare oltre quel lutto – se davvero era vita, come qualcuna comincia a dire. Ma è importante che lo si dica. Che qualcuna si accorga che quell’"altro" «ha un viso e un corpo». Che, nell’avvento dell’aborto chimico venduto come "facile", alle figlie si dica almeno che quella invisibile morte silenziosa, è morte intera.

    ********************
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

  6. #6
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    E' bene sapere che - a signore cattoliche e di benpensante famiglia - che preoccupate del mancato flusso alla data giusta medici di famiglia o ginecologi facevano fare iniezioni di ormoni dicendo che servivano a "riattivare il flusso" e che - da ignorante , ma Antonio ci potrà spiegare - erano un po' una pillalo del giorno dopo ante litteram se non una pillola abortiva ante litteram, mascherata con pietosa ipocrisa per non generare sensi di colpa e non perdere la pia paziente. O mi sbaglio?

    Questo già diversi anni fa.
    Lo venni a sapere da alcune dirette interessate delle quali, qualcuna più avveduta, stava sospettando del pietoso inganno.
    Benedetta l'ipocrisia.

  7. #7
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    Originally posted by silvano
    E' bene sapere che - a signore cattoliche e di benpensante famiglia - che preoccupate del mancato flusso alla data giusta medici di famiglia o ginecologi facevano fare iniezioni di ormoni dicendo che servivano a "riattivare il flusso" e che - da ignorante , ma Antonio ci potrà spiegare - erano un po' una pillalo del giorno dopo ante litteram se non una pillola abortiva ante litteram, mascherata con pietosa ipocrisa per non generare sensi di colpa e non perdere la pia paziente. O mi sbaglio?

    Questo già diversi anni fa.
    Lo venni a sapere da alcune dirette interessate delle quali, qualcuna più avveduta, stava sospettando del pietoso inganno.
    Benedetta l'ipocrisia.

    Cosa vuol dire "benedetta l'ipocrisia"?
    Gilbert

  8. #8
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    "Dottore non sarò per caso incinta? vede io e mio marito sa.. seguiamo i periodi fertili... abbiamo sempre fatto attenzione...". No, signora, ancora non si può dire, facciamo questa iniezione per vedere se riprende il ciclo.... se poi.."
    colloquio riferito dall'interessata, e non una sola. Lei cattolica, marito cattolico, medico cattolico.
    E , dalla mia esperienza non penso fossero casi singoli.
    Hai un'idea di cosa fossero questi ormoni e cosa ottenessero 20 anni fa!

  9. #9
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Originally posted by silvano
    "Dottore non sarò per caso incinta? vede io e mio marito sa.. seguiamo i periodi fertili... abbiamo sempre fatto attenzione...". No, signora, ancora non si può dire, facciamo questa iniezione per vedere se riprende il ciclo.... se poi.."
    colloquio riferito dall'interessata, e non una sola. Lei cattolica, marito cattolico, medico cattolico.
    E , dalla mia esperienza non penso fossero casi singoli.
    Hai un'idea di cosa fossero questi ormoni e cosa ottenessero 20 anni fa!
    Verissimo.........
    ma non sapevo che dietro si potesse celare quanto il vescovo Silvano ha fatto emergere..........vi dico la mia esperienza: 15 anni fa ad Ancona collaboravo con il centro di extossicodipendenti, capitava di sentire frasi tipiche citate da Silvano e naturalmente il fatto accadeva a persone non sposate ma che comunque vivevano propri rapporti personali tra fidanzati.......
    Si assisteva a persone preoccupate, donne, per il ritardo del ciclo e che andavano dal medico (o ginecologa....) insomma, si capiva bene che comunque sia il piccolo "miracolo" l'aveva compiuto, il ciclo ritornava, ma francamente non si parlava affatto di una decisione abortiva.........
    Non ci avevo mai pensato a questo aspetto........forse che ci sia qualcosa di drammaticamente vero?
    Fraternamente Caterina
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  10. #10
    INNAMORARSI DELLA CHIESA
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    Originally posted by antonio
    eh....

    per quanto sia contrario alla 194 e quindi alla legalizzazione dell'aborto, non bisogna pensare che queste brutture siano cominciate con questa legge...
    se certe pratiche fossero state cosi' diffuse la legge non sarebbe stata suggellata dal consenso di oltre i 2/3 degli italiani....

    comunque...
    registro con piacere che , nell'ospedale presso cui ho lavorato, e che era uno con i piu' bassi tassi di obiezione di coscienza, il rapporto si e' invertito e i medici che fanno i medici sono in netta maggioranza rispetto alle mammane con laurea.
    questa è una bella notizia che dona speranza per il futuro......
    Fraternamente Caterina
    Laica Domenicana

 

 
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