CALABRIA, ENEL SOSPENDE AVVIO CENTRALE DEL MERCURE
27/09/2005 190
Vibo Valentia, 27 set. (Apcom) - L'Enel, in un comunicato, ha annunciato la sospensione dei lavori di rifinitura della centrale del Mercure, situata sul parco del Pollino tra la Calabria e la Basilicata, e di "tutte le attività legate all'esercizio dell'impianto".
La ragione della sospensione, ha spiegato la società sta nei "ripetuti rallentamenti negli iter burocratici e amministrativi che impediscono l'esercizio della centrale. Dalla conferenza dei servizi sono infatti emerse ulteriori richieste di analisi dei suoli, compresi quelli già bonificati, che rimanderebbero indefinitamente la messa a regime della centrale. La sospensione- si legge nella nota- interessa ogni aspetto legato all'esercizio commerciale dell'impianto compreso quanto già contrattualizzato con ditte esterne e comporterà anche il trasferimento del personale presso altri impianti produttivi come Brindisi, Fusina (Venezia), Termini Imprese (Palermo)".
L'Enel ha espresso "profondo rammarico per questa situazione, in cui l'ennesima occasione di sviluppo per il territorio - Enel ha investito 50 milioni di euro per la valorizzazione con una fonte rinnovabile di un sito produttivo altrimenti destinato alla dismissione - viene messa seriamente a repentaglio da ostruzionismi e ripensamenti, inspiegabili alla luce delle autorizzazioni già rilasciate in tutte le sedi previste dalle leggi".
Alla notizia della sospensione delle attività è seguita una immediata reazione della Cgil che ha chiesto un intervento della Regione Calabria, della Provincia di Cosenza e di tutti gli altri enti istituzionali, ed inoltre ha accusato "la posizione colpevole di alcune associazioni ambientaliste che hanno sempre rifiutato il confronto".
La centrale sul fiume Mercure, riconvertita a biomasse di recente, aveva iniziato i lavori di avviamento a giugno, dopo un dissequestro del sito deciso dal tribunale di Castrovillari. La centrale aveva subito tre sequestri, da inizio anno, a causa della presenza di amianto e nichel nel sito. La riconversione è stata avversata a lungo dalle associazioni ambientaliste: secondo queste, c'è il rischio di disastro ambientale in quanto il sito si trova all'interno dell'area protetta del parco interregionale del Pollino.
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I sentiti ringraziamenti della popolazione ai furboni che ora si terranno l'amianto rimasto, non avranno la centrale (e i posti di lavoro) e continueranno a pagare la bolletta sempre più cara.