User Tag List

Risultati da 1 a 10 di 10
  1. #1
    itloox
    Ospite

    Predefinito morire a 30 anni in sala parto

    antonella spezia,30 anni è solo l'ultima,vittima della malasanità siciliana.
    a gela è morta in ospedale dopo l'anestesia.
    ieri un'altra donna era morta.alcuni giorni fa francesco paolo spoto un bambino di 9 mesi e francesco,un bambino di 12 anni.
    e miriam bucalo,una bimba di 12 anni.
    ma cosa cazzo fanno per la sanità i bananas al governo dell'isola?

  2. #2
    email non funzionante
    Data Registrazione
    13 Jun 2004
    Messaggi
    16,607
     Likes dati
    0
     Like avuti
    12
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    si chiama sanita' pubblica.

  3. #3
    Scienza e Coscienza
    Data Registrazione
    23 Aug 2005
    Località
    Parma
    Messaggi
    393
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito Re: morire a 30 anni in sala parto

    In Origine Postato da itloox
    antonella spezia,30 anni è solo l'ultima,vittima della malasanità siciliana.
    a gela è morta in ospedale dopo l'anestesia.
    ieri un'altra donna era morta.alcuni giorni fa francesco paolo spoto un bambino di 9 mesi e francesco,un bambino di 12 anni.
    e miriam bucalo,una bimba di 12 anni.
    ma cosa cazzo fanno per la sanità i bananas al governo dell'isola?
    Scegli uno qualsiasi dei 100000 insulti che puoi trovare postato e attribuiscitelo.

  4. #4
    itloox
    Ospite

    Predefinito

    In Origine Postato da ItaloConservatore
    si chiama sanita' pubblica.

    anche nelle altre regioni si chiama sanità pubblica ma queste cose non succedono

  5. #5
    itloox
    Ospite

    Predefinito

    In Origine Postato da itloox
    anche nelle altre regioni si chiama sanità pubblica ma queste cose non succedono

    tra l'altro questa nuova finanziaria taglia ulteriormente i fondi per la sanità anche nelle regioni dove la sanità funziona.

  6. #6
    ora ltd poi lti
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Siamo vivi. Siamo il popolo, la gente, che sopravvive a tutto. Nessuno può distruggerci. Nessuno può fermarci. Noi andiamo sempre avanti.
    Messaggi
    4,222
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da ItaloConservatore
    si chiama sanita' pubblica.
    Troppo comodo rispondere così.

    Chiamatela Cosa Nostra.

  7. #7
    ora ltd poi lti
    Data Registrazione
    06 Mar 2002
    Località
    Siamo vivi. Siamo il popolo, la gente, che sopravvive a tutto. Nessuno può distruggerci. Nessuno può fermarci. Noi andiamo sempre avanti.
    Messaggi
    4,222
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da itloox
    anche nelle altre regioni si chiama sanità pubblica ma queste cose non succedono
    Nelle altre regioni loro non ci sono...

  8. #8
    itloox
    Ospite

    Predefinito

    In Origine Postato da lsu
    Troppo comodo rispondere così.

    Chiamatela Cosa Nostra.
    orora il tg 5 sta dicendo che in sicilia ci sono strutture sanitarie dove non ci sono nemmeno garze.
    e la regione stanza il 32 percento del bilancio per la sanità.
    dove vanno a finire questi soldi?

  9. #9
    Forumista senior
    Data Registrazione
    18 Apr 2009
    Messaggi
    1,535
     Likes dati
    0
     Like avuti
    0
    Mentioned
    0 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da itloox
    orora il tg 5 sta dicendo che in sicilia ci sono strutture sanitarie dove non ci sono nemmeno garze.
    e la regione stanza il 32 percento del bilancio per la sanità.
    dove vanno a finire questi soldi?

    Se una è tanto pazza da voler avere figli lo stesso ancche se le dicono che rischia la vita, poi non ci si piuò stupire. Era un parto ad altissimo rischio. E SI PUO' morire di parto anche oggi, così come si può morire di anestesia, anche senza nessun errore medico, perchè una percentuale di rischio C'E', ci sono cose che possono accadere senza che siano prevedibili, per reazioni anomale di QUELL'orgamismo. Possono morire anche giovani, anche bambini.
    Può non ripartire il battito cardiaco, non ripartire la pressione, non ripartire il respiro, eccetera. Provate a chiederea un anestesista quali sono i rischi dell'anestesia. Poi ci sono i rischi dell'operazione in sè, embolie etc.

    Mi ricordo un caso in cui si sparse la voce in un paese che avevano bucato i polmoni con la sonda a un paziente di 32 anni che era poi morto. Non era vero niente, solo che al risveglio dall'anestesia non era più ripartito il respiro, e non per imperizia dell'anestesista.
    Ma la gente non crede che si possa anche morire e rifiuta il rischio.

    Quindi prima di passare avanti bisogna aspettare le risultanze delle inchieste.
    Dei casi accaduti in Sicilia l'unico chiaramente di malasanità è quello in cui hanno provocato un'emorragia interna alla paziente, per evidente imperizia del chirurgo.

    Vi siete chiesti come mai non si parla mai diei casi che accadono nelle cliniche private, dappertutto? E vi assicuro che accadono, in Sicilia come in Lombardia.

    Perchè quando c'è un interesse a privatizzare la sanità, si corre subito a strillare: malasanità, anche se non è vero.

  10. #10
    Forumista storico
    Data Registrazione
    07 Mar 2004
    Messaggi
    42,452
     Likes dati
    1,251
     Like avuti
    1,872
    Mentioned
    2 Post(s)
    Tagged
    0 Thread(s)

    Predefinito

    In Origine Postato da nin.kin
    Se una è tanto pazza da voler avere figli lo stesso ancche se le dicono che rischia la vita, poi non ci si piuò stupire. Era un parto ad altissimo rischio. E SI PUO' morire di parto anche oggi, così come si può morire di anestesia, anche senza nessun errore medico, perchè una percentuale di rischio C'E', ci sono cose che possono accadere senza che siano prevedibili, per reazioni anomale di QUELL'orgamismo. Possono morire anche giovani, anche bambini.
    Può non ripartire il battito cardiaco, non ripartire la pressione, non ripartire il respiro, eccetera. Provate a chiederea un anestesista quali sono i rischi dell'anestesia. Poi ci sono i rischi dell'operazione in sè, embolie etc.

    Mi ricordo un caso in cui si sparse la voce in un paese che avevano bucato i polmoni con la sonda a un paziente di 32 anni che era poi morto. Non era vero niente, solo che al risveglio dall'anestesia non era più ripartito il respiro, e non per imperizia dell'anestesista.
    Ma la gente non crede che si possa anche morire e rifiuta il rischio.

    Quindi prima di passare avanti bisogna aspettare le risultanze delle inchieste.
    Dei casi accaduti in Sicilia l'unico chiaramente di malasanità è quello in cui hanno provocato un'emorragia interna alla paziente, per evidente imperizia del chirurgo.

    Vi siete chiesti come mai non si parla mai diei casi che accadono nelle cliniche private, dappertutto? E vi assicuro che accadono, in Sicilia come in Lombardia.

    Perchè quando c'è un interesse a privatizzare la sanità, si corre subito a strillare: malasanità, anche se non è vero.
    CERTO CHE CI VUOLE UNA BELLA FACCIA TOSTA A NEGARE L'EVIDENZA :
    IL

    collasso della sanità siciliana così il business uccide in corsia

    Gli ultimi casi di morte in sala operatoria rivelano la crisi del settore, dissestato dai finanziamenti ai privati
    La regione è divisa in feudi sanitari dove regnano i nuovi imprenditori della salute, legati alla Mafia
    I processi che si sono aperti negli ultimi mesi non hanno fermato gli affari né fatto migliorare le condizioni degli ospedali
    I pazienti sono anche un serbatoio elettorale che le forze politiche tentano di controllare
    ATTILIO BOLZONI


    PALERMO - È un listino prezzi, un commercio. Più pagano e più sono sicuri di sopravvivere. C´è chi si è arricchito e chi ha perso tutto. Il primo contribuente del fisco di Palermo aveva due cliniche che portavano il nome di mamma e papà, Santa Teresa e San Gaetano. E mentre quello faceva imbrogli e soldi con i suoi amici onorevoli, di colpo quasi 300mila siciliani sono diventati poveri per degenze e cure mediche. È tutto un tariffario la Sanità in quest´isola dove per salvarsi la pelle si compra sempre qualcosa o qualcuno. Ci sono le pulci e ci sono anche i morti in corsia, ci sono pinze e garze dimenticate nei colon ma soprattutto c´è tanto denaro. Sempre di più. Un terzo del bilancio della Regione viene ingoiato ogni anno nello sfacelo di 9 aziende, 17 ospedali e 3 policlinici, quasi 7 miliardi e 200 milioni di euro dilapidati, dati in dono al miglior offerente.
    Ogni provincia ha un feudo sanitario con i suoi sovrani, deputati di Palazzo dei Normanni, manager nominati per fedeltà politica o affaristica, alcuni anche soci occulti di quei nuovi imprenditori della salute che sono ormai i veri padroni della vita e della morte dei siciliani. Sono 1.826 i privati dai contratti piccoli e grandi. Più che in ogni altra parte d´Italia.
    E si gonfia di mese in mese la "specialistica convenzionata", la nuova frontiera del business legale e illegale della Sicilia. Da Palermo a Catania, da Messina a Trapani i loro ambulatori e i loro laboratori sono più del doppio di quelli pubblici. La Sanità è nelle loro mani. Adesso stanno organizzandosi anche in un partito, si presenteranno alle elezioni regionali della prossima primavera. L´hanno chiamato Movimento democratico siciliano, si riconoscono "in una visione autonomista della politica". E intanto arraffano. Solo nel 2004 hanno ricevuto dal governo regionale 751 milioni di euro. E tanto è profonda anche la voragine del deficit della spesa sanitaria. Un buco che per le consorterie in camice bianco è una miniera. Ci scavano dentro in silenzio. Sulle prime pagine dei giornali finiscono solo le tragedie. Ce ne sono state 5 nelle ultime 5 settimane. Angela che muore perché non c´è posto in ospedale il 28 agosto, Rosalia che è ricoverata e all´improvviso il 6 settembre non respira più, Francesco che ha appena 9 mesi e se ne va dopo un´anestesia l´11 settembre, Davide che ha 12 anni e anche lui non si risveglia più il 19 settembre. Come Miriam, una bimba che il 21 settembre entra viva in sala operatoria ed esce morta.
    Inchieste, medici indagati, polemiche, il ministro Storace che chiede «spiegazioni», i direttori sanitari che parlano di «tragiche casualità». Un polverone, il solito rumore che non fa sentire nulla. E il famoso cardiochirurgo Carlo Marcelletti che racconta di medici «che si muovono tra mafia e inettitudine»; l´assessore regionale alla Sanità Giovanni Pistorio gli risponde sdegnato: «Fuori i nomi». Ma i nomi li conoscono tutti. E non solo per sentito dire. Sono in ordine alfabetico, riportati in atti di processi che si sono celebrati o si stanno ancora celebrando al Tribunale di Palermo, di Catania, di Messina. Come quello al Paperon de´ Paperoni di Bagheria, quel Michele Aiello primo contribuente siciliano che con le sue cliniche Santa Teresa e San Gaetano aveva svuotato le casse della Regione facendosi regalare un tariffario su misura per la diagnostica ad alta specializzazione, quella che gli ospedali pubblici non sono in condizione di garantire. Il trucco è sempre alla luce del sole: concordare un prezzo. Lui lo stabiliva insieme a certi amici che aveva in assessorato, 30% in più sui costi reali quando andava bene, a volte anche il 70% in più. Un giorno il ricco Aiello s´è incontrato perfino con il governatore Totò Cuffaro, tutti e due nel retrobottega d´un negozietto d´abbigliamento. Che ci facevano lì? «Compravo vestiti», s´è difeso Cuffaro in aula esibendo uno scontrino d´acquisto. «Stavano discutendo del tariffario», accusano i procuratori che hanno portato a giudizio il governatore per favoreggiamento alla mafia. Totò, medico radiologo che non ha mai esercitato ma che con i medici ha costruito il suo immenso serbatoio elettorale, avrebbe anche rivelato al "signore delle cliniche" l´esistenza di un´indagine che lo riguardava. Faccenda che coinvolge parlamentari, qualche agente del Sisde, un assessore comunale che si chiama Mimmo Miceli, un primario del Civico che è anche il capo del mandamento mafioso del quartiere Brancaccio. Ed era proprio nel salotto di casa del boss chirurgo Giuseppe Guttadauro che decidevano la spartizione degli ospedali di Palermo. I direttori da piazzare, le carriere dei medici, i soldi da spendere. Guerra tra clan e guerra di partiti, da una parte pezzi dell´Udc e dall´altra fazioni di Forza Italia, tutti a sponsorizzare fino all´ultimo cliente, tutti a rincorrersi per il prontuario da taroccare. I nomi? Centinaia. I soliti ignoti. Sottobosco regionale, sottopanza, pirati dell´imprenditoria medica all´arrembaggio della Regione.
    A Palermo c´è la mafia che ha allungato gli artigli sulla Sanità da almeno 20 anni. Fu nell´85 che un capitano dei carabinieri - oggi generale Angiolo Pellegrino - fu il primo a scoprire come il clan dei corleonesi investiva nella medicina. Nel suo armadio blindato il capitano aveva i faldoni sulle società intestate ai prestanome del latitante Bernardo Provenzano, tutte aziende sanitarie. Non è cambiato nulla. Quello è sempre ricercato e ricicla ancora negli ospedali e nelle cliniche.
    A Messina il Policlinico era infestato da illustri professori che facevano combine con quelli della ‘ndrangheta, rubavano, l´epatologo più noto era soprannominato "topacchione assassino", c´era qualcuno che confidava al magnifico rettore: «Se domani non vado in quel posto quelli tirano fuori i ferri e pum pum pum». Era la Facoltà di medicina quella e non un covo di boss. Poi uccisero uno di quei professori, l´endocrinologo Matteo Bottari. Colpi di lupara in faccia firmati dalla mafia della Locride. Scrisse il foglio locale per l´occasione: "I due colpi hanno spappolato il volto del professore Bottari che piaceva anche a donne sposate". E commentò il rettore del tempo Diego Cuzzocrea: «Certo il clima non è tra i migliori, ma non drammatizzerei più di tanto». Lo chiamarono il "verminaio" quell´ambiente medico universitario.
    A Catania il business è più nascosto. Ma non sempre. Qualche mese fa hanno arrestato il primario della cardiochirurgia del "Ferrarotto" Mauro Abbate, un pioniere dei trapianti. Chiedeva soldi per operare personalmente.
    Affare e malaffare è la Sanità della Sicilia. Con il governo che riconferma tutti i manager delle aziende ospedaliere anche se sono inquisiti, con lotte di potere per acchiappare fino all´ultimo euro, con un numero sempre più alto di siciliani che emigrano per farsi curare. È un esodo. Nonostante alcuni centri sanitari d´eccellenza come l´Ismett, altissime le professionalità ma astronomici i loro costi. E intanto si muore per un appendicite, per un´anestesia, per un ambulanza che non arriva. Le colpe? «È sbagliato accusare i singoli, è il sistema siciliano che è marcio, la sanità pubblica oggi dipende totalmente dalla politica che se ne serve per avere voti», dice Luigi Pagliaro, luminare della medicina di fama mondiale e uomo di schiena dritta lontano dai miasmi delle bande in doppiopetto. Sanità marcia. Sanità che uccide. Sanità che è spaccio, compravendita. In Sicilia è passaggio di soldi da una mano all´altra.


    Sanità in Sicilia: tanti soldi, nessun controllo
    Viaggio tra i disservizi della prima industria della regione dove Provenzano raccomanda e «consiglia»

    25 Settembre 2005
    di Marzio Tristano / Palermo

    LA SANITÀ CHE FA MALE
    Costa 7 miliardi e mezzo di euro l'anno e, con sessantamila addetti, la sanità è la prima industria della Sicilia. Ma è governata da nessuno. O meglio nessuno, dall'assessore all’ultimo dei barellieri, è responsabile in un sistema costruito a ta-
    volino per restare senza programmazione, piani e protocolli operativi e, ovviamente, controlli. L'osservatorio epidemiologico non funziona, il piano sanitario regionale è scaduto nel 2002, non esistono controlli di gestione e di spesa: dai miliardi regalati alle cliniche di Michele Aiello, ritenuto un prestanome del boss Provenzano, 29 milioni di euro rimborsati nel 2004, dei quali solo 4 quelli effettivamente dovuti, fino ai protocolli per la disinfezione delle ambulanze dopo i trasporti dei malati: in Sicilia non c'è alcun obbligo, lo fanno alcuni solitari volontari. Appetiti politici, baronie mediche, rigidità sindacali e burocrazia parassitaria hanno trasformato la sanità in un far-west dove regna l'arbitrio funzionale agli interessi del momento, clientelari, e, spesso, criminali sullo sfondo di uno spreco di risorse senza fine. Per la Sicilia è la maggiore industria, produce posti di lavoro, affari e consenso: ma se nessuno controlla, l'altra faccia è l'inefficienza e si paga con la morte. «Se fosse applicato l'accreditamento - dice Renato Costa, della Cgil - si chiuderebbero molti ospedali, anche pubblici».
    E così il primo a fuggire è stato proprio lui, Bernardo Provenzano, il capo dei capi della mafia che sul concetto sacro di responsabilità, nel suo ambiente pagata cara, ha costruito una carriera: latitante da 40 anni è andato a Marsiglia in gran segreto nel 2003 per una banale operazione alla prostata. Rimborsata, naturalmente, dalla Regione. Ha raccomandato cliniche da convenzionare, segnalato fornitori, sponsorizzato primari, benedetto, probabilmente, l'apertura di centri di eccellenza: ma da utente, no, il vecchio Binu non si è fidato. Forse proprio perché lo conosce bene. E si è fatto accompagnare in Francia.
    I morti di queste settimane, cinque in un meno di un mese, gli hanno dato ragione: la sanità siciliana fabbrica cadaveri a ritmi che rischiano di far concorrenza a Cosa Nostra. Le notizie martellanti di arresti cardiaci, ad est e ad ovest della Sicilia, vittime bambini di 9 mesi, 12 e 13 anni, hanno scatenato l'angoscia di genitori in fila nei pronto soccorsi, con i bimbi in braccio: cinque su dieci davanti l'ambulatorio di chirurgia hanno rinunciato al ricovero all'ospedale dei Bambini e sono tornati a casa. Hanno paura dell'intervento e diffidano della struttura. Come la gran parte dei siciliani. Dalla Sicilia i malati fuggono per paura di morire. Come il boss Provenzano, 71.830 cittadini nel 2004 sono partiti per farsi curare da strutture del nord Italia: e, nel 50 per cento dei casi, per patologie banalissime che potevano essere affrontate nell'isola, come ha denunciato uno dei primari dell'ospedale Rizzoli di Bologna. «Per loro la regione spende 45 milioni di euro l'anno». Benedetti, pensano in molti. Un viaggio nella sanità siciliana è un'incursione nei neuroni dell'intelligenza siciliana più perversa, dove nulla è lasciato al caso in un servizio gestito in nome di affari e consenso: favorire il privato, agitando la “logica di mercato”, e alimentare il bisogno, che genera voti in un contesto totalmente deresponsabilizzante. «Ho indagato sui bilanci della Asl 6 di Palermo - racconta Francesco Del Bene, pm della Dda di Palermo, ex componente di un agguerrito, e adesso disciolto, pool sanità - c'erano buchi di bilancio paurosi e ingiustificati, segnalati dai revisori. Il manager è sotto processo, so che è ancora in carica in un'altra azienda, e gli hanno dato anche il premio di produttività».
    Giancarlo Manenti non è il solo tra i manager della sanità inquisiti o inefficienti: il governo di centrodestra ne ha confermati altri due; l'assessore Pistorio si è giustificato: «le nomine erano legittime, il problema si è posto in termini di sensibilità politica. Lo abbiamo risolto con una sintesi tra posizione garantiste e meno». «Giù le mani dalla sanità», gridano da anni i sindacati ai politici, ma invano. I manager sono i guardiani del consenso: regolano, come vigili urbani, segnalazioni, raccomandazioni, nomine e assunzioni, e garantiscono gli affari con il privato, core business della sanità siciliana. Aiello e le sue cliniche costate 55 milioni nel 2001 con la benedizione del presidente della regione Totò Cuffaro sono solo la punta dell'iceberg: in Sicilia esistono oltre 1826 strutture private convenzionate (medici, laboratori di analisi, centri dialisi, cliniche, ambulatori), in Lombardia sono 70, in Toscana 50. «Certo, il sistema delle convenzioni non l'ha inventato Cuffaro - dice Ernesto Melluso, Cgil - lui l’ha elevato a opera d'arte, con un numero di convenzionati stratosferico». Ma il presidente della regione inquisito per favoreggiamento alla mafia non scherza nemmeno per numero di raccomandazioni: «Più volte - ha dichiarato il pentito Salvatore Lanzalaco - Cuffaro ebbe a dirmi di avere sistemato almeno 2.000-2.500 tra medici e personale paramedico, ciò gli garantiva un bacino di voti di notevole ampiezza».
    1 - continua

    25 Settembre 2005

    I NUMERI DELLO SCANDALO
    7,4 MILIARDI DI EURO, pari al 32 per cento del bilancio regionale vengono spesi dalla Sicilia ogni anno per la sanità
    60MILA i medici, infermieri, paramedici, personale amministrativo occupati nella sanità in Sicilia
    1.826 LE STRUTTURE PRIVATE convenzionate. Sono 70 in Lombardia e 50 in Toscana
    55 MILIONI DI EURO rimborsati all'ing. Aiello (ritenuto prestanome di Provenzano) nel 2001 per prestazioni delle sue cliniche che costavano in media il triplo del prezzo di mercato
    85% LA QUOTA di responsabilità del sistema sanitario siciliano contro il 15 per cento dei medici nei casi di malasanità finiti davanti al giudice.
    50 MILIONI DI EURO consegnati dalla regione alla Croce Rossa e da questa girati alla società Sise per la gestione del servizio 118

 

 

Discussioni Simili

  1. Risposte: 1
    Ultimo Messaggio: 26-09-12, 11:14
  2. Risposte: 39
    Ultimo Messaggio: 29-08-10, 15:35
  3. Milano, tutto esaurito in sala parto
    Di brunik nel forum Lombardia
    Risposte: 25
    Ultimo Messaggio: 29-09-07, 22:55
  4. morire a sedici anni
    Di pietroancona nel forum Fondoscala
    Risposte: 31
    Ultimo Messaggio: 05-06-07, 08:16
  5. Morire a 16 anni....
    Di Danny nel forum Fondoscala
    Risposte: 133
    Ultimo Messaggio: 15-11-05, 20:11

Chi Ha Letto Questa Discussione negli Ultimi 365 Giorni: 0

Tag per Questa Discussione

Permessi di Scrittura

  • Tu non puoi inviare nuove discussioni
  • Tu non puoi inviare risposte
  • Tu non puoi inviare allegati
  • Tu non puoi modificare i tuoi messaggi
  •  
[Rilevato AdBlock]

Per accedere ai contenuti di questo Forum con AdBlock attivato
devi registrarti gratuitamente ed eseguire il login al Forum.

Per registrarti, disattiva temporaneamente l'AdBlock e dopo aver
fatto il login potrai riattivarlo senza problemi.

Se non ti interessa registrarti, puoi sempre accedere ai contenuti disattivando AdBlock per questo sito