Economia: quale linea di pensiero hanno gli elettori della Destra Moderata.

[Gianfranco]

Vorrei sapere le opinioni di chi è di destra, ma moderata, sull'economia...che scuola di pensiero seguite? quale credete possa essere più adatta al nostro paese e secondo voi un elettore di DESTRA che linea economica dovrebbe sposare? puramente liberale o no? A voi la parola....

[tolomeo]

Testo originale scritto da Gianfranco
Vorrei sapere le opinioni di chi è di destra, ma moderata, sull'economia...che scuola di pensiero seguite? quale credete possa essere più adatta al nostro paese e secondo voi un elettore di DESTRA che linea economica dovrebbe sposare? puramente liberale o no? A voi la parola....

superliberale: Stato ridotto al minimo indispensabile
Legislazioni fiscali che incoraggino investimenti sociali.
Controlli sulle speculazioni finanziarie
Riordinamento del sistema bancario

[eolo76]

Testo originale scritto da tolomeo
superliberale: Stato ridotto al minimo indispensabile
Legislazioni fiscali che incoraggino investimenti sociali.
Controlli sulle speculazioni finanziarie
Riordinamento del sistema bancario

Concordo.

[Maria Vittoria]

Liberaldemocratica, non liberista.

In alcuni settori il controllo dello Stato sono convinta vada migliorato, per garantire uno standard nazionale: la sanità, la sicurezza, il sistema scolastico e la ricerca applicata.

Controllo politico e sussidiarietà: perchè il modello di cittadinanza italiana ed europea deve esistere, e deve diventare un esempio per la civilizzazione.

Da potenziare la rete dei Convitti Nazionali misti, e decentrati: istituti voluti da Napoleone per gli orfani dei militari, sono sempre stati una grande risorsa per educare le famiglie e i minori, in un rapporto di collaborazione reciproca.

[LIBERAMENTE]

Ultraliberista. Lo stato non deve entrare nelle tasche o nell'iniziativa privata dei cittadini.

Tanto per cominciare

-Riduzione fortissima delle tasse e flat-tax
-Privatizzazione totale di tutti gli enti pubblici o sotto il controllo dello stato.
-Taglio dei costi della politica: Stato, Regioni, Province
- Riduzione del numero e delle pensioni ultraricche dei parlamentari
- Sistema previdenziale a capitalizzazione individuale
- Privatizzazione del sistema sanitario e scolastico
- Abolizione IRPEF e IVA in un quadro di tassazione delle imprese simile a quello irlandese ( vale a dire tasse intorno al 10%)

[Maria Vittoria]

Testo originale scritto da LIBERAMENTE
Ultraliberista. Lo stato non deve entrare nelle tasche o nell'iniziativa privata dei cittadini.

Tanto per cominciare

1-Riduzione fortissima delle tasse e flat-tax
2-Privatizzazione totale di tutti gli enti pubblici o sotto il controllo dello stato.
3-Taglio dei costi della politica: Stato, Regioni, Province
4- Riduzione del numero e delle pensioni ultraricche dei parlamentari
5- Sistema previdenziale a capitalizzazione individuale
6- Privatizzazione del sistema sanitario e scolastico
7- Abolizione IRPEF e IVA in un quadro di tassazione delle imprese simile a quello irlandese ( vale a dire tasse intorno al 10%)

Nota al punto 6: privatizzazione nel rispetto della sussidiarietà, perchè il controllo deve essere particolarmente attivo; sia per la programmazione, sia per evitare ghettizzazioni (e, ancor peggio, le auto-ghettizzazioni) che frenano i processi di integrazione sociale.
Da evitare le scuole aperte solo a determinati gruppi di studenti: le categorie, come gli insiemi chiusi, sono socialmente molto pericolosi.

[Liberale]

Testo originale scritto da MariaVittoria C
Nota al punto 6: privatizzazione nel rispetto della sussidiarietà, perchè il controllo deve essere particolarmente attivo; sia per la programmazione, sia per evitare ghettizzazioni (e, ancor peggio, le auto-ghettizzazioni) che frenano i processi di integrazione sociale.
Da evitare le scuole aperte solo a determinati gruppi di studenti: le categorie, come gli insiemi chiusi, sono socialmente molto pericolosi.

In verità le maggiori discriminazioni, con la formazione di gruppi elitari di posizione, avvengono in presenza della tanto amata istruzione pubblica, soprattutto in ambito universitario.
Quindi non vedo alcun rischio sul piano sociale dalla privatizzazione del sistema formativo.
Meglio ancora sarebbe la sperimentazione di elementi di homeschooling.

[Maria Vittoria]

Testo originale scritto da Liberale
In verità le maggiori discriminazioni, con la formazione di gruppi elitari di posizione, avvengono in presenza della tanto amata istruzione pubblica, soprattutto in ambito universitario.
Quindi non vedo alcun rischio sul piano sociale dalla privatizzazione del sistema formativo.
Meglio ancora sarebbe la sperimentazione di elementi di homeschooling.

In famiglia abbiamo vissuto una pessima esperienza, legata alla scolarizzazione privata e tra le pareti domestiche.

Cinque anni fà si iscrissero nella scuola privata, cattolica e parificata che allora frequentavano i nostri 2 figli, 3 fratelli americani.
I ragazzini diventarono molto amici.
Tanto, che nostro figlio minore - data anche la vicinanza d'abitazione - veniva chiamato "il quarto fratello".
Dopo 3 anni di scuola insieme e di convivenza quotidiana...i genitori decidono di togliere i figli, perchè si stavano italianizzando troppo; iniziano a fare homeschooling.
Nostro figlio chiede di poter stare con loro; spieghiamo che loro torneranno in America, e che non appartengono alla nostra società, mentre lui sì...per farla breve, si è chiuso sia agli insegnanti che ai vecchi amici. Un esempio? Con me studiava storia, poi si presentava all'insegnante come volontario, e faceva scena muta...
Così per 7 mesi, in seconda media inferiore.
Risultato: ragionando con lui (con un dodicenne incazzato assicuro che è un incubo) abbiamo deciso di fargli passare la terza media in Convitto Nazionale, così da cambiare completamente la sua situazione, il contesto...

Non è finita: il ragazzino in convitto si è trovato tanto bene che la sorella maggiore ha voluto fare il ponte e adesso è al penultimo anno di liceo classico come convittrice.

Gli americani sono rimasti ottimi amici, ma vedendosi solo il sabato pomeriggio e la domenica onguno ha potuto conservare la propria identità; adesso sono tornati con i genitori in America.

L'homeschooling forse funziona - come necessità - con mamme casalinghe, e nuclei familiari isolati,ma nella nostra realtà ... !
Senza contare che in molti Paesi esteri hanno ancora l'abitudine (da noi persa dal secondo dopoguerra) di mandare i figli a 14 anni in collegio...per questo ripeto che la rete dei convitti è importante.
E dopo, maggiore attenzione alle esigenze di ogni facoltà universitaria, tenendo presente che l'unicità italiana consiste nel saper integrare in modo armonico la tradizione storica e la ricerca scientifica: integrazione sociale, e unitarietà del sapere!

[Liberale]

Testo originale scritto da MariaVittoria C
In famiglia abbiamo vissuto una pessima esperienza, legata alla scolarizzazione privata e tra le pareti domestiche.

Cinque anni fà si iscrissero nella scuola privata, cattolica e parificata che allora frequentavano i nostri 2 figli, 3 fratelli americani.
I ragazzini diventarono molto amici.
Tanto, che nostro figlio minore - data anche la vicinanza d'abitazione - veniva chiamato "il quarto fratello".
Dopo 3 anni di scuola insieme e di convivenza quotidiana...i genitori decidono di togliere i figli, perchè si stavano italianizzando troppo; iniziano a fare homeschooling.
Nostro figlio chiede di poter stare con loro; spieghiamo che loro torneranno in America, e che non appartengono alla nostra società, mentre lui sì...per farla breve, si è chiuso sia agli insegnanti che ai vecchi amici. Un esempio? Con me studiava storia, poi si presentava all'insegnante come volontario, e faceva scena muta...
Così per 7 mesi, in seconda media inferiore.
Risultato: ragionando con lui (con un dodicenne incazzato assicuro che è un incubo) abbiamo deciso di fargli passare la terza media in Convitto Nazionale, così da cambiare completamente la sua situazione, il contesto...

Non è finita: il ragazzino in convitto si è trovato tanto bene che la sorella maggiore ha voluto fare il ponte e adesso è al penultimo anno di liceo classico come convittrice.

Gli americani sono rimasti ottimi amici, ma vedendosi solo il sabato pomeriggio e la domenica onguno ha potuto conservare la propria identità; adesso sono tornati con i genitori in America.

L'homeschooling forse funziona - come necessità - con mamme casalinghe, e nuclei familiari isolati,ma nella nostra realtà ... !
Senza contare che in molti Paesi esteri hanno ancora l'abitudine (da noi persa dal secondo dopoguerra) di mandare i figli a 14 anni in collegio...per questo ripeto che la rete dei convitti è importante.
E dopo, maggiore attenzione alle esigenze di ogni facoltà universitaria, tenendo presente che l'unicità italiana consiste nel saper integrare in modo armonico la tradizione storica e la ricerca scientifica: integrazione sociale, e unitarietà del sapere!

Sono d'accordo con te Maria soprattutto in merito al contesto italiano. Infatti io parlavo di elementi di sperimentazione di homeschooling che può funzionare solo in presenza di una realtà isolata e che si esprime a livello territoriale in conurbazioni sul modello della Sun Belt americana.
Non è un caso che proprio nel Sud-West americano sia risorto questo modo di formazione privata, che comunque valuto come un grande elemento di valorizzazione dell'individuo e del potere di scelta delle famiglie.
Certo poi per affrontare il Mondo ci vuole altro: capacità di relazionarsi con gli altri (fondamentale), una conoscenza del mondo e dei suoi meccanismi e anche una certa integrazione con la realtà sociale. Per questo serve sicuramente un elemento di raccoltà fondamentale come la scuola e l'università che oggi, soprattutto in Italia oramai funziona più come occasione di crescita mentale, che di crescita formativa.
Beh almeno questo è rimasto nel nostro sistema scolastico ed universitario....

[Rick Hunter]

Liberale in politica, mai e poi mai ultraliberista in economia.
Il Lavoro, non è una "merce" come le pere e le mele.
Il lavoro ha un'importanza sotto ogni punto di vista, sociale e culturale, quindi va trattato in maniera diversa, che non al semplice accordo fra le parti, dove una delle parti, è inevitabilmente posta in una posizione di supremazia, poichè non deve vedere l'alternativa fra la sopravvivenza e l'indigenza, ma tra il profitto maggiore e il profitto minore.

Si alla liberalizzazione in nome dell'efficienza, NO, grande come una casa, per fare un favore agli imprenditori maltrattando i lavoratori come nei secoli passati, o per un assurdo principio economico.