IL MOSSAD NEL PACIFICO?
di Maurizio Blondet
Il primo ministro neozelandese Helen Clark
Nell’aprile scorso la polizia delle Filippine arrestò due cittadini britannici che stavano spedendo in Svizzera falsi Buoni federali americani al portatore per l’incredibile valore di 3 mila miliardi di dollari.
Questo sito ne ha dato notizia a suo tempo, aggiungendo che non era chiaro a cosa mirassero i delinquenti, ma che lo spaccio di una cifra così astronomica in dollari falsi poteva far crollare l’economia mondiale.
Ora appare chiaro che queste «note al portatore», che furono create durante la seconda guerra mondiale da Morgenthau, segretario al Tesoro di Roosevelt, e che sono da tempo fuori circolazione, erano al centro di un complesso giro di frodi nei Paesi dell’Oceano Pacifico; riciclaggio, spaccio di falsi valori e di ecstasy, che paiono originare dall’intelligence israeliano.
Il 15 marzo 2005 i giornali della Nuova Zelanda davano notizia che due agenti del Mossad, Uriel Kerman e Eli Cara, erano stati arrestati mentre cercavano di farsi dare un passaporto neozelandese con l’identità di un paraplegico incapace di viaggiare. Poiché il falso (ma autentico) documento poteva servire per qualcuna delle operazioni illegali (terrorismo «false flag») che sono la specialità del Mossad, la signora Helen Clark, primo ministro neozelandese, rompeva le relazioni diplomatiche con Israele, rimandava una visita del capo dello Stato israeliano Katsav, rifiutava l’entrata in Nuova Zelanda del generale israeliano Gabi Ashkenazi.
Nello stesso periodo, la polizia australiana «scopriva» e sequestrava «la più grossa partita di ecstasy mai trovata»: 5 milioni di pasticche del valore, al dettaglio, di 100 milioni di dollari.
E i giornali locali spiegavano in lungo e in largo che «sono gli israeliani ad avere il monopolio di fatto dello spaccio mondiale di ecstasy», e che questo spaccio serve ai «servizi» per autofinanziarsi.
E in aprile, ecco la polizia filippina che becca due cittadini «britannici» con l’enorme pacco di falsi titoli americani…
Tutto insomma sembra la ritorsione dei servizi australiani e neozelandesi per lo sgarbo fatto dal Mossad con il tentativo di procurarsi un passaporto neozelandese.
I servizi austro-zelandesi mandavano un messaggio: d’ora in poi non chiuderemo più gli occhi sui traffici del Mossad in quest’area. A questo punto, che succede?
Il 12 aprile, l’aereo su cui vola la premier neozelandese, un Piper Aztec bimotore, in rotta verso la capitale Wellington, ha uno strano e pericoloso «incidente»: uno dei portelloni si apre in volo, costringendo il pilota a una brusca picchiata e a un atterraggio di fortuna.
La signora Clark se la cava per miracolo, con varie escoriazioni.
C’è il sospetto di un sabotaggio.
Chi sarà stato?
La risposta è nel fatto che la signora Clark, scampata alla morte il 12 aprile, il 20 aprile si affretta a…fare una visita ufficiale ad Auschwitz.
Strano omaggio al sacrario dell’ebraismo, quasi per grazia ricevuta, o richiesta di grazia.
Maurizio Blondet
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