Ma ‘ndo vai se l’editore….
….evoluto non ce l’hai?

“Io ce l’ho evoluto. L’editore”. Pronta la risposta al cardinal Ruini. Vademecum sugli abusi delle intercettazioni. Chi ha l’editore
evoluto può, chi non ce l’ha s’attacca.
Finalmente la risposta di Paolo Mieli, direttore del Corriere della Sera, al cardinale che aveva stigmatizzato l’uso spregiudicato delle intercettazioni per condannare preventivamente Antonio Fazio: “Io l’editore evoluto ce l’ho, lui no”.
Non ce l’ha Maurizio Belpietro che per primo ha pubblicato le trascrizioni dei colloqui tra il Governatore della Banca d’Italia e Gianpiero Fiorani, l’amministratore della Banca Popolare “Chiedete a Belpietro” aveva replicato Mieli. Il direttore
del Corriere, infatti, l’aveva già dichiarato a Otto e mezzo: “Gli editori del Corriere sono persone più evolute e non fanno calcoli. Sanno che abbiamo giornalisti economici che non si trattengono neppure di fronte ai nostri editori”.

Gli editori del Corriere sono evoluti e non discendono neppure dalle scimmie. Almeno Diego della Valle e Luca di Montezemolo, tra
gli altri del pacchetto di proprietà del primo giornale italiano, senza calcolo, per puro atto gratuito del Creatore, sono stati messi a via Solferino a giustificazione del creazionismo.
Migliore risposta il cardinale non poteva avere, più feroce altolà a Belpietro non si poteva dare: “Io ce l’ho evoluto. L’editore”.
Nove Colonne vorrebbe volentieri fornire in anteprima ai propri lettori ampi stralci del vademecum redatto da Mieli per l’editore che possa dirsi veramente evoluto: “Fa ampio uso del dito prensile, e si esprime in endecasillabi innanzitutto”, così si legge nella prima proposizione ma sono stati così precipitosi tutti a voler mostrare i propri editori evoluti che non possiamo non darne conto.

“Ce l’ho io evoluto, e ce l’abbiamo solo noi”. Con questo grido d’orgoglio Ezio Mauro ha voluto indicare nell’ingegnere Carlo De Benedetti un campione dell’evoluzione:
“Fa ampio uso del dito prensile, preferisce il kiwi alla banana e sceglie l’ascensore in luogo della liana”. Anche Nove Colonne può
confermare. L’editore di Repubblica è così evoluto che sostiene diatribe filosofiche d’alto livello con Eugenio Scalfari.
Ne faranno un libro: “Tu Tarzan, io Io”.
Interviene nel dibattito anche Giorgio Bocca: “Io ce l’ho evoluto. L’editore”. L’autorevole editorialista si concentra sul ruolo di Carlo Caracciolo: “E’ un primate come pochi. Mette da parte le noccioline per me, però riconosce il suono dell’organetto e sa ballare il walzer. Mi prende col suo dito prensile e mi dà un dito di quello buono”. Evoluzionismo e creazionismo, l’editoria si riscatta dalla primogenitura degli scimpanzé.

Non si sottrae al dibattito la Stampa che, a firma del suo ex direttore, Marcello Sorgi, ha rivendicato la primogenitura sugli evoluti: “A costo di farsi scappare Martina Stella, col suo dito prensile Lapo Elkann ci tiene tutti stretti. Riesce a entrare nel vano portabagagli della Punto da solo e sempre da solo riesce a uscirne. La sua non è una semplice evoluzione, il suo essere versatile ci porta a dubitare del nostro laicismo: è il frutto di una creazione”. Editori ed evoluti.
“Ha un dito prensile quanto una casa”, questo è il parere del direttore del Messaggero Paolo Gambescia su Francesco Gaetano Caltagirone. “E’ ben più che evoluto: mai una volta che si sia spulciato o abbia fatto le pulci a chicchessia, neppure al presidente della Camera. Mai una volta che abbia lasciato le bucce delle arachidi fuori dalla porta.
Non discende dalla scimmia, per dirla con un grande romano de Roma nostra: discende dalle scale. Come Giove Pluvio dall’Olimpo”
Anche Franco Bechis, direttore del Tempo, spezza una lancia a favore del suo
editore Domenico Bonifaci, così evoluto da non avere pari neppure tra gli snob del salotto buono: “Forse non ha il dito prensile, però sa farsi da solo il pediluvio”.

da il Foglio

saluti