Partendo da quanto ho esposto prima su quell'altelenarsi del Dossetti..sarebbe ingiusto non citarne comunque IL GENIO che era in sè.....anche nei confronti del Magistero.....la mia domanda infatti non poneva una accusa, ma vuole essere un confronto
Io credo che se non facciamo confronti con la realtà Dossetti, continueremo a non comprenderne il lato migliore
copio quanto segue perchè credo sia interessante alla domanda: E IL MAGISTERO?
Nella convulsa e combattuta campagna elettorale per le amministrative bolognesi del ‘56, Dossetti ribadiva che, in questa conferenza che ricordava la “Rerum Novarum”, gli atti della Chiesa avevano valore soprattutto per la realtà interiore di ognuno, ben distanti quindi da possibili e distorti usi politici e da probabili ingerenze nello stesso mondo dell’attività politica.
La posizione dei cristiani nei confronti della Rerum Novarum, “Il Resto del Carlino”, p. 4, 20 maggio 1956, ora in L. Giorgi, Una vicenda politica. G. Dossetti 1945 – 1956, Scriptorium, Cernusco sul Naviglio 2003, p. 238.
Ieri sera Giuseppe Dossetti ha parlato al cinema Rossigni, davanti ad un folto pubblico per ricordare il 60.o anniversario della Rerum Novarum di Leone XIII. L’on. Bersani, presentando l’oratore, ha ricordato come Bologna abbia concorso al maturarsi di quel documento e alle sue prime esperienze applicative; ed ha ringraziato Dossetti per quello che sta facendo e che farà per riportare la nostra città nel cuore vivo dell’esperienza cristiana. Dossetti ha iniziato affermando che il ricordo della Rerum Novarum deve trasformarsi per i cristiani di oggi in un esame di coscienza.
Con quell’enciclica il Papa pose sessant’anni fa le prime fondamenta di un intervento più diretto del magistero della Chiesa a difesa dei lavoratori, ma come mai – si è chiesto l’oratore – oggi stiamo parlando dei principi contenuti in quel documento come se si trattasse ancora di realizzarli?
Gli avversari ci dicono che quel messaggio pontificio non ha ottenuto nessun effetto e che se qualcosa è stato fatto per i lavoratori, lo si deve ad altre ideologie. Se questa accusa degli avversari, ha continuato Dossetti, fosse vera, sarebbe terribile. Ma dobbiamo confessare che se tutta la verità contenuta nella Rerum Novarum non è stata realizzata, la colpa non è di un suo difetto intrinseco, ma dei cristiani che quel documento non hanno saputo accogliere con la necessaria totalità di adesioni.
Appena l’enciclica fu promulgata, conservatori da una parte e progressivi da un’altra contribuirono a contaminarla: i primi tradendone le indicazioni, i secondi utilizzandola sul terreno politico.
Gli atti della Chiesa bisogna invece prenderli per quelli che sono, senza discuterli o analizzarli: bisogna coglierli nel loro contenuto essenzialmente spirituale perché impegnino e trasformino la nostra realtà interiore.
Questo è l’insegnamento della Rerum Novarum - ha concluso l’oratore - ; le nuove generazioni non pensano più, e non lo penseranno più tra breve, di andare ad attingere a quelle dottrine che volevano o che vogliono concorrere con quella contenuta nel documento pontificio.
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su questo credo che siamo tutti d'accordo