posto nquesto articolo sul kurdistan presente nel forum etno per fare un paio di riflessioni
di Maurizio Blondet
IRAK - Un istruttivo articolo del Figaro (1) racconta come il Mossad sia stato consigliato da Washington di rendersi meno visibile nel Kurdistan iracheno (dove nel 2004 aveva almeno 1200 fra agenti, istruttori e finti «uomini d’affari») per non creare una cattiva immagine del nuovo presidente-fantoccio dell’Iraq Jalal Talabani, che è appunto un curdo.
E cita un anonimo esperto dell’intelligence francese: «per non essere criticato dagli sciiti e dai sunniti, il nuovo capo dello Stato non poteva più lasciar fiorire visibilmente la collaborazione fra israeliani e curdi, condannata dall’immensa maggioranza degli iracheni. Il doppio gioco curdo è stato fermato».
O meglio, reso meno evidente.
I curdi collaborano col Mossad da almeno trent’anni, contro il comune nemico Saddam e il nazionalismo iracheno.
Israele ha armato i curdi, addestrato i suoi guerriglieri (peshmerga) e aizzato il loro secessionismo: e poiché il secessionismo curdo allarma la Turchia, per rabbonirla le ha promesso, in cambio della sua tolleranza, di usare tutta l’influenza della sua lobby europea per fare entrare Ankara in Europa.
Il Mossad usa agenti curdi anche per contenere e spiare le infiltrazioni iraniane nell’Iraq occupato.
«Dalla fine delle ostilità, migliaia di sedicenti pellegrini iraniani penetrano in Iraq» con la scusa di visitare i luoghi santi sciiti del sud, spiega Patrick Clawson, direttore del Washington Institute for Near East Policy (un think tank della CIA), «e Israele ha chiesto agli americani di chiudere la frontiera con l’Iran».
Ma non è stato possibile.
Allora le spie ebree hanno fatto da sé. Hanno spedito a Erbil e Suleymanieh, città curde, quel migliaio e passa di agenti e istruttori che, mascherati da uomini d’affari, hanno preparato i peshmerga secessionisti curdi ai nuovi compiti: «costituire dei commandos curdi così forti da contrastare le milizie sciite del sud, più o meno infiltrate da Teheran», spiega il Figaro.
Insomma Israele prepara attivamente la guerra civile irachena, aiutata dal misterioso (ma non tanto) super-sunnita (e agente israeliano) «Al-Zarqawi», massacratore di sciiti.
Infatti il sedicente «Al Zarqawi» e il vero Mossad hanno una bestia nera in comune: lo sciita Moktada al-Sadr con la sua forte milizia, l’Armata del Mahdi.
Questo capetto sciita è, contrariamente agli ayatollah sciiti del sud (filo-iraniani), un nazionalista iracheno, che vuole mantenere unito l’Iraq.
La sua eliminazione è diventata imperativa, perché non diventi un Saddam «religioso».
Ma non è facile, dato che quella di Moktada è una forza reale, con un vasto seguito nell’area di Bassora e dei luoghi santi sciiti.
I curdi sono quindi più che mai legati agli interessi israeliani da reciproche esigenze. E prestano con zelo, volontariamente, i loro servizi al Mossad.
Come spiega l’anonimo agente dell’intelligence francese, «il Kurdistan è luogo dove convivono etnie diverse, ed è autonomo dal 1991: ciò permette agli israeliani di reclutare loro agenti nelle etnie, che poi manderanno a infiltrare altre organizzazioni».
Per il Mossad, collaborazionisti curdi infiltrano già in massa il «nuovo» esercito iracheno, sotto l’occhio benevolo di generali curdo-iracheni (e «Al Zarqawi» compie l’opera massacrando le reclute di altre etnie che cercano di arruolarsi).
Agenti curdi sorvegliano per Israele la Siria e l’Iran. Ma la presenza eccessivamente visibile, e l’arrogante spadroneggiare degli ebrei nel Kurdistan ha finito per imbarazzare i comandi USA (2).
Che hanno «consigliato» più discrezione.
Il Mossad ha apparentemente ridotto i suo agenti ufficiosi a un centinaio.
A parte «studenti» e vari «uomini d’affari».
Maurizio Blondet
Note
1) G.M., «Au Kurdistan, le Mossad embarrasse Washington», Le Figaro, 28 settembre 2005.
2) Il generale Tommy Frank, comandante dell’invasione americana in Iraq, è un ebreo russo di seconda generazione, probabilmente un frankista, e sionista sfegatato. Il generale Richard Natonsky, che ha guidato il massacro di Falluja con bombe al fosforo, è un ebreo russo. E Massud Barzani, capo del partito democratico del Kurdistan iracheno e capo dei peshmerga, è uno dei 60 mila ebrei curdi che vivono là.