Rifiuti, la Iervolino contro Bertolaso
lunedì, dicembre 14, 2009
(di Guido Ruotolo da la Stampa)
Nei giorni scorsi, il sindaco di Napoli, Rosetta Iervolino, era stata esplicita: «Sciogliere il nostro comune sarebbe un arbitrio da regime. Non voglio pensare che si arrivi a manovre politiche che sarebbero illegittime e dequalificanti per chi le fa». Destinatario dell’avviso del sindaco era il sottosegretario all’emergenza rifiuti, Guido Bertolaso, che in questi giorni non ha ritenuto di dover replicare, di rassicurare il sindaco della terza città d’Italia. Insomma, Napoli effettivamente è in bilico, e nei prossimi giorni potrebbe finire in una seconda lista «nera» di una decina di comuni – sui cento monitorati – inadempienti sul versante dei rifiuti.
Sono soprattutto le periferie di Napoli ad essere sporche di cumuli di rifiuti ingombranti. E la legge Berlusconi-Bertolaso prevede, appunto, la possibilità della rimozione del sindaco, della nomina di un commissario ad acta, dello scioglimento del consiglio comunale in presenza di ripetute e documentate inadempienze.
Una prima lista di nove comuni da sciogliere è già nelle mani del ministro dell’Interno, Roberto Maroni, che nelle prossime ore prenderà una decisione. Sono soprattutto i comuni di Gomorra, Casal di Principe in testa, quelli per i quali la struttura di Bertolaso ha chiesto lo scioglimento dopo una complessa istruttoria fatta di sopralluoghi, di «sensibilizzazioni», di «avvisi», di «richiami» e di «ricognizioni fotografiche». Dalle indiscrezioni che trapelano, dei nove comuni solo due potrebbero essere «graziati» da Maroni – Casaluce e Noia -perché le nuove amministrazioni elette soltanto nel giugno scorso si stanno impegnando per affrontare l’emergenza. Per tutte le altre, il ministro firmerà il decreto di scioglimento e si voterà in primavera.
Dopo quattordici anni di stato d’emergenza, a una ventina di giorni dalla fine della struttura commissariale con il ritorno delle competenze alla Regione e agli enti locali del ciclo integrato dei rifiuti, la richiesta di scioglimento di una ventina di amministrazioni locali (bipartisan) segnalano paradossalmente che negli ultimi mesi si è messo in moto un processo virtuoso di collaborazione tra gli enti locali e la stessa struttura di Bertolaso.
Il sindaco Iervolino, protestando per l’eventuale scioglimento del consiglio comunale, ha ricordato che «non siamo mai arrivati al richiamo numero due». Questo significa che di fronte alla segnalazione di una presenza (vistosa) di rifiuti non rimossi in una tal via, il comune deve intervenire. Ma secondo indiscrezioni, dalla struttura del sottosegretario Bertolaso sono state centinaia le segnalazioni partite per palazzo San Giacomo. E poi c’è il buco nero del bilancio: 129,9 milioni di euro che il comune di Napoli deve alla struttura del sottosegretario Bertolaso. E, soprattutto, la raccolta differenziata che viene giudicata del tutto insufficiente (i comuni dovrebbero garantire almeno il 25% di differenziata).
L’assessore all’ambiente del comune di Napoli, Paolo Giacomelli, sottolinea che in un anno la differenziata è passata «dal 14,5% al 21,5%». Giacomelli riconosce l’esistenza del problema dei rifiuti ingombranti non rimossi: «Non sono ingombranti – precisa – ma scarti e rifiuti di attività economiche sommerse: inerti di lavori edili, guaine, amianto, tessuti, pneumatici. La verità è che terminando il suo mandato Bertolaso vuole andarsene sbattendo la porta».
Il sindaco di Castelvolturno, Francesco Nuzzo, in attesa del decreto di scioglimento del, ministro Maroni, mastica amaro: «Bertolaso tende a coprire le sue responsabilità. Sono offeso come uomo, magistrato e sindaco perché mi sono sempre battuto per il rispetto della legalità. Non aspetterò la decisione di Maroni, giovedì mi dimetterò».
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