Maurizio Blondet
06/10/2005
Il primo ministro turco Recep Tayyip ErdoganANKARA - La polizia e i servizi turchi non riescono ad infiltrare Al Qaeda. Eppure ci provano sul serio, ed hanno vantaggi sconosciuti ai servizi occidentali. Anzitutto, la polizia turca è al cento per cento musulmana, non essendovi ammesse le minoranze religiose (una discriminazione che l’UE non vuol rilevare).
I suoi agenti vanno alle moschee più estremiste ogni venerdì, attaccano bottone con i più sfegatati islamisti, cercano di avere le loro confidenze.
Controllano minuto per minuto gli 800 turchi che hanno combattuto da jihadisti in Bosnia, in Afghanistan e in Cecenia, ed ora anche quelli che hanno militato in Iraq. Intercettano a tutto spiano i telefoni sospetti.
Controllano minuziosamente i siti internet.
Partecipano alle collette delle moschee che raccolgono denaro per i palestinesi. Usano telecamere per controllare strade e aeroporti.
Sicuramente fermano e interrogano con le maniere forti.
Eppure l’onnipotente polizia turca non riesce a cavare un ragno dal buco (1).

Anche il suo massimo successo, l’arresto di un presunto capo di Al Qaeda, è avvenuto per caso.
L’agosto scorso, un incendio accidentale in una casa sulla costa portò alla scoperta, in un appartamento, di mezzo quintale di materiale esplosivo.
L’appartamento era stato affittato da tale Louia Sakka, un siriano che la polizia già conosceva: l’aveva arrestato due anni prima per essere entrato nel Paese con un passaporto falso
S’è scoperto che Sakka, penetrato di nuovo in Turchia, stava organizzando un mega-attentato: un barchino carico di esplosivo da lanciare contro una nave da crociera israeliana.
Si è poi visto che Sakka era noto a diversi sospetti e militanti islamici con diversi falsi nomi.
Gli investigatori sono arrivati alla conclusione che Al Qaeda sia difficilissima da infiltrare sia perché la colleganza fra i suoi membri si è cementata nelle zone di guerra in Afghanistan e Cecenia, sia perché i membri di ogni cellula conoscono solo il loro capo, ma con nomi diversi.
Ogni capo pare abbia la responsabilità di più cellule.
Tutto qui.

Naturalmente non avanziamo qui l’ipotesi proibita che, se Al Qaeda è così imprendibile persino dai turchi, magari il motivo è che Al Qaeda non esiste se non come fabbricazione di alcuni servizi.
Anche perché servizi segreti diversi sembrano in realtà non avere alcuna difficoltà a infiltrarla, anzi a conoscerne in anticipo le mosse.
Il 7 luglio, data degli attentati di Londra, il Mossad ha ammesso di aver avuto notizia di quel che stava per accadere, ma solo «sei minuti prima».
Non hanno avuto il tempo di salvare i viaggiatori nell’underground di Londra, ma hanno avuto il tempo di avvisare il ministro israeliano Netanyahu, che si trovava nella capitale britannica, di non uscire dall’albergo.
Forse i servizi turchi dovrebbero chiedere ai colleghi ebrei, con cui la Turchia ha ottimi rapporti, alcuni dei loro segreti del mestiere.


Maurizio Blondet



Note
1) «Infiltrating al-Qaeda cells difficult», Ashark Alawsat, 5 ottobre 2005.



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