Con tutti i problemi che ci sono nel mondo la Chiesa di oggi si occupa di preti sposati e divorziati lamentandosi del calo di vocazioni, e vorrei vedere.. questa Chiesa si è ridotta ad interessarsi solo dei problemi legati alla sessualità, alla natalità e alla ricerca scientifica per porre divieti, proibizioni ed imposizioni. Questa Chiesa è quanto di più lontano ci possa essere dallo spirito dettato dai Vangeli..
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Repubblica

Problemi sono quelli sul tappeto da anni: diserzione della messa domenicale e crisi generalizzata di vocazioni su tutti. Le soluzioni di cui si vociferava nei giorni scorsi sono state invece scartate: niente eucaristia per i divorziati né ordinazione di uomini sposati per affrontare la scarsità di preti. Questi i temi principali affrontati finora dal sinodo sull'eucaristia, secondo quanto hanno riferito oggi ai giornalisti i tre cardinali presidenti.

Le assise dei vescovi cattolici sono in corso in Vaticano dal 2 ottobre, ieri c'è stata la "relatio post disceptationem" del cardinale Angelo Scola, che ha sintetizzato tutti i temi emersi durante il dibattito, e oggi si sono presentati ai giornalisti per chiarirne i termini i cardinali Francis Arinze, prefetto della Congregazione per il culto divino, Juan Sandoval Iniguez e Teosphore Toppo e i monsignori Patrick Foley del Pontificio consiglio per le comunicazioni sociali e Sofron Mudry, vicepresidente della commissione per l'informazione del sinodo.

Innanzitutto la crisi di vocazioni. "In Asia - spiega Toppo - ci sono milioni di persone che non conoscono la fede e non abbiamo preti per portargliela, ma la mancanza di sacerdoti non è il problema, ma il sintomo di un altro problema, la crisi della fede". Ma questo problema non va affrontato con l'ordinazione di uomini sposati. "Ci sono stati tre o quattro interventi - ha riferito il card. Sandoval - sulla situazione dei sacerdoti sposati nelle chiese orientali cattoliche e abbiamo ascoltato che anche nelle chiese orientali c'è crisi di vocazioni, anche se i preti si sposano".

Quindi la crisi della messa. "La cosa più importante - dice Foley - è la crisi di vocazioni e la crescente secolarizzazione: persino a Dublino, nella cattolica Irlanda, ci sono parrocchie dove meno dell'un per cento dei cattolici partecipa alla messa domenicale".

Le domande dei giornalisti si sono concentrate sul problema dei divorziati risposati, che la legge della Chiesa non ammette a fare la comunione, e della ordinazione di uomini sposati per affrontare la crisi delle vocazioni. Il sinodo ha indicato nei giorni scorsi il ricorso alle sentenze di nullità matrimoniale come soluzione per alcuni divorziati.

E' stato chiesto ai cardinali se questa indicazione non fosse in contrasto con i ripetuti appelli di papa Giovanni Paolo II alla Rota romana a non essere troppo di manica larga nel concedere la nullità. "Il tribunale ecclesiastico - ha replicato il card.
Arinze, - esamina un matrimonio in difficoltà se uno degli sposi ritiene che per qualche motivo il vincolo non fosse valido già all'inizio: se lo crede, si rivolga al tribunale. In questo non c'è inganno nè contrasto con quanto diceva Giovanni Paolo II".

Un altro argomento emerso fin da ieri è quello che lo stesso Arinze accetta di definire "giro di vite", quello chiesto dal sinodo sullo stile delle celebrazioni. "Ciò che si chiede - dice - è una ars celebrandi che aiuti l'interiorizzazione della fede e delle messe che siano una cosa seria, e non una mezza ricreazione".

Non si sarebbe parlato invece del problema sulla comunione ai politici che difendono leggi anticattoliche: "Questo problema - dice Foley - non è stato molto discusso, vediamo se emergerà nelle proposizioni finali o no". Nei giorni prossimi il sinodo lavorerà alle "propositiones" da sottoporre al Papa, che ne terrà conto nella stesura della Esortazione post-sinodale.