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    Predefinito Quando li vedremo anche in Italia?

    http://www.gaynews.it/view.php?ID=34595

    GUERRA DEL PRESERVATIVO IN CILE
    La prima campagna pubblicitaria apertamente centrata sull’uso del preservativo riporta alla ribalta uno scontro che va avanti da anni tra il Governo e la Chiesa cattolica. E non solo in Cile.
    lunedì 17 ottobre 2005 ,



    In Cile lo scorso 5 ottobre è stata lanciata la settima campagna contro l’AIDS, promossa dal governo attraverso il Ministero della salute, in preparazione della giornata mondiale della lotta all’HIV che ricorre il primo dicembre.

    Lo scopo, secondo il Ministero, è quello di spingere i cileni a parlare del sesso e specificamente del problema del contagio del virus.

    Lo slogan è chiaro “Contro l’HIV, io ho una posizione: usare il preservativo”, dove la parola posizione fa riferimento al Kamasutra. Questa campagna è la più diretta tra quelle realizzate finora, al contrario delle precedenti che erano più finalizzate a spiegare le cause della trasmissione dell’HIV e non a enfatizzare direttamente l’uso del preservativo.

    I messaggi della campagna sono affidati tanto a manifesti pubblicitari quanto a brevi spot radiofonici e televisivi, della durata di 15 secondi, in cui compaiono volti noti cileni.

    Nei differenti manifesti ci sono rispettivamente una studentessa di scuola media superiore, una coppia omosessuale, una coppia di anziani e una persona sola, che invitano la popolazione a usare il preservativo come strumento concreto di prevenzione contro il contagio.

    La studentessa dice nel manifesto: “Da quando ho imparato a metteglierlo…trovo super irresistibile il preservativo”, mentre unendo il pollice e l’indice della mano destra, disegna un cerchio come l’anello di un preservativo.

    Un’altra immagine della campagna mostra disegni con le posizioni del Kamasutra e un famoso presentatore della televisione, Felipe Camiroaga, che, formando lo stesso anello con le sue dita, dice: “Per amore…sempre la mia prima posizione è il preservativo”. L’attrice Maria Izquierdo consiglia: “Quando lui non riesce a mettere il preservativo….glielo infilo io” (i manifesti e le clip possono essere visti sul sito www.minsal.cl, link Campañas sanitarias/ Campaña de Prevención del VIH/Sida - Campaña de Prevención del SIDA 2005)

    La campagna, tra le sue novità, ha anche quella di includere un misura specifica per Santiago, dove saranno distribuiti dei portapreservativo. Questo oggetto, secondo il Ministero, dovrebbe raggiungere le donne e i giovani che le ricerche indicano come i più riluttanti, per pudore, a portare con sè il preservativo nella borsa o nel portafogli.

    Il portapreservativi è stato studiato in collaborazione con le associazioni che lavorano in questo settore, le quali hanno chiesto alla coordinatrice regionale, Talía Flores, di realizzarli pensando a oggetti di tutti i giorni relazionati all’attività quotidiana dei giovani o legati al ruolo femminile, per dissimulare la presenza del preservativo. Così sono nati diversi contenitori: una scatola di farmaci, una scatola di fiammiferi da cucina e un portacipria. Per i giovani sono stati creati contenitori con figure molto amate, che sono collezionalbili e che all’interno contengono le istruzioni sull’uso del preservativo. Sempre per i giovani, inoltre, sono stati disegnati degli evidenziatori che saranno distribuiti all’uscita di cinema e università.

    Nel caso delle lavoratrici sessuali, il portapreservativo consiste in una cassa di cerini e uno dei messaggi inseriti all’interno dice “il cliente non ha sempre ragione”.

    Uno dei limiti della campagna pubblicitaria è, comunque, quello di non spiegare come si usi il preservativo, considerato che nel lanciare questa campagna, la responsabile dell’area studi della commissione ministeriale Conasida (Comisión Nacional contra el Sida), Edith Ortiz, ha affermato che l’uso del preservativo ha un’efficacia nel prevenire il contagio della malattiva compresa tra l’80 e il 100%, sottolineando che la percentuale dipende dall’uso corretto del preservativo.

    Nella presentazione, l’esperta ha affermato che che una delle ragioni per cui le persone non usano il preservativo e, di conseguenza, si espongono al contagio, è che non esiste una coscienza del suo uso; per questo “come autorità siamo obbligati a educare al suo uso adeguato”, ribadendo che, secondo gli studi in possesso di Conasida, “l’efficacia del preservativo è provata con certezza”.

    Gli obiettivi principali della campagna pubblicitaria sono “aprire una discussione sulla sessualità e porre il preservativo alla base della strategia di prevenzione”, dal momento che si ritiene che “la relazione monogama non è sicura al cento per cento; che potrebbe esserlo quando c’è l’impegno di entrambi a mantenere una relazione sessuale chiusa nella coppia, ma la realtà non avvalla questa misura, specialmente per le donne”.

  2. #2
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    http://www.gaynews.it/view.php?ID=34595


    Le polemiche contro la campagna della Chiesa cattolica cilena e dei conservatori

    Il lancio di questa VII campagna ha scatenato una polemica che ha coinvolto la Chiesa cattolica, le televisioni del paese e i conservatori.

    La campagna ha sorpreso ed è sembrata audace in un paese dove solo da un anno esiste il divorzio e esiste discriminazione sociale contro gli omosessuali (proprio lo stesso giorno del lancio della campagna, un ramo del parlamento ha approvato un progetto di legge antidiscriminatoria, con il quale si modificano alcuni articoli del codice penale e si sanziona anche la discriminazione basata sull’orientamento sessuale); dove nelle scuole pubbliche manca ogni forma di educazione sessuale e l’aborto non è mai stato discusso neppure in parlamento.

    Le reazioni più infuocate sono piovute da parte della Chiesa cattolica, la quale attraverso il Comitato Permanente della Conferenza episcopale ha pubblicato la dichiarazione Che società vogliamo? preparata specificamente in risposta alla campagna. Il documento obietta che questa raccomanda metodi di prevenzione basati su una concezione “permissiva” delle relazioni sessuali “separando la sessualità dalla sua dimensione procreativa” e attentando “contro la libertà” dal momento che presenta il preservativo come unica soluzione.

    Il Presidente di questo Comitato, il vescovo Alessandro Goic, ha rincarato le critiche affermando che la “sessualità senza freni fa male alla società” e che “sarebbe altra cosa” se il milione di euro che costa la campagna fosse speso per potenziare la famiglia, l’amore e la fedeltà. Ha comparato la difesa della dignità umana, che oggi la chiesa conduce contro quelli che vogliono banalizzare la sessualità, a quella che fece a difesa delle persone torturate sotto la dittatura ed ha voluto sottolineare gli interessi economici dell’industria del preservativo.

    Una dura reazione è arrivata anche dai politici conservatori, che evidentemente hanno approfittato dell’affondo della Chiesa cattolica per trascinare la polemica nella campagna elettorale, quando mancano due mesi alle elezioni presidenziali e parlamentari. I candidati della destra dicono che la campagna pubblicitaria è volgare ed un “ode al preservativo”, ed additano come “retrogradi” i politici della coalizione di governo, che chiedono la distribuzione dei preservativi.

    Il ministro della salute, Pedro García, ha risposto alle contestazioni della Chiesa cattolica affermando che la campagna cerca di evitare dolore alle persone e si basa sulla evidenza che il preservativo è il metodo preventivo più efficace, mentre ai politici della destra, ha spiegato che il Kamasutra è un libro millenario e non volgare. Il Ministro della salute García, a partire dalla campagna dello scorso anno, aveva dimostrato di avere in mente una strategia a lungo termine nella lotta contro l’HIV, che quest’anno si espressa nell’invito a usare il preservativo. Nel presentare la precedente campagna egli affermò che “cerca di mettere in risalto l’impegno nazionale contro l’HIV e indurre i cittadini a un processo di introspezione che faccia prendere coscienza dei rischi e dei metodi di prevenzione di questo flagello”.

    Anche il presidente Ricardo Lagos ha risposto alle critiche e ha affermato che la campagna include la necessità di amore e coppia stabile.

    Il coordinatore della ONG Vivo Positivo, Vasily Deliyanis, ha affermato che questo dibattito era auspicabile, ma chiede che non si travisi il significato della campagna.

    La polemica, simile a quella che ebbe l’approvazione del divorzio, è più una battaglia di elites che della gente, che è contraria alle posizioni della Chiesa e dei conservatori. Un recente sondaggio ha indicato che il 95% dei cattolici approva l’uso dei preservativi per prevenire l’HIV; mentre un sondaggio realizzato dal Centro Studi del quotidiano La Tercera, lo scorso fine settimana, ha rilevato che l’83% dei cileni è d’accordo con il contenuto della campagna.

    I sociologi segnalano che la società cilena sta cambiando più rapidamente di quanto avvertano i suoi dirigenti.

    Critiche alla campagna non sono mancate neppure dall’associazione Sidacción, a causa di una frase voluta sui manifesti dal Ministero della salute, che dice “Questo messaggio è rivolto a chi mantiene più relazioni sessuali e non per chi opta per una relazione stabile”. Il presidente Marco Becerra ritiene che “questo slogan impresso sui manifesti a sfondo rosso sia una frase altamente pericolosa che può ingenerare confusione in quanto inesatta e dovuta, evidentemente, alla richiesta politica di chi è contrario all’uso del preservativo”.

  3. #3
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    http://www.gaynews.it/view.php?ID=34595

    Alcuni sostenitori della campagna che respingono le tesi della Chiesa cattolica ricordano i casi di pedofilia tra le fila dei preti cileni. Il periodico The Clinic scrisse ironicamente in un suo titolo dello scorso anno “El cura Tato no usa condón” (gioco di parole per dire che il prete non usa il preservativo) a proposito di José Andrés Aguirre, condannato al carcere dopo aver violentato nella sua parrocchia molte bambine e averne messa in cinta una.

 

 

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