BERLUSCONI: IL RABBIOSO CANTO DEL CIGNO
di Fabio Greggio

da:
www.politikon.it


Ultimi rabbiosi colpi di coda di un uomo che ha venduto un sogno irrealizzabile,
nel quale molti hanno creduto: legge elettorale,
legge Cirielli per salvare Previti definitivamente anche a costo di scarcerare ceffi clamorosi
e alla fine la par condicio.

Berlusconi ha affermato in questi giorni che:
“…i giornali, le radio, l’informazione e le televisioni, in Italia, sono in mano alla sinistra…”.

Come controbattere senza cadere nella comicità?
Non capisci mai se Silvio c’è o ci fa.
Ma capisci perché oggi i comici come Grillo, i Guzzanti o Lutazzi fanno politica.
Perché i politici fanno i comici.
C’è il rischio della disoccupazione.

Il canto del Cigno del Cavaliere si chiama Par Condicio.

Produrre un’esegesi sui dettagli della questione è quasi comico.
E' un pò come guardare un morto ammazzato e disquisire sui suoi pedalini bianchi che non usa proprio più.

Si notano i clamorosi sforzi dei parlamentari del Cdx nello spiegare l’esigenza seria di tali modifiche in merito alla Par Condicio.

Altri, instancabilmente, sottolineano il penoso continuo moto persecutorio nei confronti del Cavaliere, a volte di una durezza davvero grande.

La durezza della questione, che esiste, deriva dal fatto che Berlusconi è un'anomalia e qualsiasi cosa faccia o dica fa capo al fatto che è contemporaneamente capo del Governo e proprietario di un impero massmediatico.

Alcuni a destra, cominciando a vergognarsi, tentano giustificazioni dell’ultima ora con cose tipo:
“…" ... è per questo motivo che non voterò la sinistra...".
Come se votare per un'idea dipendesse dalla simpatia di coloro che ne provocano il consenso.

O sei di destra o sei di sinistra, con molte sfumature, ma ognuno sa se fondamentalmente ha una visione del tipo:
" io e il mondo" o " io nel mondo".
( E' una sintesi, per l'amor di Dio..)

Per speculazione però non è corretto che chi possegga grandi somme di denaro possa permettersi grandi campagne pubblicitarie e chi non le ha: ciccia.
Il concetto di democrazia si basa sull'approvazione di un'idea,
non di come me la presentano o di quanto me ne presentano.
Esporre i propri programmi è diritto.
Ma i mezzi debbono essere uguali: nessun vantaggio di nessun genere.

Qualcuno afferma che il provvedimento era nel programma.

Lui era contrario alla par condicio?
Mbè ti credo: lui ha i mezzi per comperarsi tutto, gli altri no. Perché rininciarvici?
Per una questione deontologica?
Stiamo parlando di Berlusconi, il personaggio italiano più negativamente discusso da tutti i media mondiali negli ultimi 50 anni di storia del nostro paese e ne facciamo una questione deontologica? Suvvia...

Dopo la legge elettorale Berlusconi deve arginare il baratro che aleggia negli ultimi sondaggi ed è ovvio che metterà mano a quella legge.
Non ha discusso con la sinistra delle regole del gioco, cioè la legge elettorale,
dove uno dei giocatori, lui, fa le regole
per tutti e voi pensate che rinunci a modificare la par condicio?

Stiamo parlando di un personaggio che si è fatto: la legge sulle rogatorie, la legge Cirami La legge Gasparri la legge sui lasciti la legge elettorale la legge sul conflitto d’interessi la legge sul rientro dei capitali sporchi dall’estero
la legge sulla depenalizzazione del falso in bilancio
la legge sui condoni tombali fiscale
la legge sui condoni edilizi
la legge......
e infine la legge Cirielli di prossima approvazione, che lo stesso Cirielli per decenza ora aborra dopo lo stravolgimento subito che permetterà all’80% dei reati per corruzione di cadere in prescrizione,

e voi state qui a chiedervi se il personaggio avrà il coraggio di.…..?

Signori, dai!
Non stiamo parlando di De Gasperi o Pertini,
stiamo parlando di un ex membro della loggia criminale P2 tessera 1816, codice E.19.78, gruppo 17, fascicolo 0625, data di affiliazione 26 gennaio 1978.

Stiamo parlando dell’uomo è entrato in politica per salvare il paese dal golpe comunista delle “toghe rosse”.
Solo un essere vivente con un cervello grande come uno stafilococco aureo potrebbe pensare a Di Pietro a capo di un golpe Comunista.

Stiamo parlando del politico di cui il suo attuale miglior patner politico, difensore, estimatore Umberto Bossi ebbe a dire di lui nemmeno 10 anni fa:

“…Berlusconi e' l'uomo della mafia.
E' un palermitano che parla meneghino,
un palermitano nato nella terra sbagliata e mandato su apposta per fregare il Nord.
La Fininvest e' nata da Cosa Nostra. C'e' qualche differenza fra noi e Berlusconi: lui purtroppo e' un mafioso.
Il problema e' che al Nord la gente e' ancora divisa tra chi sa che Berlusconi e' un mafioso e chi non lo sa ancora.
Ma il Nord lo caccerà via, di Berlusconi non ce ne fotte niente.
Ci risponda: da dove vengono i suoi soldi?
Dalle finanziarie della mafia?
Ci sono centomila giovani del Nord che sono morti a causa della droga.
A me personalmente Berlusconi ha detto che i soldi gli erano venuti dalla Banca Rasini, fondata da un certo Giuseppe Azzaretto, di Palermo, che poi e' riuscito a tenersi tutta la baracca.
In quella stessa banca lavorava anche il padre di Silvio e c'erano i conti di numerosi esponenti di Cosa Nostra….”
( ndr. Micromega aprile 2001, testo raccolto da Marco Travaglio)

In un altro paese civile tali affermazioni di una gravità incredibile fatte da un leader politico sarebbero finite in mano alla magistratura in poche ore, per verifiche.
In Italia no.
E’ normale. Magari un po’ funky, ma normale.
Nessun magistrato sembra inetressato.
Per fortuna le toghe sono rosse.
Fossero state nere ci sarebbe toccato di vedere magistrati che ballavano la capoeira sui tomi della Costituzione?

Quindi prepariamoci a queste due nuove chicche che consegneranno alla storia un altro abominio.
Ma tant'è, abominio più abominio meno, ormai la maggioranza degli italiani, come dice Beppe Grillo, conta i giorni come la stecca di un militare.

Dispiace piuttosto che in questo gorgo comico-storico, il piccolo trascini molte persone della destra liberale per bene, che cominciano davvero ad avere grandi disagi.
Perfino nella sua coalizione.

Farà la legge e ci inonderà di miliardate di spot, msg, volantini, libretti, lettere.
E sarà il palese canto del cigno, un cigno disperato lanciato verso l'autodistruzione.
Se perde, un mese dopo i suoi alleati, quelli che hanno votato le SUE leggi, chiederanno la sua testa.
Ricordatevi però che essi sono stati i suoi "compagni di merende".
E allora che non sia solo il canto di un cigno.
Ma il canto dell’intera Piccionaia.

Fabio Greggio

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Max69