SICILIA: NANIA, SI' CDM AD ATTUAZIONE ARTICOLO 37 STATUTO
SIGLATA INTESA PER CREDITI PREGRESSI, SUBITO ACCONTO 953 MLN
(ANSA) - ROMA, 21 ott - ''Il Consiglio dei ministri ha appena
dato il via libera all'attuazione dell'articolo 37 dello
Statuto. Le imposte pagate dalle imprese e dalle aziende che
operano nell'Isola anche se non ivi residenti saranno incassate
dalla Regione''. Lo annuncia il presidente dei senatori di An e
coordinatore del partito in Sicilia, Domenico Nania.
''E' un risultato storico raggiunto grazie alla forte
determinazione del centrodestra siciliano e alla grande
disponibilita' manifestata dal governo Berlusconi-Fini'',
aggiunge. ''E' stata inoltre siglato - spiega Nania - un
protocollo d'intesa tra il presidente Cuffaro ed il ministro
Tremonti sulla questione dei crediti pregressi spettanti alla
Sicilia dovuti ai versamenti delle assicurazioni. L'intesa
prevede che lo Stato versera' alla Sicilia subito un acconto di
953 milioni di euro''.(ANSA).
21/OTT/05 111
RIFORME: CALDEROLI, AUTONOMIA IMPOSITIVA SICILIA SPOSA FILOSOFIA DEVOLUTION =
VOTATO CON CONVINZIONE DECRETO SU STATUTO REGIONE
Roma, 21 ott. - (Adnkronos) - ''Ho votato con convinzione il
decreto legislativo relativo all'articolo 37 dello Statuto della
regione Sicilia perche' sposa completamente la filosofia della riforma
costituzionale approvata ieri dalla Camera dei deputati, coniugando il
trasferimento di competenze e responsabilita' con l'autonomia
impositiva''. Lo afferma il ministro delle Riforme, Roberto Calderoli,
al termine del Consiglio dei ministri.
''Mi auguro -continua l'esponente del Carroccio- che
l'approvazione di questo provvedimento e il tavolo aperto con la
Sardegna e, come richiesto dalla Lega in Consiglio dei ministri, con
le altre regioni e province a statuto speciale che dovessero farne
richiesta, siano i prodromi per un inizio di un concreto federalismo
fiscale che vada a vantaggio di tutti''.
(Adnkronos)
21/OTT/05 128
SICILIA: CUFFARO,VITTORIA SU ART. 37 STATUTO VALE 500 MLN ANNO =
(AGI) - Palermo, 21 ott. - Il via libera all'attuazione
dell'autonomia fiscale prevista dallo Statuto siciliano
portera' subito nelle casse della Regione oltre 2 miliardi di
euro, e 500 milioni di euro all'anno. Lo dice il governatore
Salvatore Cuffaro, esultante all'uscita del Consiglio dei
ministri che ha sbloccato il contenzioso con lo Stato. "E' un
momento storico per la Sicilia. Finalmente dopo quarant'anni ci
e' stato riconosciuto quanto spettava", ha affermato Cuffaro,
che ha partecipato alla seduta del governo in cui con una norma
varata sotto forma di decreto legislativo sono state recepite
le disposizioni determinate lo scorso 26 settembre in sede di
commissione paritetica Stato-Regione. L'effetto e' che la
Sicilia potra' incassare direttamente le imposte versate dalle
imprese industriali e commerciali che hanno sede fuori
dall'Isola ma che hanno stabilimenti e impianti sul suo
territorio.
Cuffaro spiega: "Avremo subito un acconto di 953 milioni di
euro sui crediti pregressi dovuti ai versamenti della Rca, 500
milioni derivanti dalle norme di attuazione dell'art. 37 e
circa 700 milioni di euro per il riconoscimento delle spettanze
relative all'art. 38 dello Statuto. Tutto questo grazie alla
nostra determinazione e al gioco di squadra messo in campo".
Secondo Cuffaro, "e' un risultato eccezionale che premia
l'impegno di quanti in questi anni hanno lavorato al mio
fianco, dai rappresentanti politici della Cdl fino agli uffici
dell'assessorato Bilancio e Finanze e all'Ufficio legislativo e
legale, per fare riscrivere le disposizioni attuative dello
Statuto siciliano e, in particolare, dell'articolo 37".
Cuffaro ricorda che "le prime norme
di attuazione, che risalgono al 1965 sono state vanificate
dall'entrata in vigore della riforma tributaria del 1971. Da
allora la Regione non ha piu' potuto percepire i tributi
erariali sulle quote di reddito collegabili alle attivita'
industriali e commerciali svolte in Sicilia da imprese con sede
in altre regioni". Cosi' da allora la Fiat, la Snam, l'Erg, e
molte altre aziende che hanno impianti in Sicilia versano per i
redditi prodotti in Sicilia l'imposta dove hanno il domicilio
fiscale e cosi' sopttraggono indirettamente quote di tributi a
danno della Regione. Con una riforma di questa portata e' stata
data dallo Stato una giustificazione alla mancata applicazione
della norma costituzionale contenuta nell'articolo 37 dello
Statuto siciliano.
In realta' sarebbe stato possibile trovare soluzioni
alternative ma la scelte di allora andarono in senso contrario
e per anni non e' stato possibile far valere le ragioni della
Sicilia. Soluzioni alternative che sono state rivendicate dal
presidente Cuffaro sin dal suo insediamento e anche ribadite
dalla recente giurisprudenza costituzionale formatasi a seguito
dei ricorsi presentati dalla Regione Siciliana. Le istanze
della Sicilia formulate, secondo quanto stabilito dalla
Consulta, in un disegno di legge presentato dall'onorevole
Saverio Romano hanno trovato il consenso dei rappresentati
regionali nel Parlamento nazionale. E cosi', nella legge
finanziaria del 2003, e' stato approvato un emendamento con il
quale si e' attribuito all'Alta commissione di studio per il
federalismo fiscale anche il compito di proporre le modalita'
attraverso le quali le imprese con stabilimenti e impianti nel
territorio della Regione Siciliana ma con domicilio fiscale
altrove potessero pagare i tributi alla Regione. Tuttavia
questa disposizione non e' stata applicata fino ad oggi: la sua
attuazione era, infatti, subordinata a una serie di adempimenti
demandati alla stessa Alta commissione. Ostacolo superato a
settembre quando in Commissione paritetica e' stato trovato
l'accordo approvato dal Cdm. Dall'entrata a regime della norma
oggi approvata la Regione siciliana incassera' circa 500
milioni di euro all'anno. Il Consiglio dei ministri ha anche
riconosciuto alla Sicilia circa 700 milioni di euro, spettanze
derivate dall'art. 38, che saranno utilizzate per investimenti
nel quinquennio 2006-2010. (AGI)