Il separatismo nero


Un nero su quattro e' in carcere. La causa di decesso piu' comune fra i neri e' l'omicidio. La maggioranza dei neri ammazzati sono stati ammazzati da un nero. L'AIDS si diffonde fra i neri a una velocita' tre volte superiore a quella fra i bianchi. La disoccupazione fra i neri e' doppia che fra i bianchi.

Cio' sembrerebbe indicare che la discriminazione razziale non e' stata per nulla sconfitta. In realta' il panorama e' piu' complesso.

Intanto i neri non sono piu' l'unica minoranza, e presto non saranno piu' neppure la piu' grande. I bianchi sono ora 183 milioni, i neri 29 milioni. Ufficialmente gli ispanici sono 19 milioni e gli asiatici 7 milioni. Se si contano anche gli immigrati illegali, gli ispanici (che mediamente arrivano negli U.S.A. ben piu' poveri di quanto lo siano i neri, e per di piu' senza saper neppure parlare l'inglese) hanno probabilmente gia' superato in numero i neri.

Poi in fatto di reddito le distanze si sono molto ravvicinate, anche se permangono scandalose: il bianco medio guadagna 30.809 dollari all'anno contro i 17.604 dollari del nero. Il rapporto e' quasi due a uno, ma vent'anni fa era di sei a uno. E comunque il 30% dei neri guadagna piu' di 30.000 dollari, ovvero piu' del bianco medio.

Anche se si paragonano i neri con le altre minoranze, i neri rimangono al di sotto della media. I piu' ostili verso i neri sono anzi proprio le altre minoranze, per le quali il primo obiettivo e' quello di allontanarsi dalle zone abitate dai neri.

Una delle cause dell'unicita' della situazione dei neri (perlomeno di quelli urbani) e' forse proprio la persistenza di una cultura nera; ovvero quella che veniva un tempo indicata come la soluzione e' in realta' diventata il problema. A differenza delle altre minoranze, che cercano innanzitutto di integrarsi, il nero tende oggi a vivere in mezzo ai suoi simili, per sua scelta, ed e' molto geloso dei propri valori culturali. Per esempio, anche laddove e' disponibile un'istruzione pubblica di livello superiore, la stragrande maggioranza dei giovani neri preferisce la vita di strada. La "carriera" viene chiamata in gergo "doing the white thing": un nero che aspira a fare carriera sul lavoro sta facendo il bianco.

A far presa sull'immaginario dei ghetti degli anni '90 non e' la lotta non violenta di Martin Luther King ma la lotta armata di Malcom X, non e' il mesto lamento del blues ma il grido orgoglioso di James Brown, non sono gli intellettuali degli anni '60 ma il suprematismo nero degli anni '90. L'eroe del nero medio non e' il rispettabile generale Colin Powell ma il giocatore O.J. Simpson , accusato di un brutale omicidio.

Questa forma di auto-segregazione e' tanto piu' grave in quanto si e' praticamente esaurita la forma di segregazione esercitata dai bianchi: a parte qualche sacca reazionaria nel profondo Sud, l'americano bianco di oggi e' cresciuto in un paese in cui non esiste alcuna ragione per avere dei pregiudizi verso i neri (semmai verso gli ispanici e gli orientali, che rubano posti di lavoro preziosi). Le nuove generazioni di bianchi tendono a vedere nei neri dei personaggi "diversi" non per il colore della loro pelle, ma per la loro scala di valori.

E' anzi impressionante quanto sia stata rapida la de-segregazione da parte dei bianchi: un nero gioco' per la prima volta in una squadra di basket nel 1950; il primo reporter televisivo nero inizio' a lavorare nel 1962; e soltanto nel 1964 la segregazione divenne illegale.

Trent'anni dopo la maggioranza dei fuoriclasse di basket sono neri, e' nero uno dei presentatori piu' famosi e influenti della televisione (Arsenio Hall) e sono neri diversi sindaci e governatori delle citta' e degli stati piu' importanti. Nel 1992 tre stati (Georgia, Louisiana e North Carolina) inventano persino dei distretti elettorali fittizi pur di far eleggere un numero ragionevole di neri. E nel 1995 succede l'inaudito: un nero, Ron Kirk, viene eletto sindaco di Dallas, la capitale conservatrice del Texas, lo stato conservatore per antonomasia.

Anche la storia dei "riot", dei disordini razziali, non e' convincente, in quanto negli ultimi anni i neri hanno scatenato disordini per motivi futili e quasi sempre lasciando intendere che lo scopo era quello di svaligiare un po' di negozi, non quello di proteggere i diritti civili delle minoranze.

Nel 1980 i neri di Miami inscenarono grandi dimostrazioni per protestare contro l'assoluzione dei poliziotti rei di aver picchiato a morte un nero (18 morti) e nel 1992 lo stesso pretesto porto' ai "riot" di Los Angeles , in cui perirono 53 persone e vennero bruciati centinaia di edifici. Ma questa volta la televisione mostro' scene di delinquenti (neri e non) che prendevano d'assalto i supermercati indifesi. Rispetto agli anni '60 i disordini non avevano giustificazione: se anche la polizia aveva sbagliato, se anche era stata protetta, non erano certo i proprietari (neri, ispanici e coreani) dei supermercati a dover essere biasimati. E Rodney King, la vittima della polizia nel caso di Los Angeles, non era certo uno stinco di santo (semmai giustificava i peggiori stereotipi affibbiati ai neri dai razzisti).

I disordini di questi anni hanno perso del tutto l'aura eroica dei tempi in cui, per molto meno, i militanti neri rischiavano il linciaggio.

All'interno della stessa societa' nera e' sempre piu' evidente lo screzio fra uomini e donne. Il vero problema della gente nera oggi non e', infatti, tanto quello del lavoro quanto quello della famiglia. Se le condizioni di studio e di lavoro sono ormai parificate con quelle dei bianchi, o perlomeno con quelle delle altre minoranze, la fisionomia della famiglia nera e' ancora profondamente diversa da quella della famiglia bianca.

Nel 1987 il 75.7% delle ragazze nere aveva avuto rapporti sessuali prima del diciottesimo compleanno, mentre fra le bianche la percentuale era soltanto del 48.6%. Il 40.7% delle nere era gia' rimasta incinta, contro il 20.5% delle bianche. Delle nere non sposate fra i 15 e i 19 anni, l'87.1 per mille ha figli, contro il 19% delle bianche. Il 52.6% delle madri nere non sono sposate, contro il 13.6% delle bianche. E le cifre continuano a divaricarsi con il passare degli anni, prospettando una societa' che, per le nere, sara' sempre piu' una societa' di famiglie-donna.

Ma sarebbe sbagliato ritenere la donna nera responsabile di questa situazione. Tutto il contrario. Sono gli uomini neri ad aver ripudiato il matrimonio e la monogamia, anche quando i figli pongono stringenti problemi economici alla madre. Discriminata nel discriminato, la donna nera e' obbligata ad evolversi ed integrarsi molto piu' rapidamente ed efficacemente dell'uomo nero. Negli anni '50 erano pochissime le donne nere impiegate, mentre nel 1986 rappresentavano i due terzi dei posti professionali occupati da neri. L'uomo nero ha invece conservato molto dello stereotipo tradizionale di fannullone incapace e irresponsabile, portato alla violenza e allo stupro (un'immagine divulgata anche dal rap).

Nel mondo nero la donna "e'" la famiglia, mentre l'uomo ne e' stato espulso, o si e' auto-espulso. La donna nera sta contribuendo in maniera sostanziale a creare la nuova moralita' del Duemila.

Non a caso i neri (maschi) difendono i rapper come se fossero dei perseguitati e festeggiano nelle strade di Harlem il rilascio del pugile Mike Tyson, mentre le femministe nere sono fra le piu' dure critiche dei testi osceni del rap e sferrano le proteste piu' vibranti contro la liberta' di quello che e' per loro semplicemente uno stupratore. I maschi neri giubilano per le vittorie del giudice Clarence Thomas (promosso nonostante le accuse di aver molestato una collaboratrice) e del giocatore O.J.Simpson (assolto dell'omicidio di sua moglie), sui quali pesano come minimo pesanti dubbi.

Il fatto inconfutabile e' che il nero degli anni '80 non si sente piu' un essere inferiore. E per molti neri il passatempo preferito e' ora quello di far sentire inferiori i bianchi.