ALLARME CONTI RAI: PERDITE PER 80 MLN, IL CANONE NON BASTA
ROMA - "Nel 2006 la Rai registra un rischio di perdita tendenziale di oltre 80 milioni di euro": è l'allarme lanciato dal direttore generale Alfredo Meocci ascoltato oggi in Commissione di Vigilanza.
Questa situazione, ha spiegato il dg, "comporta una serie di interventi per riequilibrare i conti che costerà notevoli sacrifici all'azienda. Il mancato adeguamento del canone potrebbe accentuare l'impatto negativo sullo sviluppo strategico dell'azienda".
A preoccupare il dg, anche i limiti normativi imposti alla raccolta pubblicitaria: "Per questo - ha sottolineato Meocci - é necessario che l'azionista e i referenti istituzionali individuino degli indirizzi per intervenire sulla dinamica delle risorse".
Insistendo sulla necessità di un adeguamento del canone, Meocci ha ricordato che la quota pagata dagli abbonati, che rappresenta il 50% dei ricavi del gruppo, "cresce a un tasso che è la metà di quello degli investimenti pubblicitari ed è inferiore all'inflazione: negli ultimi sei anni, il canone è aumentato del 9%, l'inflazione del 14%. E questo ha comportato un impatto da 60-80 milioni di euro sui conti".
Le ipotesi sono essenzialmente due, ha ricordato il dg: "Rendere trasparente il finanziamento del servizio pubblico, grazie anche allo strumento della contabilità separata (e la Rai è pronta a fornire già per il 2006 elementi per il riequilibrio delle risorse tra attività finanziate da canone e da pubblicità) e intervenire sulle regole che determinano la raccolta pubblicitaria. Altrimenti - ha insistito il dg - si dovrà andare verso un ridimensionamento dell'azienda e uno sconvolgimento degli attuali assetti in cui la Rai perderebbe il suo ruolo di centralità e leadership. Si andrebbe cioé verso una piccola Rai".
L'intervento per riequilibrare i conti dell'azienda "non può più essere differito: il contratto di servizio - ha detto Meocci - è la sede in cui definire le linee guida, il piano industriale, quella che dovrà declinare il percorso prescelto".
(Ansa.it)
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la cultura ha costi bassissimi ma prende soprattuto al nord, dove si consuma in modo intelligente, invece la rai punta ad un targhet celentano-lecciso-Albano-valeria Marini dipendente, pronto a consumare ogni prodotto pubblicizzato dalle gossip-famiglie...