MARTIRI DEL '900
Maria de Los Angeles realizzava le ostie e preparava i bambini alla Prima Comunione Padre Tapies Sirvant e gli altri preti di Urgell non vollero abbandonare le proprie parrocchie
[size=4]Fedeli a quel Pane fino alla morte
Domani nella basilica di San Pietro la beatificazione di una suora e sette sacerdoti spagnoli vittime della violenza durante la guerra civile
Da Roma Fabrizio Mastrofini
Nutriti dalla forza del Pane eucaristico anche nell'ora più difficile. È la testimonianza che viene dagli otto nuovi martiri spagnoli, vittime della persecuzione delle milizie rosse negli anni della guerra civile, che verranno proclamati beati domani in San Pietro. Si tratta di padre José Tapies Sirvant, ucciso insieme a sei compagni sacerdoti della diocesi di Urgell il 13 agosto 1936 e di suor Maria degli Angeli Ginard Martì, caduta «in odium fidei» in quello stesso anno. La cerimonia si svolgerà alle 17,30 e sarà presieduta all'altare della Confessione dal prefetto della Congregazione per le cause dei santi, il cardinale Josè Saraiva Martins, che darà lettura della lettera apostolica con cui Benedetto XVI ha iscritto queste nuove otto figure nell'elenco dei beati.
È soprattutto la figura di suor Maria degli Angeli ad attirare lo sguardo sul legame tra Eucaristia e martirio. Ginard Martì, era nata il 3 aprile 1894 nella città di Llucmajor, nell'isola di Maiorca ed era la terza di nove fratelli di una famiglia cattolica di profonda religiosità. Nel 1921 entrò nella Congregazione delle Zelatrici del Culto Eucaristico. Dopo alcuni anni fu trasferita alla casa di Madrid. Qui il 26 agosto 1936 venne assassinata. Le testimonianze raccolte indicano che da suora la sua vita si svolse nell'ambito della comunità, con una esemplare dedizione ai compiti che le venivano affidati e specialmente la preparazione dei bambini alla Prima comunione, la lavorazione del pane (le ostie e le particole) per la celebrazione della Messa, la confezione di paramenti sacri. Il 20 luglio 1936, a causa della persecuzione antireligiosa in corso, i superiori ecclesiastici ordinarono alle suore di lasciare in abiti secolari il convento. Suor Maria de Los Angeles si rifugiò presso la casa di una famiglia vicina; quando vennero i miliziani a cercarla non la trovarono e decisero di sequestrare una donna. Appena se ne accorse, suor Maria de Los Angeles uscì dal nascondiglio e gridò ai milizian i che la suora era lei, ottenendo così la liberazione dell'altra. Era il 25 agosto 1936 e il giorno seguente venne fucilata. Secondo il postulatore, padre Bartolomeo Mas, il suo sacrificio celebrato «sul finire dell'Anno dell'Eucaristia, ci richiama al vero centro della spiritualità cristiana: la persona di Cristo presente nel Santissimo Sacramento, nel quale ci dona il suo Corpo e il suo Sangue, e dove rimane per essere da noi amato e adorato».
Secondo la ricostruzione fatta dal postulatore della causa di beatificazione, Romulado Rodrigo, anche i sette sacerdoti di Urgell (José Tapies Sirvant, Pascual Pascuet, José Boher Foix, Francisco Castell Brenuy, Pedro Martret Moles e José Juan Perot Juanmartí di origine francese) esercitavano il proprio ministero in un ambiente di terrore, di minacce, di sospetti. Avrebbero potuto fuggire, come fu loro proposto, ma preferirono rimanere nelle loro parrocchie. Condannati a morte dopo un giudizio sommario, senza difesa e solo perché sacerdoti, furono portati a piedi, attorniati da un'imponente forza di sicurezza, per la strada principale del paese di Pobla di Segur per raggiungere il luogo del martirio. Proprio José Tàpies, mostrava una straordinaria forza d'animo. Una volta arrivati al luogo dell'esecuzione, le testimonianze raccolte indicano che mentre il plotone di esecuzione sparava, tutti e sette gridavano «viva Cristo re». I corpi vennero riesumati il 24 novembre 1938, e seppelliti poi in maniera solenne tre giorni dopo. La causa di beatificazione venne aperta a livello diocesano nel 1946 per il solo don Tapies e nel 1992 il vescovo di Urgell decise di ampliarla anche agli altri sei.
Avvenire - 28 ottobre 2005